Biden vuole riformare la Corte Suprema

Un approfondimento a riguardo

Riforma della Corte Suprema

Proteste dinanzi all'edifico della Corte Suprema.

Il piano di riforma della Corte Suprema

Il contesto

Negli ultimi anni, la fiducia del pubblico nella Corte Suprema degli Stati Uniti ha subito un significativo deterioramento. Questo calo di fiducia è stato accentuato da decisioni controverse, come quella che ha conferito ai presidenti un’ampia immunità per i crimini commessi durante il loro mandato.

In risposta a queste preoccupazioni, il presidente Joe Biden ha proposto un piano di riforma della Corte Suprema, che include tre misure chiave: 1) l’introduzione di un emendamento costituzionale per eliminare l’immunità presidenziale, 2) l’implementazione di limiti di mandato per i giudici e 3) l’adozione di un codice etico vincolante per i membri della Corte. Queste riforme mirano a garantire che nessuno, nemmeno il presidente o i giudici, sia al di sopra della legge, ripristinando così la fiducia nelle istituzioni democratiche americane.

La crisi di fiducia nel piano di riforma della Corte Suprema

La Corte Suprema è caratterizzata da una netta divisione tra giudici liberali e conservatori, con attualmente sei giudici conservatori e tre liberali. Questa asimmetria è il risultato di una strategia politica a lungo termine da parte del Partito Repubblicano, che ha cercato di nominare giudici con visioni giuridiche conservative per influenzare le decisioni della Corte. A partire dalla nomina di George W. Bush di Samuel Alito e John Roberts, e proseguendo con Donald Trump, che ha nominato tre giudici – Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett – il panorama della Corte è cambiato radicalmente.

Queste nomine hanno consolidato una maggioranza conservatrice che ora può influenzare questioni cruciali come i diritti riproduttivi, i diritti civili e la regolamentazione ambientale. La predominanza dei giudici conservatori ha alimentato il timore che la Corte stia diventando uno strumento di attivismo giudiziario, piuttosto che un’istituzione imparziale, contribuendo ulteriormente alla crisi di fiducia nelle istituzioni democratiche.

La Corte Suprema, storicamente vista come un baluardo della giustizia e dell’equità, ha visto così un crollo della fiducia pubblica. Secondo recenti sondaggi, la fiducia nella Corte è scesa a livelli record, con solo il 18% degli americani che dichiarano di avere una grande fiducia nell’istituzione. Questo declino è stato anche alimentato dalle decisioni della Corte che hanno annullato precedenti legali consolidati, come il caso Roe v. Wade sull’aborto, e da scandali etici che hanno coinvolto alcuni giudici, sollevando dubbi sulla loro imparzialità e integrità.

In risposta a queste preoccupazioni, il presidente Joe Biden ha proposto il piano di riforma della Corte Suprema. Biden ha affermato che «questa nazione è stata fondata su un principio semplice eppure profondo: nessuno è al di sopra della legge», evidenziando l’importanza di ripristinare la fiducia pubblica nella Corte. Ha sottolineato che la fiducia è fondamentale per il funzionamento della democrazia e che la Corte Suprema deve riflettere i valori della società americana. La sua proposta di riforma si inserisce in un contesto di crescente disillusione nei confronti delle istituzioni, dove il principio che «nessuno è al di sopra della legge» deve essere riaffermato con forza.

