Adesso si fa sul serio. La campagna elettorale per aggiudicarsi la vittoria alle regionali siciliane del 5 Novembre è entrata nel vivo, visto che i tre grandi poli politici nazionali hanno ufficializzato i loro candidati: Fabrizio Micari per il centro sinistra, Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 Stelle, Nello Musumeci per il centro destra.
Oltre i tre “ Big”, però, saranno presenti altri candidati minori, che potrebbero togliere voti preziosi in determinate aree geografiche e che potrebbero essere decisivi per la vittoria finale.
Andiamo a vedere nel dettaglio la situazione schieramento per schieramento.
Centro sinistra
Il partito leader dell’attuale governo siciliano, ossia il PD, non sta attraversando il miglior momento della sua storia, questo è evidente. Tra critiche e lotte intestine, infatti, il partito guidato da Matteo Renzi si sta letteralmente sbriciolando.
Questa situazione si ripercuote inevitabilmente in Sicilia.
Dopo le lunghe trattative con Bersani e D’Alema, nel tentativo di ricostruire un asse di centrosinistra, Matteo Renzi ha deciso di virare verso il centro, alleandosi nuovamente con Alfano, e affidando il controllo e la gestione della coalizione al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, esautorando sempre più il segretario regionale Fausto Raciti.
La crisi del PD è inoltre accentuata, oltre dalla sempre meno importanza di Raciti, dalla scelta del candidato; Fabrizio Micari, infatti, rappresenta quell’elitè culturale siciliana, legata al mondo civico, che niente c’entra con la sinistra.
La sua figura, quindi, sembra essere quella di una vittima da immolare nel nome dell’alleanza con Angelino Alfano in vista delle politiche del prossimo anno, più che una speranza di vittoria delle regionali siciliane.
La mancata presenza di Renzi, la dubbia figura di Micari e le probabili alternative a sinistra rischiano di portare il PD all’interno di un baratro dal quale potrebbe essere difficile riemergere, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia.
Centro destra
Quello che ha vissuto il centro destra negli ultimi 30 giorni è degno di un film tragicomico, anche se il finale è di quelli trionfali. La scelta di Berlusconi di appoggiare Nello Musumeci, infatti, ha lanciato la coalizione in testa a tutti i sondaggi, i quali danno l’ex governatore della provincia di Catania oltre la soglia del 40%.
La scelta del leader di Forza Italia, oltre agli ovvi vantaggi locali, sta avendo ripercussioni a livello nazionale; a sostegno della coalizione, infatti, si stanno schierando sia i partiti minori, primo fra tutti Direzione Italia di Raffaele Fitto, e probabilmente anche alcuni esponenti di centro scontenti delle mosse di Alfano, tra cui spicca sicuramente il nome di Maurizio Lupi.
Un altro importante spunto che si può cogliere da quest’ennesima unione è che il centro destra italiano sta diventando sempre meno di centro e sempre più di destra, visto che è innegabile che anche Forza Italia, in particolare quell’area che ruota intorno a Giovanni Toti, sia sempre più legata a valori nazionalistici e conservatori.
Con le regionali siciliane, il centro destra ha la grande possibilità di riaffermarsi e di legittimarsi come nuova guida del paese alle prossime elezioni politiche del 2018.
Movimento 5 Stelle
Il mese di agosto potrebbe essere stato fatale per il Movimento 5 Stelle.
Fino a un paio di settimane fa, infatti, si dava quasi per scontata la loro vittoria alle prossime regionali siciliane, sia per il grande caos che vivevano gli altri schieramenti, sia perché i 5 stelle avevano anticipato tutti, avviando la loro campagna elettorale il 5 agosto.
A differenza delle altre volte, però, i grillini sono sembrati troppo rilassati, troppo sicuri di se; infatti, nonostante la presenza di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, i loro interventi pubblici sono stati poco seguiti dalla gente, impegnata a rilassarsi al mare dopo un anno di lavoro.
Questo errore potrebbe costare molto caro a tutto il movimento, visto che hanno concesso al centro destra tutto il tempo necessario per organizzarsi ed effettuare un sorpasso nei sondaggi, fatto inimmaginabile 15 giorni fa.
Nei prossimi due mesi Gianfranco Cancelleri, insieme al suo staff, dovrà cercare di far rinascere nei siciliani, sempre più attratti dal pizzetto di Musumeci, quello spirito di cambiamento che aleggiava sull’isola nei mesi scorsi, perché un’altra sconfitta rischierebbe di causare un grande scossone all’interno del movimento di Beppe Grillo.
Possibili Outsider
Se 5 anni fa Gianfranco Cancelleri stupì tutti ottenendo il 17%, quest’anno sono presenti altre personalità che potrebbero essere decisive nella corsa al governo dell’isola.
Il primo a candidarsi ufficialmente per le regionali siciliane, parlando sempre di outsider, è l’eccentrica figura di Vittorio Sgarbi e del suo movimento Rinascimento. La candidatura del critico d’arte, noto personaggio Tv, potrebbe sfociare in un ampio voto protesta proveniente da quell’elettorato stanco e insoddisfatto della mala politica degli ultimi vent’anni.
Altra candidatura che potrebbe smuovere parecchi voti è quella del governatore uscente Rosario Crocetta e del suo movimento Il Megafono. Scaricato dal Partito Democratico, Crocetta sarebbe intenzionato a candidarsi alle regionali siciliane proprio per ostacolare i suoi vecchi alleati. Stando ad alcuni sondaggi, la figura di Crocetta sarebbe ben vista da molti elettori di sinistra, che potrebbero voltare le spalle a Micari e di conseguenza condannare l’alleanza Renzi-Alfano.
Oltre la scomoda figura di Crocetta, Fabrizio Micari dovrà guardarsi anche dalla sinistra. Bersani e D’Alema, infatti, non hanno preso bene il mancato utilizzo delle primarie e potrebbero prendere decisioni di grande importanza visto che, come Crocetta, sono intenzionati a togliere voti al Pd, candidando, molto probabilmente, Giuseppe Fava.
Con una sinistra in piena guerra civile, la partita per la conquista dell’isola sembra essere tra M5S e Centro Destra, ma, vista l’alta percentuale di astensionismo, si prevede che superi il 50%, aspettiamoci importanti sorprese.
Francesco Merendino