Rincari delle vacanze estive 2023: prezzi alle stelle, ma gli Italiani non rinunciano a partire

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Ad una famiglia italiana le ferie sottraggono il 6,25% dei guadagni con un +560 euro da investire nelle prenotazioni. I rincari delle vacanze estive non si arrestano, eppure si preferisce risparmiare durante l’anno per partire poi tutti insieme.

Lo afferma la nuova indagine di Susini Group S.t.P, uno studio fiorentino di consulenza del lavoro, che ha intervistato un campione di famiglie appartenenti a ceti sciali differenti. Dopo due anni di pandemia, che hanno messo a dura prova il settore del turismo, si torna finalmente a viaggiare senza limitazioni, distanziamento, green pass e tamponi, ma i rincari delle vacanze estive sono l’altra faccia della medaglia da non sottovalutare.




In questo scenario, ci sono famiglie che, pur non rinunciando alle ferie, si trovano costrette a ridurre il periodo di vacanza o, addirittura, a scegliere mete estere .

Mediamente un nucleo familiare spenderà circa una mensilità e mezzo del proprio stipendio annuale per portare tutti in vacanza. Secondo le stime, ci vorranno almeno 2000 euro ed una famiglia su tre non ha intenzione di rinunciare, nonostante i sacrifici. Infatti, dalle interviste è emerso che si preferisce risparmiare durante l’anno, anche eliminando un pasto al giorno, pur di godersi qualche giorno con i propri figli.

Un record per il turismo italiano

I primi dati raccolti da ISTAT confermano la ripresa del settore con presenze in crescita sia di Italiani sia di stranieri. Inoltre, sembra che verranno superati i livelli pre-pandemici, in quanto i pronostici parlano di oltre 440 milioni di presenze, di cui circa un terzo provenienti dall’estero, e un fatturato complessivo superiore ai 91 miliardi di euro.

Il turismo rappresenta quasi il 12% del Pil nazionale e la ripresa del settore è indubbiamente un successo per l’Italia, ma le famiglie si trovano ad affrontare costi insostenibili, soprattutto per chi preferisce il mare alla montagna. Dunque, se la tendenza non dovesse subire un’inversione di rotta, il rischio sarà di vedere sempre più Italiani costretti a oltrepassare i confini.

Ci sono famiglie che ricorrono a prestiti con banche e finanziarie che comportano un indebitamento.

Grazie ai rincari delle vacanze estive, partire costerà il 45% in più rispetto al 2022. Una famiglia su tre non rinuncia, ma non potendosi permettere certe cifre, preferisce indebitarsi. La maggior parte, il 70%, ha dichiarato di essersi rivolta ad istituti di credito, spesso già convenzionati con le agenzie di viaggio. Invece, il restante 30% ha detto di preferire un aiuto da parte di parenti ed amici.

Buy Now Pay Later

È la forma di pagamento sempre più apprezzata dalle nuove generazioni, complice anche un mondo del lavoro che spesso non lascia alternative. Niente rinunce dunque, almeno nell’immediato, ma le spese ci sono e vengono poi gravate da un tasso di interesse variabile tra il 7,20% e l’8,50%.

Rincari delle vacanze: cosa costa di più?

Gli aumenti si registrano un pò ovunque, dai trasporti alle strutture ricettive, ma ci sono delle realtà in cui la crescita è stata maggiore. Ad esempio, gli alberghi e i B&B hanno registrato un incremento del 34%, come effetto anche dell’attuale crisi energetica e dell’inflazione. Inoltre, secondo una ricerca dell’Osservatorio nazionale di Jfc, nel 2023 l’imposta di soggiorno è aumentata del 9,5% e interessa 1.011, a cui si aggiungono le aree delle province di Trento e Bolzano.

Le spiagge

Le concessioni balneari hanno subito un rincaro del canone pari al 25%, più Imu ed Iva, sicché i gestori si rifanno sui visitatori, i quali si trovano a spendere mediamente un 23% in più rispetto al 2022. Secondo Codacons, un ombrellone e due lettini nel weekend potrebbero costare tra i 30 e i 35 euro al giorno su una spiaggia non rinomata. Se, invece, ci si avvicina alle mete più gettonate, come Gallipoli, Riccione e la Sardegna, allora i prezzi variano da 40 a 120 euro.

 I trasporti

Nel complesso si registra un + 11% tra auto, treni, aerei e traghetti. Per chi decide di utilizzare il proprio mezzo, ad aumentare sono soprattutto i pedaggi autostradali che vedono un +3%, soprattutto nelle zone vicino a Milano e Roma. Il caro carburante non risparmia il settore degli aerei e, infatti, il prezzo medio di un biglietto è cresciuto del 44% per i voli nazionali, del 43% per gli europei e del 16% per gli intercontinentali.

Migliore, ma non rosea, la situazione per i treni che hanno subito un incremento del 13% rispetto al 2022.




I consumatori ricercano la massima soddisfazione, i produttori il massimo profitto e i lavoratori devono lottare contro il massimo sfruttamento.

La pandemia ci ha costretto ad un grande sacrificio per quasi due anni, rinunciare alla libertà. Oggi siamo tornati a vivere la nostra vita in piena autonomia, ma siamo costretti a sopportare altri sacrifici, che fino a un certo punto trovano giustificazione nel particolare momento storico. Purtroppo, come la storia insegna, nella crisi c’è sempre qualche sciacallo pronto a lucrare sulle difficoltà per trarne un vantaggio.

Viaggiare è cultura e se farlo con lusso può a buon diritto rimanere un’esclusiva per pochi, la possibilità di esplorare e conoscere il mondo oltre le mura di casa dovrebbe rimanere un diritto per tutti.

Carolina Salomoni

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