Repressione a Khan Yunis: l’accerchiamento israeliano non si piega a nessuna condizione

Le ultime notizie dopo il 109esimo giorno di guerra

Repressione a Khan Yunis, Striscia di Gaza

In un’escalation di violenza senza precedenti, il 109º giorno di aggressione di Israele in Palestina ha visto un’inaspettata svolta con l’annuncio di una completa repressione a Khan Yunis. La principale città nel settore meridionale della Striscia di Gaza è diventata il fulcro di un’operazione militare intensificata, con forze israeliane che affermano di aver completato con successo l’accerchiamento. Questo sviluppo critico emerge in una cornice di violenza incessante, con oltre 200 palestinesi morti nelle ultime 24 ore.

Nel tumultuoso paesaggio della Striscia di Gaza, le ultime 24 ore hanno assistito alla violenza più intensa dal 7 ottobre, con oltre 200 vite palestinesi perse per mano delle forze israeliane, dopo i rastrellamenti e la repressione a Khan Yunis.

Repressione a Khan Yunis: le forze terrestri completano l’accerchiamento

Le forze occupanti israeliane hanno dichiarato il completamento dell’accerchiamento e di un’incessante repressione a Khan Yunis, la principale città nel settore meridionale della Striscia di Gaza. Paracadutisti della Brigata Givati, mezzi corazzati, commando, carri armati, droni e unità aviatorie sono attivamente coinvolti in questa operazione.

Colpi mirati di Israele su luoghi vitali

Le bombe hanno continuato a cadere sulla sede della Mezzaluna Rossa, negli ospedali di Amal e Nasser, circondati dai carri armati. Gli attacchi aerei persistono non solo nelle regioni centrali ed orientali, come la forte repressione a Khan Yunis, ma anche nella parte orientale della zona di Al-Masdar, situata nel centro della Striscia. I missili hanno colpito anche le tende di Al Mawasi, dove migliaia di sfollati cercano rifugio.Più a nord, nuovi attacchi israeliani hanno preso di mira i convogli di cibo diretti ai civili, costretti a utilizzare il mangime animale per produrre farina commestibile.

Secondo l’UNRWA, almeno 570.000 persone a Gaza sono ora a rischio “catastrofico” di morire di fame. Rapporti indicano anche la violazione di almeno 16 cimiteri palestinesi, demoliti da bulldozer e ruspe israeliane, ufficialmente per cercare gli ostaggi israeliani, 130 dei quali sarebbero ancora nella Striscia. Per la decima volta, Tel Aviv ha colpito le reti di telecomunicazioni e i servizi internet. Quest’azione deliberata mira a impedire al mondo di apprendere del genocidio in corso, sottolineato dal targeting di giornalisti. Almeno 120 reporter hanno perso la vita, e uno dei fotogiornalisti più noti di Gaza, Azaiza Motaz, è sull’orlo di lasciare la regione.

Escalation in Cisgiordania

In Cisgiordania, un palestinese è stato ferito in un raid militare a Beit Furik, est di Nablus, causando intensi scontri. Gli assalti israeliani si estendono anche al villaggio di Beit Amrin, ovest di Nablus, e a diversi quartieri della stessa città. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari ha documentato 444 attacchi di coloni israeliani contro i palestinesi dal 7 ottobre, con una media di quattro al giorno e almeno 45 morti.

Crisi umanitaria si approfondisce

All’interno di Israele, le famiglie degli ostaggi israeliani hanno assaltato la Commissione Finanze della Knesset, chiedendo interventi urgenti per il rilascio dei prigionieri. Tel Aviv ha presentato una proposta a mediatori egiziani e qatarioti, suggerendo una tregua di due mesi come parte di un accordo in più fasi per il rilascio degli ostaggi rimanenti a Gaza. Hamas, d’altro canto, propone il rilascio in cambio di una tregua a tempo indeterminato. Ma nulla ancora è deciso e Israele sembra rifiutare qualsiasi proposta da qualsiasi interlocutore e continuare l’occupazione in terra palestinese e la repressione a Khan Yunis.

Riunione del Consiglio dell’UE e statistiche allarmanti

Questi eventi si svolgono sullo sfondo della riunione del Consiglio dell’UE di ieri, durante la quale il Ministro degli Esteri israeliano Katz ha proposto l’idea controversa di costruire un’isola artificiale al largo di Gaza per i palestinesi. Allo stesso tempo, il Ministro ANP Al Malki ha ribadito l’urgente necessità di una tregua immediata e dell’istituzione di uno Stato palestinese, ostacolato dalla distruzione israeliana di tutti i registri civili a Gaza.

Con il numero di morti che raggiunge le 25.500 vittime palestinesi dall’inizio del conflitto, EuroMed Monitor riporta oltre 32.000 feriti, tra cui 13.000 minori. Nel frattempo, Tel Aviv riconosce a malincuore la morte di 21 soldati negli scontri all’interno del campo di Maghazi, il più alto tributo in un solo giorno per l’esercito israeliano.



Repressione a Khan Yunis via terra: perdite palestinesi a vantaggio di Israele

Le forze israeliane hanno dichiarato l’accerchiamento completo e la più spietata repressione a Khan Yunis, evidenziando la città come una roccaforte della “Brigata Khan Yunis” di Hamas. Il portavoce militare ha annunciato l’eliminazione di decine di terroristi e il sequestro di depositi d’armi durante l’operazione.

In mezzo a queste operazioni, l’esercito israeliano ha esortato i residenti di sei quartieri ad ovest di Khan Yunis a evacuare per la propria sicurezza, sottolineando la zona umanitaria di Moassi sul mare. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso il suo cordoglio per la perdita di 21 soldati ad Almaazi, confermando l’ impegno di Israele a combattere fino alla vittoria totale: tutto questo giustificherebbe la dura repressione a Khan Yunis – solo per citare l’ultima drammatica vicenda.

Colpi di Hezbollah nel Nord

Contemporaneamente, nel nord di Israele, gli attacchi continui di Hezbollah hanno indotto un incontro tra Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il ministro Benny Gantz. La situazione a nord rimane tesa, con avvertimenti di una possibile escalation.

Lucrezia Agliani

 

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