Un comunicato stampa della NASA uscito l’altro ieri ha annunciato il lancio avvenuto con pieno successo di TESS. TESS non è una bella ragazza, ma per gli astronomi alla ricerca di pianeti extrasolari ha persino più appeal, si tratta infatti di un acronimo che sta per Transiting Exoplanet Survey Satellite. Si tratta dunque di un satellite che cercherà pianeti extrasolari, quel transiting sta ad indicare la tecnica con cui li cercherà. se avete letto qualcuno dei miei articoli precedenti sull’argomento pianeti extrasolari (o semplicemente conoscete un minimo la materia) sapete che il metodo più comune per individuarli è l’analisi della perturbazione nella luminosità di una stella quando un pianeta che le orbita intorno le passa davanti (rispetto a noi).
Se volete saperne di più su TESS vi rimando alla sezione dedicata sul sito della NASA.
Io mi limito a informarvi sui fatti salienti del lancio e della missione.
TESS è stata lanciata a bordo di un razzo Falcon 9 della Space X (un altro successo per la compagnia spaziale privata del vulcanico Elon Musk, un appassionato di esplorazione spaziale non può non adorare quest’uomo e se non lo amate per me potete morire male) che è decollato alle 6 e 51 del pomeriggio (ora della costa degli USA) del 18 aprile da Cape Canaveral, alle 7 e 51 si sono dispiegati con successo i pannelli solari che forniranno energia a TESS, Il lancio è quindi pienamente riuscito ma TESS non ha già iniziato a lavorare, ora ci vorranno alcune settimane perché raggiunga la sua orbita finale, manovrando con i razzi di spinta sfrutterà il kick gravitazionale della Luna fino a posizionarsi in un orbita attorno alla Terra che percorrerà in 13,7 giorni. Una volta là seguiranno 60 giorni di controllo e test degli strumenti, poi finalmente inizierà il lavoro.
Gli scienziati che hanno programmato il lavoro di TESS hanno diviso il cielo in 26 settori, 13 per il cielo boreale e 13 per quello australe, durante il primo dei suoi due anni di missione TESS scandaglierà il cielo dell’emisfero sud, durante il secondo anno i settori del cielo del nord.
Verrà coperto l’80% del cielo alla ricerca di pianeti attorno a stelle poste a una distanza tra 30 e 300 anni luce da noi e che abbiano una luminosità tra 30 a 100 volte più alta di quelle puntate dalla missione Kepler che ha scoperto tanti pianeti extrasolari. Se vi state chiedendo se c’è un motivo per trascurare stelle più deboli la risposta è sì, il punto della missione non è aumentare il numero di pianeti extrasolari conosciuti solo per fare statistica, ne abbiamo già scoperti poche migliaia, il punto è cercare di capire se hanno un’atmosfera e da quali gas è composta, questo lo facciamo analizzando (con una tecnica chiamata spettroscopia) la luce della stella che passa attraverso l’atmosfera del pianeta quando le transita davanti, ovviamente più è luminosa la stella e più (relativamente) agevole diventa il compito.
Dal punto di vista puramente tecnico segnalo che TESS è dotata di quattro fotocamere ad ampio campo sviluppate dal MIT, dall’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics e da altri partner di questo calibro e che il tipo di orbita che compie attorno alla Terra le permetterà quando le passa più vicino di inviare, grazie all’elevato data rate, immagini full frame, una tecnica prima impossibile.
Roberto Todini