La libertà di stampa è sempre di più sotto attacco e questa volta riguarda la repressione dei curdi in Europa. Recentemente, una serie di eventi ha sollevato preoccupazioni riguardo alla protezione dei diritti umani e alla libertà di espressione, in particolare per la comunità curda in Belgio e in Francia. Nonostante l’importanza di questi avvenimenti, il silenzio dei media italiani e le giustificazioni delle autorità europee stanno offuscando – ossimoricamente – la gravità della situazione. Dietro le quinte, la repressione dei curdi in Europa sta tornando a farsi sentire in modo vigoroso, mettendo a rischio la libertà di informazione e di opinione. In questo contesto, è fondamentale esaminare da vicino gli eventi recenti e le loro implicazioni per i diritti fondamentali e la democrazia in Europa.
Un’ondata di repressione
Nella notte tra lunedì 22 e martedì 23 aprile, una serie di azioni coordinate ha colpito duramente i media curdi in Belgio, Francia e Turchia. La repressione dei curdi in Europa è sempre più aspra quanto concreta, tanto nel cuore dell’Europa quanto in Turchia, dove le azioni repressive sembrano essere sempre più massicce e coordinate con il resto dei paesi.
In Belgio, oltre un centinaio di agenti ha fatto irruzione nell’edificio che ospita le emittenti di Sterk TV e MedyaHaber, due importanti canali televisivi curdi, perquisendo gli uffici e mettendo a soqquadro l’intera struttura. Nel frattempo, in Francia, nove attivisti curdi sono stati arrestati con l’accusa di terrorismo, mentre in Turchia un’altra agenzia di stampa curda è stata soggetta a un raid che ha portato all’arresto di sette giornalisti.
Il portavoce di Sterk Tv ha affermato che “questo attacco fa parte del concetto di genocidio dell’occupazione turca” e che ha come unico e solo obiettivo la guerra che la Turchia sta portando avanti per “mettere a tacere la voce del popolo curdo”. In una perfetta coordinazione, arriva poi anche la repressione dei curdi in Europa. Sterk TV ha fatto poi sapere che ci sono stati seri danni nella sede dell’emittente televisiva, tra cui problemi logistici e il conseguente blocco del palinsesto.
Tempismo sospetto
Ciò che desta maggiori preoccupazioni è il tempismo di queste azioni per la repressione dei curdi in Europa. La perquisizione delle emittenti curde in Belgio coincideva con la Giornata internazionale del giornalismo curdo, un evento che celebra la libertà di stampa nella comunità curda. Inoltre, il raid avveniva poco dopo la visita del Ministro degli Esteri turco in Belgio e la firma di numerosi accordi di cooperazione, compresi quelli nel settore della sicurezza. Questi eventi sollevano interrogativi sul coinvolgimento del governo turco, che intanto sta portando avanti sempre più raid in Rojava, nelle azioni repressive contro i curdi in Europa.
Contestazioni e dubbi sulla natura delle operazioni
Le azioni di repressione dei curdi in Europa contro i media curdi hanno scatenato proteste e critiche da parte di varie organizzazioni curde e della comunità internazionale. Numerose voci si sono levate per denunciare queste operazioni come un attacco alla libertà di stampa e un tentativo di reprimere le voci indipendenti della comunità curda, oltre che una grave lesione dei diritti umani. Inoltre, la tempistica delle azioni, che coincideva con la visita del Ministro degli Esteri turco in Belgio e con gli accordi di cooperazione tra Turchia e Iraq, ha sollevato dubbi sulla reale natura antiterroristica delle operazioni e ha alimentato sospetti di interferenze politiche.
Richieste di indagini e rispetto dei diritti fondamentali
Di fronte a questa forte e spaventosa repressione dei curdi in Europa, sempre più silente e poco affrontata dai media mainstream, diverse organizzazioni e attivisti curdi hanno chiesto indagini approfondite sulle circostanze dei raid e la natura delle accuse mosse contro i giornalisti e gli attivisti curdi. Allo stesso tempo, si è appellata alle autorità belghe e europee affinché garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di stampa, proteggendo le voci indipendenti e contrastando qualsiasi forma di censura e intimidazione.
La recente ondata di repressione dei curdi in Europa, attraverso i giornali o le emittenti televisive, solleva serie preoccupazioni riguardo alla libertà di stampa e ai diritti umani nel continente. È essenziale che le autorità belghe e europee indaghino a fondo su questi eventi e garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali e della libertà di espressione per tutti, senza discriminazioni. Inoltre, è importante che la comunità internazionale continui a monitorare da vicino la situazione e a esprimere solidarietà con i giornalisti e gli attivisti curdi che lottano per difendere la libertà di stampa e i diritti umani.