L’Italia è una repubblica parlamentare, la Francia è una repubblica semipresidenziale e gli Stati Uniti d’America sono una repubblica presidenziale: conosci le differenze fra le tre forme di governo?
Italia. I cittadini votano i loro rappresentanti al parlamento. Il Presidente della Repubblica è investito dai Grandi elettori (deputati, senatori e dei rappresentanti di provenienza regionale). Il governo è nominato dal Presidente della Repubblica e sorretto dal parlamento: vive ed esercita fino al mantenimento della fiducia dell’organo.
Caratteri distintivi: l’elezione del Presidente della Repubblica non è diretta dal popolo ma mediata; il Presidente della Repubblica è un “arbitro”, una figura di garanzia sopra le parti, che ha più di tutti un ruolo direzionale. Formalmente non detiene alcun potere (né il legislativo, né l’esecutivo, né il giudiziario).
Repubblica presidenziale, le varanti Francia e USA
Francia. Qui il Presidente della Repubblica viene eletto direttamente dai cittadini. È un membro del governo, non ne è il capo, ma viene definito “Primo ministro”.
Lui, recita la descrizione giurisprudenziale, “dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei ministri“. Ha quindi delle facoltà limitate e, come in Italia, deve operare sulle dritte del Parlamento, poiché esso lo supporta o gli contravviene.
Stati Uniti d’America. La forma piena del presidenzialismo. La circostanza in cui il Presidente ha permessi e responsabilità oltre i limiti predetti.
Nella repubblica presidenziale il governo è nominato dal Presidente e non dipende dal Parlamento. Il Presidente viene eletto da dei rappresentanti di designazione popolare ed è anche il Presidente del Consiglio. Ha in mano il potere esecutivo.
Per l’Italia, stasi o innovazione?
Il centrodestra ci riprova dopo un primo tentativo datato 2018. All’Italia vorrebbe far aderire il sistema semipresidenziale, il francese, probabilmente con qualche piccola accezione. Al fine di correggere il sostenuto vizio dell’instabilità governativa, i leader Meloni, Salvini e Berlusconi ambiscono a un modello che loro aggettivano più “saldo e democratico”.
Nell’idea, il Presidente della Repubblica verrebbe eletto a suffragio universale e smetterebbe di incarnare la figura super partes che ora incarna. Si calerebbe da giudice di gara a combattente, istituendosi, da membro del governo, “l’uomo in più”, regolante i conti direttamente sul campo.
Repubblica presidenziale, l’ulteriore divergenza di Fratelli d’Italia
Già scritto, in tal conformazione il Presidente della Repubblica deve, per vivere da Primo ministro, salvaguardare l’appoggio delle camere. Quindi il solito dilemma di precarietà? Fratelli d’Italia ispira a un “non proprio”.
Nella proposta del partito è inclusa la “clausola” della sfiducia costruttiva. Per questa, una delle due camere può determinare la caduta di un esecutivo soltanto dopo aver indicato il nome del futuro Primo ministro; soltanto dopo aver trovato la soluzione al problema in prossimità di crearsi.
Conclusioni, riforma si o riforma no?
La maggior parte dei costituzionalisti è di un avviso simile a quello di Gustavo Zagrebelsky, il quale adduce alla dittatoriale valorizzazione del Presidente: “Il presidenzialismo proposto da Giorgia Meloni potrebbe tradursi in un regime autoritario sul genere di quello di Orbán, dove il presidente della Repubblica perde il ruolo di garante della Costituzione perché non è più una figura super partes. E sotto il suo potere – o sotto il potere del Partito del Presidente – il Parlamento rischierebbe di rimanere schiacciato, in una condizione di ricatto permanente“.
Riforma assolutistica per la ragione sopra espressa, riforma democratica per la logica dell’elezione a suffragio universale. Gli ideali si incontrano e se ne fa una media: Zagrebelsky la giudica propendente al “regime autoritario”, Meloni all’opposto “liberale”, e tu?
Secondo te, esiste un modo meno radicale per dar lungaggine a una squadra di governo? Una scelta così sovversiva è attuabile? Contemplabile? Eccessiva?
Un uomo in più e un potere in più sono di troppo?
Gabriele Nostro