In questo periodo estivo i partiti politici si sono concessi dei tesoretti prima di andare in vacanza
IL REGALO ESTIVO DEI PARTITI POLITICI IN COSA CONSISTE
Con l’arrivo delle vacanze estive per il Parlamento, che cominceranno il 5 agosto, i partiti si fanno l’ennesimo regalo. L’ufficio di presidenza della Camera ha dato la liberatoria a un’altra rata dei soldi pubblici previsti per i partiti politici: alcuni milioni di euro.
La cifra precisa non è stata confermata ma si è dato il consenso a prendere i finanziamenti per il 2016 che riguardano diverse consultazioni. Nel dettaglio, in questi giorni i partiti riceveranno una parte dei “rimborsi” pubblici per le elezioni della Camera dei deputati del 24 e 25 febbraio 2013, per le elezioni dell’Assemblea regionale siciliana nel ottobre 2012, per quelle del Consiglio regionale del Lazio, del Molise e della Regione Lombardia del 24 e 25 febbraio 2013, per le elezioni del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia del 21 e 22 aprile 2013, per il Consiglio regionale della Valle d’Aosta del 26 maggio 2013, per le elezioni dei Consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano del 27 ottobre 2013 e, per finire, per quelle del Consiglio regionale della Basilicata del 17 novembre 2013.
RESTITUZIONE DEI RIOMBORSI ELETTORALI SOLO MOVIMENTO 5 Stelle
La legge è cambiata da diverso tempo.
Tra diverse opposizioni la maggioranza ha approvato la riduzione dei trasferimenti statali ai partiti fino ad arrivare, nel 2018, al totale azzeramento dei rimborsi elettorali. Il presidente, Luciano Calamaro, ha più volte ribadito la mancanza di spazi e di risorse per svolgere il lavoro che gli era stato conferito ma non c’è stata alcuna soluzione.
Nel maggio dell’anno scorso ha mandato una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini e al suo “compare” al Senato Pietro Grasso “lamentando la propria indisponibilità a procedere al controllo dei conti stessi con le risorse strumentali e di personale qualificato”.
D’altra parte, la presidente Boldrini ha scritto tre volte ai presidenti dei gruppi politici, invitandoli a migliorarsi, sottolineando che il giudizio sulla regolarità dei bilanci dei partiti “costituisce presupposti per progredire al pagamento della rata dei contributi pubblici”.
Tanto che il 30 giugno, il presidente della Commissione spiegava che “degli 85 partiti tenuti alla presentazione del conto per l’esercizio 2013, trentasei hanno svicolato dagli obblighi” previsti per legge, altri 49 no. Di questi ultimi alcuni si erano messi in regola, per 9.
Eppure nei documenti consegnati alla Commissione mancavano molte carte. Ma i partiti non hanno cambiato. O meglio, l’hanno fatto come già noi conosciamo. Cambiando la legge.
Il Parlamento ha approvato a maggioranza una legge che ha reso possibile, l’intascare i soldi senza il controllo dei bilanci. In modo che partiti hanno potuto ottenere altri dieci milioni alla fine del 2015 e nei prossimi giorni ne conquisteranno ancora.
L’unico partito che ha rinunciato ha questa ingente somma è stato il Movimento 5 Stelle, che ha depositato nelle casse dello Stato oltre 50 milioni di euro e sembrano attualmente gli unici puliti da questi “Premi” che si sono fatti i partiti.
Matteo Ghilardi