” I magnifici 7″ , un remake (poco) riuscito

I magnifici 7”  è un film di Fuqua ultimamente è approdato nelle sale cinematografiche italiane.

comingsoon.it
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Si tratta di un “remake del remake” e già questa idea non mi ha entusiasmata parecchio, non amo molto la minestra riscaldata, ma decido lo stesso di andare a vederlo al cinema, anche perché adoro il protagonista principale del film: Denzel Washington.

Ecco un breve riassunto della trama:

In California , un piccolo villaggio chiamato Rose Creek è perseguitato da crudeli pistoleros agli ordini di Bartholomew Bogue, un uomo d’affari senza scrupoli che intende mandar via gli abitanti della cittadina per poter sfruttare le ricchezze della vicina miniera d’oro. Purtroppo il piano di Bogue va in porto: molti uomini verranno uccisi e alla fine gli abitanti rimasti decidono di ribellarsi.

La giovane e bella vedova Emma Cullen si avventura negli altri villaggi della frontiera alla ricerca di sicari da assoldare per proteggere Rose Creek dall’esercito di Bogue, ed i suoi sforzi vengono a premiati dal reclutamento di sette mercenari: il veterano della guerra di secessione Goodnight Robicheaux, il suo assistente cinese Billy Rocks, il ricercato messicano Vasquez, il comanche Red Harvest, l’ex cacciatore di indiani ed esploratore Jack Horne, il giocatore d’azzardo Josh Faraday e il loro leader, il cacciatore di taglie Sam Chisolm, che ha un conto aperto con Bogue e aspira a vendicarsi. Alla fine i magnifici 7 riescono la loro missione, salvare Rose Creek, anche se quattro degli eroi, purtroppo, perderanno la vita durante il rush finale.

Non mi aspettavo da questo film un mix arguto ed accattivante come quello di Quentin Tarantino in “The hateful eight”, ma nemmeno un film così noioso.

La storia, di per se, era senza grandi colpi di scena, polvere, cavalli, pistole, stivali, cappelli, personaggi multi etnici, ognuno con una propria abilità. Ok tutto sembra essere al posto giusto, ma nonostante la bravura del pluripremiato Denzel Washington ho sempre sentito l’esigenza che un wersten contemporaneo debba in qualche modo offrire qualcosa in più, qualche rimando alla realtà che lo possa far distinguere dal vecchio stile anni sessanta. Non dico che sia un film brutto, ma nemmeno un capolavoro alla Sergio Leone.

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