Le tre riforme proposte

  1. Eliminazione dell’immunità presidenziale | Biden propone un emendamento costituzionale, noto con il nome “No One Is Above the Law Amendment“, che chiarirebbe che nessun presidente può essere immune da accuse penali per crimini commessi durante il suo mandato. Questa misura mira a prevenire abusi di potere e a garantire che i presidenti siano responsabili delle loro azioni. La recente decisione della Corte che ha conferito immunità parziale a Donald Trump ha suscitato preoccupazioni su come questo possa influenzare la responsabilità dei leader politici.
  2. Limiti di mandato per i giudici della Corte Suprema | Attualmente, i giudici della Corte Suprema hanno un mandato a vita, un’anomalia rispetto ad altre democrazie costituzionali. Biden propone di introdurre limiti di mandato di 18 anni, con un nuovo giudice nominato ogni due anni. Questa riforma della Corte Suprema garantirebbe una maggiore rotazione e diversità nella composizione della Corte, riducendo il rischio che un singolo presidente possa influenzare la Corte per generazioni. Biden ha sottolineato che «gli Stati Uniti sono l’unica grande democrazia costituzionale i cui più alti giudici restano in carica a vita», evidenziando la necessità di una riforma della Corte Suprema.
  3. Codice etico vincolante | Biden chiede l’adozione di un codice di condotta vincolante per i giudici della Corte Suprema, simile a quello che già si applica ad altri giudici federali. Questo codice dovrebbe includere requisiti di trasparenza, come la divulgazione di regali e la recusa in casi di conflitto di interesse. La mancanza di un codice etico rigoroso ha portato a scandali che hanno minato la credibilità della Corte, come nel caso di alcuni giudici accusati di accettare viaggi e donazioni da benefattori con interessi nei casi trattati. Biden ha affermato che «ai giudici dovrebbe essere richiesto di rendere pubblici i regali che ricevono, di astenersi da attività politiche e di ricusarsi dai casi in cui loro o i loro sposi hanno un conflitto di interesse». Questa proposta di riforma della Corte Suprema è cruciale per ristabilire la fiducia nell’istituzione.

Le difficoltà per modificare la Costituzione americana

Modificare la Costituzione americana è un processo complesso e difficile, progettato per garantire la stabilità e la continuità del sistema giuridico. Per promulgare un emendamento, è necessario il consenso di due terzi delle due camere del Congresso e la ratifica da parte di tre quarti degli stati (38 su 50). Questo richiede un ampio consenso politico e sociale e può durare anni prima di raggiungere il quorum necessario.

Il processo di ratifica degli emendamenti costituzionali può coinvolgere più referendum a livello statale nel corso dei decenni. Ogni stato ha il proprio metodo per ratificare un emendamento, che può includere un voto del legislatore statale o un referendum popolare. Ciò significa che lo stesso emendamento può essere sottoposto più volte al voto degli elettori statali in periodi diversi, specialmente se inizialmente non ottiene il sostegno necessario.



Questo aspetto è particolarmente rilevante per le proposte di riforma della Corte Suprema, dove il consenso può evolversi nel tempo. In alcuni casi, gli stati possono anche revocare la loro ratifica, aggiungendo ulteriore complessità al processo. Questa possibilità di ratifiche e revoche ripetute dimostra quanto possa essere prolungato e complicato il percorso per modificare la Costituzione. Una riforma della Corte Suprema potrebbe richiedere diversi tentativi di ratifica e affrontare significative sfide politiche e legali.

Ad esempio, l’Equal Rights Amendment (ERA) è stato oggetto di ratifica per molti anni. Proposto per la prima volta nel 1923, è stato approvato dal Congresso nel 1972 e successivamente ratificato da molti stati. Tuttavia, non ha raggiunto i tre quarti necessari entro la scadenza iniziale del 1982. Decenni dopo, alcuni stati hanno continuato a ratificare l’ERA, come la Virginia nel 2020, portando avanti il dibattito sulla sua validità. Questo percorso travagliato è un esempio di come una riforma della Corte Suprema potrebbe incontrare ostacoli simili.

Scandali e attivismo giudiziario

La Corte Suprema è stata coinvolta in numerosi scandali e controversie che hanno sollevato interrogativi sulla sua integrità e sul suo ruolo nel sistema politico. Il termine “attivismo giudiziario” è spesso usato per descrivere le decisioni della Corte che sembrano andare oltre l’interpretazione della legge, influenzando attivamente le politiche pubbliche. Ad esempio, la sentenza Citizens United v. Federal Election Commission del 2010 ha ampliato i diritti di libertà di espressione delle corporazioni, permettendo loro di spendere somme illimitate in campagne elettorali. Questa decisione ha suscitato un acceso dibattito sull’influenza del denaro nella politica e sulla capacità della Corte di influenzare il processo democratico.

