Permesso di soggiorno negato: migrante si suicida sotto un treno

permesso di soggiorno

Prince Jerry, 25 anni, era sbarcato in Italia nel 2016 con una laurea in chimica e dei progetti per il futuro. A causa del nuovo decreto era impossibilitato ad ottenere il permesso di soggiorno, e a continuare la sua permanenza in Italia.

Il giovane si è tolto la vita lunedì mattina, domani 1 Febbraio saranno eseguiti i funerali presso la Chiesa dell’Annunziata di Genova. A comunicarlo il monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova, di cui il giovane faceva parte.

“Uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, dopo essere stato diniegato prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso di soggiorno umanitario che è stato annullato dal recente Decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui. È stato un momento difficile ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione. Abbiamo deciso di portarcelo su a Coronata e seppellirlo nel cimitero lassù”.

La Comunità Migrantes di Coronata racconta che dopo l’annullamento della richiesta da parte del Decreto Sicurezza, il ragazzo era caduta in una profonda depressione. Probabilmente Prince Jerry preso dallo sconforto e dai piani annullati per il suo futuro ha ceduto e ha deciso di togliersi la vita.

Dopo l’annuncio della notizia si è recato a Tortona, ha fatto un’ultima telefonata agli amici della comunità e si è buttato sotto ad un treno.

La segreteria della Camera del Lavoro di Genova ha dichiarato: 

Apprendiamo con sgomento la notizia della tragica morte di Prince Jerry, giovane migrante nigeriano che lottava per trovare un futuro migliore. Rispetto e tristezza sono le emozioni che ci travolgono, ma un pensiero alla responsabilità morale di questa morte è inevitabile. Si tratta della puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano che ha annullato la possibilità di richiedere e ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Un decreto che la Camera del Lavoro di Genova non smetterà mai di contrastare. Questo giovane ragazzo era perfettamente integrato, nel suo paese era laureto in chimica e stava studiando per farsi riconoscere anche qui il titolo di studio. Profondamente addolorati per questa tragedia, domani, in occasione dell’ultimo saluto, saremo anche noi presenti alle esequie”.

 

                                                                                                                                Federica Verdoliva

 

Exit mobile version