In una lettera al ministero della cultura, la dirigente del Louvre ha denunciato le condizioni pessime in cui versa il museo. Macron è intervenuto in una conferenza in loco martedì per annunciare un piano di rinnovamento completo, promettendo grossi investimenti. Così il presidente della Repubblica sta cercando di rinnovare la sua immagine, forse seguendo le orme di Mitterrand che, negli anni di coabitazione, concentrò il suo potere nella realizzazione di opere architettoniche.
La denuncia di Laurence Des Cars
La direttrice del Louvre, Laurence Des Cars, ha inviato una lettera di richiesta d’aiuto al ministero della cultura. Stando a ciò che ha riportato nello scritto, il museo sarebbe in pessime condizioni: gli edifici “troppo sollecitati dalla massa di visitatori” arriverebbero ad un “livello di obsolescenza inquietante”, scrive Des Cars che spiega come alcuni spazi del museo siano “molto degradati”, tanto da “mettere a rischio la conservazione delle opere”.
L’Eliseo si è subito detto pronto ad intervenire, ammettendo che “sarebbe un errore rimanere sordi e ciechi di fronte ai rischi che oggi pesano sul museo”. La reazione del presidente non si è infatti lasciata attendere: martedì 28 gennaio Macron ha presentato davanti alla Monna Lisa un piano di rinnovi pensato per il museo.
La nuova rinascita del Louvre
Una “Nouvelle Renaissance du Louvre”, è come Macron ha definito il progetto lo scorso martedì. Si tratterebbe di un piano di rinnovamenti da mettere in atto da qui al 2031. Tra questi, c’è quello di un cantiere per aprire una seconda entrata al museo a livello della colonnata di Perrault e così alleggerire l’afflusso di visitatori all’entrata della Pyramide. Un’altra novità sarebbe quella legata al trasloco della Gioconda, per la quale dovrebbe venire destinata una stanza apposita, permettendo alle 20.000 persone che ogni giorno si accalcano per vederla di poterla ammirare al meglio e poi proseguire all’interno mostra senza creare imbottigliamenti.
Per questo Rinascimento del Louvre sarà necessaria una cifra che si approssima al miliardo di euro, soldi che verranno solo in piccola parte racimolati da un aumento del costo dei biglietti d’ingresso. In molti si sono infatti detti dubbiosi su come un tale progetto potrebbe essere finanziato.
Resta aperta la questione dell’afflusso dei visitatori: perché spendere tanto per rinnovare un museo che resterebbe comunque costantemente in sovraccarico? Secondo Jean-Michel Tobelem, professore alla Sorbonne intervistato da France Culture, i lavori “sono sicuramente realizzabili, ma mi sembrano poco ragionevoli […] In un certo senso, si potrebbe dire che le condizioni in cui versa il museo se le sono cercate”. Tobelem lascia intendere quello che sono in molti a pensare: che oltre al rinnovo strutturale sarà necessario un rinnovo strategico e logistico, in cui il numero di visitatori dovrà in qualche modo essere limitato, poiché l’afflusso attuale non è sostenibile.
Macron e gli investimenti sulla cultura: un richiamo a Mitterrand?
I consensi al presidente della Repubblica Emmanuel Macron sono calati drasticamente durante questo secondo mandato, tanto da avergli fatto perdere la maggioranza all’assemblea nazionale. Le posizioni di Macron sono innegabilmente indebolite. Avendo perso l’appoggio del parlamento, il presidente si ritrova con le mani legate per quanto concerne i temi più discussi. Pare dunque che stia virando la sua traiettoria politica esponendosi solo su soggetti che inevitabilmente raccolgono consensi.
Nel farlo, sembra ripercorrere le scelte fatte da François Mitterrand durante i suoi due anni di coabitazione con la destra di Chirac, dal 1986 al 1988. Anni in cui l’allora presidente concentrò i suoi poteri in quelli che furono definiti come i “Grands travaux”, le sue grandi opere culturali e architettoniche.
Tra le più importanti: il Musée d’Orsay, inaugurato nel 1986 (anche se il progetto di trasformare la stazione d’Orsay in un museo fu iniziato da Giscard d’Estaing), L’institut du monde arabe inaugurato nel 1987, anch’esso iniziato sotto la presidenza precedente, la Pyramide du Louvre aperta nel 1988 e la Bibliothèque nationale de France aperta al pubblico più tardi nel 1995.
Macron forse cerca di seguire le orme di Mitterrand. Viste le attuali difficoltà nel governare, il presidente sta concentrando il potere del suo secondo mandato su operazioni culturali: dopo la riapertura di Notre-Dame e i lavori per i Jeux Olympiques 2024, ora si lancerà nel progetto per la rinascita del Louvre, sperando in tal modo di rinnovare, assieme al museo, anche la sua immagine e riacquisire così i consensi perduti.
Alessia Cancian