Dall’idea di alcuni amici una campagna crowfounding per comprare una nave equipaggiata per il soccorso in mare. A lanciarla è Gherardo Colombo: “ce lo chiede la nostra Costituzione”
L’idea
ResQ-People Saving People è un’associazione nata da un gruppo di amici che vuole, entro il 2021, dare il suo contributo in mare con un’imbarcazione propria, italiana.
L’idea è appoggiata dell’ex Pm di Mani Pulite Gherardo Colombo e ha come obiettivi il salvataggio delle persone che attraversano le acque del Mediterraneo e quello di “dire basta allo stillicidio di vite umane, anche di coloro che vengono riportati nei lager libici”.
Secondo Colombo, presidente onorario dell’Associazione, è la stessa Costituzione italiana a richiedere il soccorso in mare.
“Quando si è ventilata l’ipotesi di mettere in mare una nave per salvare le persone che affogano mi sono chiesto: se stessi annegando vorrei che qualcuno venisse a salvarmi? Ho risposto sì, sia alla domanda sia alla nave . Oltretutto ce lo chiede la nostra Costituzione, che bandisce ogni discriminazione e tutela la salute di tutti”.
La nave e l’associazione
ResQ sarà un’imbarcazione italiana di circa 40 metri; conterà almeno 10 persone nel suo equipaggio e altre 9 tra medici, personale sanitario, mediatori e fotografi; tutti per aiutare a mettere in salvo chi rischia la sua vita nelle rotte marittime e raccogliere le loro testimonianze.
La neonata onlus, che conta 130 soci ma mira ad arrivare almeno a mille, ha presentato in anteprima alla stampa il progetto che prevede una raccolta crowfounding per la sua realizzazione. Un proposito, dunque, certamente oneroso ma tutto collettivo, che fa leva sul sentimento comune di umanità, al di là dell’appartenenza politica.
Tra i sostenitori non solo volti noti, ma anche gente comune proveniente da ogni settore sociale. Chiunque voglia contribuire alla causa è ben accetto e non mancano contatti, come ha fatto sapere Colombo, con altre associazioni volontarie.
Di ResQ fa parte anche Silvio Aimetti, sindaco di Comerio da sempre impegnato nell’accoglienza; è lui a raccontare l’iniziativa e i suoi sviluppi: “È un’idea completamente estranea ad ogni parte politica. Si tratta di un lavoro iniziato qualche mese fa che si pone come unico obiettivo quello di salvare delle vite con un gesto concreto: una nave italiana che va a soccorrere le persone nel mar Mediterraneo, dove oggi le navi che possono prestare aiuto sono pochissime e la gente muore”.
Imperativo: salvare le vite in mare
Certamente i problemi da affrontare sono molti, non ultimo quello della stretta sulle Ong voluta dal Decreto Sicurezza, che prevede ancora delle multe per le organizzazioni; ma Colombo non si lascia scoraggiare: “Tutto il resto viene dopo. Non nego che ci siano problemi, ma prima di tutto bisogna pensare a salvare.”
Ma il salvataggio in mare non è l’unico obiettivo di ResQ: l’idea in cantiere è quella di continuare il lavoro anche a terra, attraverso azioni di accoglienza e informazione. Soprattutto quest’ultima è uno degli obiettivi principali, per creare consapevolezza e sensibilizzare la popolazione al rispetto dei diritti umani.
A elogiare l’iniziativa c’è anche Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati.
“È immorale che si discuta ancora se sia giusto o meno salvare le persone in mare. È un obbligo. E visto che gli Stati non sono all’altezza delle loro responsabilità, serve la società civile. Per questo applaudo all’arrivo di ResQ”.
Non possiamo, allora, che augurarci la buona riuscita di questa nobile impresa; sperando che possa fornire un esempio ai governi che tardano in una soluzione, troppo impegnati nelle questioni da tavolino, tra alleanze e campagne elettorali.
Marianna Nusca