Disoccupazione, lavori precari e non sempre retribuiti: la realtà dei giovani italiani è desolante. Eppure, esistono contesti ben diversi, come quelli raccontati da #Riccanza, il nuovo docu-reality di MTV. Dal 29 novembre, assistiamo alle vite sfavillanti di giovani “nati con la camicia”.
Case lussuose, macchine costose, vestiti di marca, feste in cui “si sboccia”. Queste sono le giornate dei protagonisti di #Riccanza, facoltosi ma non per merito loro. Nicolò, Farid, Elettra, Cristel, Anna, Gian Maria e Tommaso: giovani e con il mondo in pugno. Tutti figli di imprenditori e industriali, ignari del significato di “rinuncia”.
Godibile ed esilarante (ma non per le giuste ragioni), #Riccanza è l’ultima frontiera dell’intrattenimento trash. Questo docu-reality è capace di tenerti incollato allo schermo del televisore, tuttavia guardandolo non si può fare a meno di scuotere la testa. Giovani che hanno sempre avuto tutto, e in cui il ventenne medio non si riconosce. E subentra una certa rabbia guardando ragazzi che conducono una vita agiata senza alcuna preoccupazione.
E’ difficile che una giovane lavoratrice precaria si identifichi con Elettra. Dedita ai social network, alle feste e all’equitazione, la ragazza è la nipote di Ferruccio Lamborghini, fondatore della celebre casa automobilistica. Di certo Tommaso, figlio del titolare di ben due agenzie pubblicitarie, saprà bene come far fruttare la sua laurea in Economia. Nel suo caso, la chimera delle porte spalancate dopo la laurea non è un’utopia.
#Riccanza ha fatto indignare i più: giovani che spendono cifre assurde ogni giorno, in barba alla crisi, e che si divertono con i soldi dei genitori. Se, infatti, nonni e padri hanno dovuto faticare per costruire il loro impero, non sarà lo stesso per i pargoli. E’ frustrante pensare a ragazzi che non hanno mai dovuto sudare nella vita, soprattutto in questo periodo di crisi. Tuttavia, la loro ricchezza non è un merito, né una colpa.
La regola per guardare #Riccanza è una sola: dare al programma il giusto peso, senza indignarsi o prenderlo sul serio. Tuttavia, la dimensione trash assunta dall’intrattenimento negli ultimi anni disturba, e non poco.
Veronica Suaria