Rifiuti interrati, il caso del Parco archeologico di Centocelle

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Una montagna di rifiuti sotto terra. È la triste scoperta fatta alcuni giorni fa da cittadini e imprenditori a pochi passi dal Parco archeologico di Centocelle, a Roma. Un danno ambientale potenzialmente incalcolabile. Nell’area sorgeva il Casilino 900, il Campo nomadi più grande d’Europa, tra la via Casilina e viale Palmiro Togliatti.




Il Campo nomadi è stato sgomberato e chiuso 11 anni fa, quando era abitato da oltre 600 persone. Era il 15 febbraio del 2010 e l’allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, chiudeva il cancello insieme al Prefetto capitolino, Giuseppe Pecoraro, con tanto di clamore mediatico per la grande conquista.
A distanza di anni, pare che questa conquista non sia così tanto da celebrare. Mattoni, scarti edili, vestiti, borse, sacchi di plastica, stampelle, catrame, ferro e tanti pannelli di legno. Questo e molto è stato ritrovato, è bastato scavare la terra di un paio di metri.

Video testimoniano la presenza dei rifiuti

La denuncia della presenza dei rifiuti, pubblicata dall’Agenzia Dire, si avvale anche di una documentazione video effettuata da uno storico autodemolitore della zona, Tonino La Marra.
L’agenzia Dire riporta che dopo alcuni giorni di interventi, i resti degli abbattimenti insieme ai rifiuti abbandonati dai rom non furono portati via, ma spostati e accatastati con cura in una grande gola, in parte naturale e in parte spianata dalle ruspe.
Racconta La Marra:

“Quando vidi questi movimenti, presi il telefonino e iniziai a riprendere”

“Quello che è successo qui sotto lo potevamo vedere in pochi, perché solo noi affacciamo su questo tratto di parco – continua La Marra -. All’epoca chiamai il dipartimento Tutela ambientale di circonvallazione Ostiense ma mi risposero in malo modo. Poi chiesi agli operai al lavoro: qualcuno mi disse che dovevo farmi gli affari miei, qualcun altro che quello era il loro lavoro e sapevano cosa fare”.
Dai video dell’epoca si nota il mare di rifiuti spostato e poi coperto con dei teli in plastica azzurri, e quindi interrato.

Anche l’ex assessore conferma la cattiva gestione

“Nei giorni successivi allo sgombero il cancello era rigorosamente chiuso e vigilato dalla Polizia di Roma Capitale e non si poteva accedere. C’erano camion che andavano e venivano. Hanno portato via i primi 40 metri sul lato Casilina, tutto il resto è stato abilmente interrato”, ha dichiarato Alessandro Moriconi, già assessore all’Ambiente di quel Municipio, l’ex VII ora V. “A noi del Municipio non venne data alcun tipo di comunicazione, fu gestito tutto a livello centrale dal Comune di Roma”.

La difesa di Alemanno

Ma l’ex sindaco non ci sta e respinge le accuse. “Questa è una notizia falsa. Quei rifiuti non sono più lì. Mi sono informato, è stato totalmente sgomberato sotto la mia Amministrazione, quindi quello che dicono è una cavolata, per non dire altro”.

L’area interessata dai rifiuti fu occupata nuovamente nel 2018 e anche in quell’occasione vennero le ruspe per sgomberarla. Ma a quanto pare, anche in quell’occasione, non ci fu abbastanza attenzione alla questione dei rifiuti interrati.

Marta Fresolone

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