Respeaking: cos’è? Si tratta di una disciplina ancora poco conosciuta ma molto, molto utile.
Il respeaking è un metodo di sottotitolazione in presa diretta. Generalmente i e le respeaker hanno una formazione da interpreti di simultanea alle spalle, per le similarità tra le due discipline. Ci sono anche persone specializzate e formate solo in respeaking o anche traduttori e traduttrici, che con un po’ di pratica, possono benissimo farcela.
Respeaking nella pratica
Il respeaking, come già detto, è una forma di sottotitolaggio (per i dubbi terminologici rimandiamo qui) in diretta. Ci si avvale di software specifici (generalmente Dragon Naturally Speaking) che vanno “addomesticati” (termine che si usa in gergo). Si tratta di software speaker-dependent (cioè che rispondono e riconoscono una voce specifica), con il quale il o la respeaker detta quanto viene detto. Non solo bisogna rifrasare e dettare quanto si sente, ma premurarsi di dettare la punteggiatura. Un esempio pratico può essere il seguente: “la Regione Lazio ha approvato, dopo moltissime discussioni, il budget per questa meravigliosa nuova esperienza”.
Respeakerato suonerebbe tipo: “Maiuscola iniziale, la maiuscola iniziale regione maiuscola iniziale Lazio ha approvato virgola “, eccetera eccetera.
Esistono inoltre le macro, cioè scorciatorie utilizzare soprattutto per nomi propri o termini particolare. Spesso nomi di oratori ed oratrici, luoghi o associazioni non fanno parte del vocabolario del software, quindi si usano le macro. Ad esempio, per nomi come “Lilith” si potrebbe creare la “macronome“. Ogni qualvolta si pronuncia apparirebbe il nome “Lilith”.
Per ogni evento vanno pensate, e create, in anticipo le varie macro. La preparazione nel respeaking presenta moltissime analogie con quella di un’interpretazione simultanea, infatti.
Utilità e sfide del respeaking
Il respeaking è utilissimo per risparmiare tempo nella creazione dei sottotitoli, essendo in tempo reale. I sottotitoli sono un servizio fondamentale per molte persone ed in moltissime occasioni.
Assumere dei e delle respeaker, inoltre, permette di dover pagare meno persone. Il respeaking, infatti, può essere sia intralinguistico (nella stessa lingua) che interlinguistico (tra lingue differenti). Si possono, quindi, ottenere sottotitoli e traduzione grazie a solamente un paio di professionisti, in poco tempo.
Alcune sfide sono i mancati riconoscimenti vocali da parte del software, ad esempio. Purtroppo, trattandosi di un processo in tempo reale, non sempre si ha modo di correggere tutto.
Inoltre si tratta di un compito estremamente complesso e stancante, sebbene gratificante. Non esiste alcun albo volto a tutelare la figura del/la respeaker e spesso è difficile farsi pagare il giusto.
Conclusioni
In sintesi, non solo il respeaking è una disciplina sempre più diffusa e utilissima, ma anche estremamente affascinante. Conoscerla può aiutare a comprendere meglio il mondo dietro i sottotitoli che si vedono in TV, gli eventuali errori e cosa comportino.
Inoltre, potrebbe essere un futuro ambito lavorativo dinamico da prendere in considerazione, per i giovani e le giovani.
Flavia Mancini