TripAdvisor: fidarsi o no?

Fonte: airninja.it

Da tempo, le guide gastronomiche e alberghiere sono state clamorosamente soppiantate da TripAdvisor, diventato ormai parte integrante della pianificazione degli italiani (e non solo) negli spostamenti fuoriporta. Il funzionamento del portale è semplice e conosciuto da tutti, chiunque può registrarsi e scrivere come si è trovato in un determinato posto.

TripAdvisor
Fonte: androidcentral.com

Tuttavia spesso si è dimostrata un’arma a doppio taglio: ti può favorire esattamente quanto ti può rovinare. Infatti, se da una parte può essere un aiuto per i consumatori nel momento in cui si ritrovano a dover prendere posizione davanti ad una grande offerta, dall’altra moltissimi esercenti sono dell’opinione che TripAdvisor li danneggi.

Non per niente, in virtù dell’enorme influenza e rilevanza che il sito ha sulle scelte delle persone, i commercianti è da tempo che, giustamente, richiedono maggiori controlli sulla veridicità delle recensioni. Sarebbe bello pensare che TripAdvisor possa finalmente essere uno strumento improntato sulla meritocrazia, se non fosse che purtroppo, non ci hanno messo molto tempo a trovare degli stratagemmi sleali per scalare le classifiche del portale: oltre alle auto-recensioni e le false critiche, sono addirittura nate a questo scopo, delle agenzie che vendono pacchetti di valutazioni.

L’ultimo esempio di come esistano persone che cerchino costantemente di sabotare il reale fine del sito, ha come protagonista una donna, la quale aveva firmato un contratto di affitto per un anno, senza la possibilità di rimborso. Andava tutto bene e la casa corrispondeva alle sue aspettative, finché poche settimane fa, ha deciso di andarsene via e lasciare vuota la casa affittata prima del previsto.

Così, chiese al padrone di casa di riavere indietro la differenza dei soldi, ma egli, che aveva rinunciato ad altre richieste d’affitto proprio per accettare unicamente quella della donna, giustamente fu irremovibile.




A questo punto la donna, che di web ne masticava abbastanza, mise in pratica il ricatto precedentemente pianificato: dopo aver creato un profilo falso, è andata su TripAdvisor, il medesimo sito dove lei stessa aveva trovato la casa, e iniziò a scrivere delle recensioni alquanto sconvenienti per l’uomo. Il prezzo da pagare affinché cancellasse tutto era di 10 mila euro. L’uomo, avendo capito tutto, la denunciò ai carabinieri, che le hanno teso una trappola cogliendola in flagrante.

Tutto è bene ciò che finisce bene, verrebbe da dire. Se non fosse che non è un caso isolato, e di gente pronta a imbrogliare per combattere slealmente la concorrenza, ne è pieno tutto il mondo del web, così da rendere comprensibili le battaglie di molti ristoratori, che dissociandosi dalla politica di TripAdvisor, sempre più spesso affiggono nei loro locali un cartello col divieto di pubblicare recensioni, sia positive che negative.

TripAdvisor ha sicuramente il grande e indiscutibile merito di aver dato voce alle opinioni dei consumatori, rivoluzionando l’industria del turismo, ma se non combatte seriamente la pubblicità fraudolenta, il sito continuerà ancora per molto ad essere nemico di molti lavoratori, che mettendoci gran fatica ogni giorno, non accettano di essere messi sotto cattiva luce ingiustamente.

Roberta Rosaci

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