Quando si tratta di ricoveri in ospedale o visite ai pazienti, può accadere di trovare difficoltà nel trovare un parcheggio vicino alla struttura sanitaria, sia esso gratuito o a pagamento. Se questo rappresenta un lieve disagio per alcuni, per altri è invece un grande ostacolo.
Un ostacolo non solamente sotto il profilo pratico dello spostamento fisico dal mezzo di trasporto all’ospedale, ma anche un problema dal punto di vista finanziario, quando la necessità spinge a frequenti soggiorni nelle strutture sanitarie e la disponibilità di posti auto gratuiti non è mai garantita. Quello dei parcheggi collegati agli ospedali è un problema inoltre che interessa non solo i pazienti, ma anche il personale che vi lavora, medico e non.
Tuttavia, rimanendo nella prospettiva dei pazienti, la possibilità di ricorrere al servizio di trasporto offerto da un’ambulanza non è sostenibile da tutti, sebbene esistano associazioni onlus che offrono tale servizio ai pazienti bisognosi e che vengono incontro alle esigenze delle famiglie dei malati. Tali enti costituiscono un sostegno fondamentale per i pazienti e i loro cari, specialmente se appartenenti a ceti meno abbienti. Infatti, anche se sembra un aspetto di poco conto, le spese sostenute per il trasporto all’ospedale, comprese quelle per il parcheggio, hanno un impatto economico non indifferente sulle finanze di una famiglia, sommandosi al carico emotivo e psicologico che una malattia porta con sé.
Il caso inglese
Questo problema in particolare è al centro di grandi proteste in Regno Unito e riguardano in special modo gli ospedali inglesi. Infatti, come è stato riportato dal Telegraph, in meno di un anno le tariffe imposte dagli ospedali sui parcheggi sono aumentate vertiginosamente, giungendo nella maggior parte dei casi ad un raddoppio pieno: tra i rincari più alti figura quello dell’Airedale General Hospital, nel West Yorkshire, da 3.50 sterline a 8 per un biglietto valido quattro ore.
I proventi delle tariffe, unitamente a quelli delle sanzioni per le trasgressioni al regolamento dei parcheggi, vanno totalmente nelle casse delle aziende sanitarie, che a fronte delle proteste giustificano gli aumenti con l’investimento del denaro guadagnato nelle cure dei pazienti e nella manutenzione delle aree parcheggio. Se si pensa però ai precedenti casi di malasanità segnalati sempre dal Telegraph nel 2011 riscontrati negli stessi ospedali che maggiormente traevano profitto da questa prassi non è molto incoraggiante.
La Press Association ha dedotto dai dati pubblicati dalla NHS Trust (il sistema sanitario nazionale britannico) che tra il 2017 e il 2018 che quest’ultima abbia percepito un introito di 226 milioni di sterline dalle tariffe e dalle multe dei parcheggi: una somma considerevole che molti, tra cui il labourista Jonathan Ashworth, segretario dell’opposizione (Shadow Secretary) alle politiche sanitarie e sociali, definiscono il frutto derivato da una “tassa sui malati” che in passato avrebbe colpito anche i disabili. Tale problema riguarderebbe però solo l’Inghilterra, mentre in Galles e in Scozia gli ospedali garantiscono parcheggi gratuiti ai propri pazienti.
La vicenda ha messo in luce un particolare apparentemente insignificante e poco discusso, ma che nella vita di tutti i giorni gioca un ruolo centrale e primario nell’accesso alle cure e nel diritto alla salute. La soluzione non è certo a portata di mano né facilmente applicabile alla realtà, anche considerando l’impatto ambientale di un massiccio movimento di mezzi di trasporto e della cementificazione, ma la priorità deve rimanere l’accessibilità alle strutture sanitarie per i malati e i loro cari.
Barbara Milano.