Altri casi controversi, come Shelby County v. Holder del 2013, hanno portato a una riduzione delle protezioni per il diritto di voto, suscitando preoccupazioni sulle conseguenze per la democrazia americana. La Corte ha anche affrontato questioni relative ai diritti civili, come nel caso Obergefell v. Hodges, che ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, mostrando come le sue decisioni possano avere un impatto profondo sulla società. Questi esempi sottolineano la necessità di una riforma della Corte Suprema per garantire che l’istituzione operi in modo imparziale e con integrità.

Le motivazioni di Biden

Le riforme proposte da Biden non sono solo reazioni a decisioni controverse, ma anche tentativi di affrontare una crisi di fiducia più ampia nelle istituzioni americane. La Corte Suprema ha emesso decisioni che hanno suscitato ampie critiche, come la revoca di Roe v. Wade e l’espansione dell’immunità presidenziale. Queste decisioni hanno portato a una crescente insoddisfazione tra gli elettori e i legislatori, rendendo necessaria una riflessione profonda sulla struttura e il funzionamento della Corte. La riforma della Corte Suprema è vista come un passo cruciale per affrontare queste problematiche.

Biden ha sottolineato che la fiducia nelle istituzioni democratiche è fondamentale per il funzionamento della democrazia stessa e che le riforme proposte sono essenziali per ripristinarla. Il sostegno del presidente a una riforma della Corte Suprema si inserisce in un ampio dibattito cominciato dopo che nel 2022 l’attuale Corte, in cui sei giudici su nove sono stati nominati da presidenti Repubblicani, eliminò il diritto federale all’aborto. Questo contesto ha alimentato la percezione che la Corte stia diventando uno strumento di attivismo giudiziario, piuttosto che un’istituzione imparziale. La riforma della Corte Suprema è quindi vista come una risposta necessaria a questi sviluppi.

I potenziali impatti delle riforme e le reazioni politiche

Le riforme proposte potrebbero avere un impatto significativo sulla percezione pubblica della Corte Suprema e sulla sua funzionalità. Tuttavia, la loro attuazione è ostacolata dalla divisione politica attuale nel Congresso. Le probabilità di approvazione sono basse, ma Biden e i Democratici sperano che queste proposte possano stimolare un dibattito pubblico e mobilitare gli elettori in vista delle prossime elezioni. Lo speaker della Camera, il Repubblicano Mike Johnson, ha già dichiarato che le proposte di Biden sono «morte in partenza», evidenziando la resistenza politica che queste riforme potrebbero affrontare. Nonostante ciò, la riforma della Corte Suprema rimane un punto focale delle discussioni politiche.

Inoltre, le riforme potrebbero influenzare anche le dinamiche politiche, poiché i Democratici cercano di posizionarsi come difensori della giustizia e dell’integrità istituzionale. La vicepresidente Kamala Harris ha già espresso il suo supporto per queste misure, sottolineando l’importanza di ripristinare la fiducia del pubblico nella Corte. La riforma della Corte Suprema è quindi non solo una questione di policy, ma anche un simbolo di impegno verso la trasparenza e l’equità nelle istituzioni americane.

Conclusioni

Il piano di riforma della Corte Suprema proposto da Biden rappresenta un passo significativo verso il ripristino della fiducia nelle istituzioni democratiche americane. Le riforme mirano a garantire che nessuno, nemmeno il presidente o i giudici, sia al di sopra della legge, un principio fondamentale della democrazia. Sebbene l’implementazione di queste riforme possa essere ostacolata da divisioni politiche, la necessità di garantire la responsabilità e l’etica nella governance è più urgente che mai.

In un momento in cui la fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici, è essenziale che i leader politici lavorino insieme per affrontare queste sfide e ripristinare la fiducia del pubblico nella Corte Suprema e nella democrazia nel suo complesso. La riforma non è solo una questione di legge, ma una questione di valori fondamentali che definiscono la società americana.

Nicola Scaramuzzi

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