Il regolamento TERREG o regolamento sulla prevenzione della diffusione di contenuti terroristici online è una proposta presentata dalla Commissione Europea il 12 settembre del 2018. Il Parlamento Europeo ha approvato la proposta in data 29 aprile 2021. La proposta entrerà in vigore un anno dopo la sua approvazione.
Il regolamento TERREG prevede la rimozione di contenuti terroristici online entro un’ora dalla loro diffusione sul web. Cosa si intende per “contenuto terroristico”? La prima bozza del regolamento dava questa definizione:
La diffusione di contenuti terroristici online è una questione scottante. Da sempre, infatti, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno fatto pressioni affinché venisse approvata una proposta che garantisse la limitazione nella circolazione di informazione del genere. Già nel 2016 la Commissione Europea si era impegnata per la creazione di un accordo che permettesse alle aziende la rimozione di determinati contenuti entro 24 ore dalla loro pubblicazione su internet. Tra i vari Paesi membri, la Germania e la Francia hanno chiesto a gran voce un codice di “comportamento” comune in materia di antiterrorismo. I singoli Paesi membri, inoltre, si sono dotati di specifiche linee guida. La Germania, ad esempio, ha approvato il Network Enforcement Act (NetzDG), il cui obiettivo è quello di limitare la circolazione delle fake news sui social.
TERREG: minaccia alla libertà di espressione?
Secondo alcune correnti di pensiero, il regolamento TERREG potrebbe minacciare e limitare la libertà di espressione di ciascuno. Questo potrebbe avvenire perché per bloccare i contenuti ritenuti “terroristici” si utilizzano una serie di algoritmi che vanno ad individuare la notizia da rimuovere. In questo modo, l’algoritmo potrebbe automaticamente segnalare anche dei contenuti non esclusivamente terroristici. Questa potrebbe essere una disfunzione da non sottovalutare. Il regolamento prevede la sua applicazione, in maniera generica, a tutto il mondo del web. Quindi riguarda sia le piattaforme social che i siti web e i blog.
Tuttavia nei paesi in cui non esiste la libertà di espressione, simili regolamenti hanno la funzione di limitare ulteriormente la libertà dei singoli cittadini e non quella di contrastare azioni terroristiche. Il regolamento TERREG ha avuto la spinta dei vari Paesi membri dell’Unione Europea ma la decisione finale è stata presa senza un reale parere dei gruppi di libera espressione e dei diritti umani.
TERREG, strumento di censura?
Nel 2019 l’Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’Unione Europea (ADF) ha espresso preoccupazione in merito al TERREG. Intanto, secondo il parere dell’ADF, bisognerebbe definire in maniera più precisa che cosa si intende per contenuto terroristico. La definizione utilizzata fino ad ora risulta essere troppo generica, tanto da interferire con la libertà di espressione. Inoltre, sempre secondo l’ADF, il regolamento TERREG non prevede il coinvolgimento della magistratura nel meccanismo di controllo, permettendo la cancellazione dei contenuti online di un qualsiasi Paese membro dell’UE senza la supervisione da parte di una autorità giudiziaria. L’ADF auspica anche la modifica del limite di tempo imposto per la rimozione dei contenuti online. Un’ora è infatti un arco di tempo troppo limitato.
Il testo del TERREG risulta essere ancora inadeguato, nonostante siano state apportate, successivamente, alcune modifiche. La preoccupazione più grande riguarda la possibilità che, tale strumento, riesca a praticare una vera e propria censura. In questo modo verrebbero oscurati tutti quei contenuti online che denunciano situazioni di violenza, discriminazione, violazione dei diritti, perché considerati, in maniera generica, “contenuti terroristici”.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea tuttavia garantisce il diritto di ognuno ad esprimersi liberamente. Questo il testo all’articolo 11:
Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
Un regolamento non può, certamente, impedire e prevenire eventuali attacchi terroristici, ma, se ben strutturato, potrebbe risultare uno strumento efficace per la limitazione di tali episodi.
Irene Amenta