Giustizia: cosa prevede la riforma e perchè divide il governo

Riforma della giustizia: M5S e Lega lottano sulla prescrizione

Negli scorsi giorni il governo si è diviso sulla riforma della giustizia e in particolare sulla prescrizione. Proviamo a osservare cosa prevede il Contratto di Governo e cosa è accaduto tra i due partiti, per comprendere meglio la situazione.

La Giustizia nel contratto di governo

Ormai è celebre il Contratto per il Governo del Cambiamento. La sezione importante da leggere al momento è quella legata al mondo della giustizia e alle intenzioni politiche dei due partiti. Guardiamo alcuni dei punti cruciali previsti nel testo.

CSM più indipendente

M5S e Lega vogliono un Consiglio Superiore della Magistratura più indipendente dalle influenze politiche. Per ottenere questo risultato prevedono una revisione del sistema di elezione sia per i componenti laici che quelli togati. Inoltre il magistrato che vuole intraprendere una carriera politica e viene eletto non potrà, allo scadere del mandato, tornare a vestire la toga. Questo divieto creerebbe una netta separazione tra la carriera politica e quella togata.

Difesa sempre legittima e reati a sfondo sessuale

In questo campo, fortemente influenzato dal partito di Salvini, si prevede una riforma ed estensione della legittima difesa domiciliare. Il contratto di governo cerca di eliminare l’incertezza interpretativa che pregiudica la piena tutela della persona che ha subìto un’intrusione nella propria abitazione e nel luogo di lavoro. In particolare fa riferimento alla valutazione della proporzionalità tra difesa e offesa.

Nell’ambito penale il governo punta sull’inasprimento delle pene per la violenza sessuale. Vorrebbe introdurre nuove aggravanti e aumenti di pena, soprattutto nei casi in cui la vittima è un soggetto particolarmente vulnerabile. E’ prevista anche una specifica formazione per gli operatori delle forze dell’ordine nell’accoglimento delle denunce di reati a sfondo sessuale, stalking e maltrattamenti.

Certezza della pena

Arriviamo al punto cruciale per la lotta tra M5S e Lega. Il contratto ritiene necessaria un’efficace riforma della prescrizione dei reati per poter ottenere un processo giusto e tempestivo. Alla riforma si dovrebbero accompagnare anche nuove assunzioni nel mondo della giustizia.

Bonafede blocca la prescrizione dopo il primo grado

riforma giustiziaIl 30 ottobre il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha annunciato a sorpresa un emendamento del ddl Anticorruzione “per bloccare la prescrizione dopo il primo grado di giudizio”. La riforma prevederebbe l’interruzione definitiva del conteggio dei tempi per dichiarare estinto un reato dopo la sentenza di primo grado, a prescindere da quale sia.

Per giustificare questa modifica, il ministro ha richiamato proprio il punto del contratto di governo in cui si parla della certezza della pena. In realtà nel testo sono poche le righe che si occupano della prescrizione e sono per lo più molto generiche.

“E’ necessaria una efficace riforma della prescrizione dei reati, parallelamente alle assunzioni nel comparto giustizia”. L’obiettivo è: “ottenere un processo giusto e tempestivo ed evitare che l’allungamento del processo possa rappresentare il presupposto di una negata giustizia”.

Proprio la poca concretezza di queste frasi ha permesso di arrivare a una spaccatura tra M5S e Lega.

La Lega non accetta l’emendamento

Salvini ha dichiarato che la riforma della giustizia “c’è nel programma di governo, ma non si fa a colpi di emendamenti in commissione“. Il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, ha previsto la possibilità del suo partito di sollevare critiche:

“L’emendamento è stato presentato dai relatori, non è concordato a livello di governo, non è passato dal Consiglio dei ministri e ci riserviamo di fare valutazioni”.

Più dura la linea seguita da Giulia Bongiorno, ministro per la Pubblica amministrazione della Lega, secondo cui l’emendamento alla riforma anticorruzione, “per come è scritto oggi”, è inaccettabile. In particolare, per l’avvocata il rischio è quello che un soggetto innocente non abbia un secondo grado di giudizio, a causa dei lunghi tempi della giustizia italiana.

Penalisti in allarme

Commentando l’emendamento del ddl anticorruzione, la Giunta dell’Unione Camere Penali ha denunciato “l’inaudità gravità della riforma che con esso si intenderebbe introdurre nel nostro codice penale”. Con la conclusione del giudizio di primo grado, si arriverebbe a una pendenza teoricamente infinita sia della sentenza di condanna che dell’impugnazione da parte del Pubblico Ministero della sentenza di assoluzione, in spregio al principio del giusto processo e della sua ragionevole durata sancito dall’art. 111 della Costituzione.

Il presidente dell’Unione Camere Penali, Gian Domenico Caiazza, in una nota ha annunciato “ferma contrarietà” alle irresponsabili proposte del ministro della Giustizia. L’effetto della riforma della giustizia così prevista sarebbe “un prolungamento sine die della durata del processo penale in Italia, con grave pregiudizio dei diritti degli imputati e delle stesse persone offese”.

Il M5S difende la riforma

Luigi Di Maio ha dichiarato che la riforma della prescrizione per il suo partito “rappresenta un punto fondamentale” e si è dichiarato fiducioso di poter trovare un accordo con la Lega.

Il ministro Bonafede ha ribadito che il Paese non può più aspettare. “La prescrizione esiste in mezzo mondo, ma quando vado all’estero a spiegare che in Italia c’è un’isola di impunità rimangono tutti increduli”.

Riccardo Fraccaro, ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, in un’intervista al Corriere della Sera, ha difeso l’emendamento contro le accuse della collega Bongiorno: “La riforma della prescrizione è una misura di civiltà, la prevede il contratto di Governo e la chiedono i cittadini. Non si può negare la giustizia perché a un certo punto arriva la scadenza, vogliamo sanare un vulnus tipico del nostro ordinamento”. Il ministro ha poi rafforzato la sua tesi citando gravi tragedie: “E’ urgente garantire che lo Stato possa rendere giustizia ai cittadini. Tragedie come quella di Viareggio non possono restare impunite, sono già cadute in prescrizione due accuse. Dare un nome e un volto ai colpevoli dei reati è un’esigenza prioritaria e imprescindibile“.

Infine il capogruppo M5S in Commissione giustizia della Camera, Angela Salafia, ha sottolineato che l’emendamento permetterà di avere “pene certe e giustizia concreta. […] I delinquenti non potranno più contare sulle lungaggini processuali per salvarsi. Senza prescrizione, chi sbaglia paga“.

Giulia Dardano

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