CDC, center for disease, control lancia allarme su resistenza gonorrea agli antibiotici
Il CDC (center for disease control) ha recentemente lanciato un allarme su una vera impennata dei casi di resistenza agli antibiotici della gonorrea, attualmente nel trattamento della malattia si utilizza una combinazione delle ultime due frecce rimaste nella faretra dei medici, dopo che il batterio si è adattato a tutti quelli usati in precedenza, l’azitromicina e il ceftriaxone, i medici sperano che questa combinazione procrastinerà il momento ormai inevitabile in cui anche questi smetteranno di funzionare.
Ma facciamo un passo indietro, cos’è la gonorrea? e cos’è la resistenza agli antibiotici?
La gonorrea è una malattia venerea o più precisamente una malattia a trasmissione sessuale provocata da un batterio chiamato neisseria gonorrhoeae, a malattia era conosciuta fin dall’antichità col nome di scolo per via del sintomo più evidente le perdite uretrali. La malattia non trattata, seppur raramente mortale, può provocare gravi danni, il più comune è la sterilità femminile. In rari casi può migrare verso altri organi e provocare meningiti e in qualche caso attaccare il cuore provocando una pericardite che può rivelarsi fatale.
La resistenza agli antibiotici è uno dei maggiori crucci di chi si occupa di salute pubblica, occorre ricordare che oggi fanno più paura le malattie di origine virale come ebola ed AIDS perché contro quelle di origine batterica abbiamo quell’arma portentosa che sono gli antibiotici, ma che i grandi killer del passato come la peste bubbonica, ma anche, rimanendo in campo MTS, la sifilide sono malattie di origine batterica.
I batteri si stanno rivelando degli organismi estremamente adattabili, evoluzione in tempo reale qualcuno l’ha chiamata, alcuni in particolare stanno sviluppando ceppi resistenti a sempre più antibiotici. Ormai si tratta di una corsa fra ditte farmaceutiche a trovare sempre nuove molecole e i batteri che provocano le malattie ad adattarsi. Non aiutano la nostra causa alcuni comportamenti scorretti come curare parzialmente un’infezione batterica e smettere di prendere l’antibiotico prescritto appena scomparsi i sintomi invece che per tutto il tempo prescritto dal medico.
Gonorrea super resistente, in particolare la neisseria gonorrhoeae si sta dimostrando particolarmente abile ad adattarsi, così abile da essere inquietante, ad esempio pare che una volta acquisita la capacità di resistere a un antibiotico non la perde nelle generazioni successive, in altre parole si è provato a trattare la gonorrea con vecchi antibiotici che non venivano più usati da decenni e niente da fare, questo per certi versi straordinario batterio, si “ricordava” del vecchio nemico che è ancora inefficace.
Torniamo all’allarme del CDC secondo rilevazioni fatte nel 2014 la resistenza alla azitromicina è salita al 2,5% dei casi, quella allo ceftriaxone allo 0,8%, sembra poco? Mettiamola così, rispetto ai dati precedenti quella alla azitromicina è quadruplicata, era allo 0,6, quella al ceftriaxone è raddoppiata, quanto basta per far dire ai medici che non è una questione di se ma di quando anche questi diventeranno inefficaci e dal momento che non ne abbiamo altri pronti nel cassetto e che ci vogliono anni per uscire con un farmaco, l’allarme è giustificato. Come detto si spera che usare i due farmaci in combinazione procrastinerà questo momento guadagnando più tempo ai ricercatori per trovare nuove molecole prima che le vecchie siano inutili lasciando i medici disarmati nel trattamento della gonorrea.
Dagli USA ancora non si ha voce di casi in cui il cocktail abbia fallito, ma si parla di casi nel Regno Unito.
In ogni caso importantissima diventa la prevenzione, perché ovviamente il moltiplicarsi dei casi che dovranno essere trattati non farebbe che velocizzare la corsa evolutiva del batterio a superare anche gli ultimi due baluardi che siamo in grado di opporgli al momento.
Roberto Todini