Dopo il suo coinvolgimento in quei giorni frenetici, verrà chiamato a testimoniare Richard Gere nel processo Open Arms, che vede Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito lo sbarco di 147 persone nell’agosto del 2019. L’attore in quei giorni era salito a bordo della Open Arms per portare viveri ai naufraghi e all’equipaggio.
Il processo e il testimone hollywoodiano
Qualche giorno fa si è svolta l’ultima udienza di dibattimento per il processo che vede imputato Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. I fatti risalgono ad agosto 2019, quando l’allora Ministro dell’Interno impedì l’attracco di una nave di Open Arms al porto di Lampedusa, di fatto lasciando al largo quasi 150 migranti in condizioni di estrema indigenza. In quest’ultima udienza, è stato confermato che Richard Gere verrà a testimoniare a ottobre nell’ambito dell’ormai celebre processo Open Arms.
In quei giorni l’attore, che si trovava in vacanza in Toscana, venuto a sapere della vicenda si era preoccupato di comprare viveri e, dopo aver affittato una barca, di raggiungere la nave di Open Arms per distribuirli ai 147 migranti presenti a bordo e anche all’equipaggio. Per questo motivo fu poi citato come testimone dalla parte civile del processo.
L’udienza
Nell’udienza di qualche giorno fa sono state ascoltate le testimonianze di Mauro Di Si e Francisco Gentico, che nei giorni in cui si sono verificati i fatti facevano da soccorritori. Quest’ultimo ha, per la precisione, affermato quanto segue:
Il primo soccorso della Missione 65 della Open Arms fu fatto il primo agosto del 2019. Quel giorno ci avvicinammo a una piccola imbarcazione con a bordo decine di bambini e diverse donne. E uno dei bambini aveva un problema di salute. Ricordo che erano terrorizzati alla vista della nostra imbarcazione perché temevano che fossimo della Guardia costiera libica. Invece, li abbiamo rassicurati.
Siamo rimasti per almeno cinque o sei giorni davanti all’isola di Lampedusa, perché avevamo il divieto di ingresso. Così, quando abbiamo detto ai migranti che stavamo facendo rotta su Lampedusa la gente sul ponte ha iniziato a festeggiare, senza però sapere che non potevamo entrare, ma dovevamo restare a 800 metri. Quando si è capito, il festeggiamento di prima si è trasformato in un vero e proprio trauma. La situazione psicologica a bordo peggiorava. Aumentavano i casi di scabbia. I migranti a bordo erano disperati perché non si poteva andare a terra, né comunicare con i familiari. A una persona la famiglia aveva fatto il funerale pensando che fosse morto…
Di Si invece, dopo aver lasciato la propria testimonianza, è stato redarguito dal giudice Roberto Murgia per avere ascoltato la diretta di “Radio Radicale” della deposizione di Gentico prima che arrivasse il suo turno.
Il presidente del collegio del processo Murgia ha infine indicato le date delle prossime udienze. Verrà continuato il processo Open Arms nell’aula bunker del carcere Pagliarelli il 15 settembre, il 6 ottobre (data nella quale è atteso per l’appunto Richard Gere), il 20 ottobre, il 24 novembre, il primo dicembre e il 22 dicembre.
Richard Gere nel processo Open Arms: i fatti precedenti
L’avvocatessa della difesa Giulia Bongiorno si è espressa a favore di Matteo Salvini, il quale durante la pausa ha lasciato l’aula per tornare a Roma a causa di “impegni improvvisi“.
La scelta della parte civile del processo Open Arms di citare Richard Gere dimostra che in realtà si vuole fare un processo mediatico, perché la sua deposizione nella ricostruzione dei fatti non è particolarmente rilevante. Il fatto che abbia portato acqua e viveri gli fa onore ma non ha nulla a che vedere con le imputazioni di Salvini, sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio
Dal canto suo l’attore aveva già avuto modo di esprimere pubblicamente la sua posizione quando è stato indicato come testimone all’apertura del processo nel 2021. In particolare, in un’intervista al The Guardian, aveva espresso la propria incredulità nel venire a sapere della situazione che subivano i migranti al largo dell’Italia.
Ero in Italia a far visita a un amico, quell’estate. Gli ho chiesto di spiegarmi la nuova legge sui migranti di cui si parlava tanto. Mi ha detto: ‘Diventerà reato salvare migranti in mare’. Gli risposi che non poteva essere, che era uno scherzo. Voglio dire, questo avviene in Italia, un Paese così profondamente cristiano? Può diventare reato aiutare chi ha bisogno? Non potevo crederci, mi sembrava incredibile
Racconta, inoltre, della profonda vergogna che ha provato una volta salito sulla nave
Vedemmo quelle persone, più di cento, a bordo di quella nave. Ho provato vergogna: noi abbiamo così tanto, e non siamo in grado di aiutare questi nostri fratelli, queste nostre sorelle, che erano affamati e traumatizzati. Se avessero detto loro che la nave sarebbe dovuta tornare in Libia, si sarebbero buttati in mare, a costo di annegare. Ho sentito la responsabilità di portare loro tutto il sollievo possibile
Già ai tempi del suo intervento sulla nave di Open Arms, le sue azioni non rimasero inosservate dalla classe politica italiana. Salvini si è sempre fermamente difeso davanti alle parole di Gere, prima facendo sarcasmo sulla situazione e dicendo che gli chiederà un autografo per la madre, poi affermando che Gere non sa del suo operato politico e che quindi non dovrebbe discutere delle leggi italiane.
Anche l’attuale nostra Presidentessa del Consiglio Giorgia Meloni espresse le sue perplessità nei confronti della vicenda: “Ma quanto può essere credibile una Nazione nella quale si consente a un attore in cerca di visibilità di testimoniare contro un ex Ministro della Repubblica deridendo le nostre Istituzioni?“. Il paradosso di un attore hollywoodiano di fama internazionale, vincitore di un Golden Globe, un David di Donatello e un Emmy, che cercherebbe visibilità contro l’ex ministro Matteo Salvini generò un’intensa ondata di meme sui social in risposta.