Cos’è la guerra? Cosa significa vivere costantemente con il rumore assordante dei bombardamenti nelle orecchie? Difficile trovare delle risposte a queste domande, ma ancor più difficile è tentare di spiegare una simile tragedia a chi non l’ha mai vissuta né vista dal vivo, ma ne ha solo sentito parlare attraverso la televisione. Per questo i Refugees of Rap vanno in giro per le scuole della Francia a raccontare la loro storia.
Ma chi sono i Refugees of Rap?
Yaser e Mohamed Jamous sono due fratelli scappati dalla Siria e giunti in Francia nel 2013. Sono nati e cresciuti a Yarmuk, nei dintorni di Damasco, hanno origini palestinesi. L’idea del gruppo rap risale al lontano 2007: in quell’anno fondarono Refugees of Rap assieme a due amici, uno algerino e l’altro siriano. Il loro fu uno dei primi gruppi ad emergere e a farsi notare. La ragione che ha portato alla nascita di questo progetto musicale era quella di raccontare l’esistenza all’interno di un campo profughi, sempre sotto assedio, senza alcuna via di fuga.
Ma perché hanno scelto proprio Refugees of Rap come nome per il proprio gruppo? Perché per loro il rap rappresenta un Paese in cui sono in grado di esprimere ciò che pensano e sentono; a differenza della Siria, dove una sola parola contro il regime di Assad può farti finire in carcere per 20 anni o, in alcuni casi, può anche condurti alla morte.
Col passare degli anni, la situazione in Siria è andata via via peggiorando e nel 2013 Yaser e Mohamed hanno deciso di lasciare Yarmuk alla volta della Francia, il loro amico e collega siriano è rimasto lì, mentre il ragazzo algerino è andato in Germania. Una volta giunti in Europa, hanno faticato per riuscire ad ottenere lo status di rifugiati, ci sono voluti alcuni mesi per trovare un alloggio in Francia. Perciò si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato a esibirsi per potersi mantenere.
I due fratelli si sono fatti notare per la loro originalità e hanno fatto dei tour in Danimarca, Svezia e Francia, qui hanno ultimato l’album The Age of Silence, uscito nel 2014.
Paradossalmente, in Siria non erano liberi di esprimersi con un pubblico che comprendeva la loro lingua, ora si trovano in un Paese in cui hanno libertà d’espressione, ma i cui abitanti non conoscono l’arabo. Perciò i Refugees of Rap hanno imparato il francese e hanno migliorato le loro abilità linguistiche ascoltando rapper francesi. Quando sono sul palcoscenico, leggono i testi tradotti delle loro canzoni, in modo che gli spettatori capiscano a fondo il messaggio che vogliono veicolare.
A breve verrà pubblicato il loro terzo album, che racconterà della loro vita in Francia, del loro esilio. Non hanno mai dimenticato la Siria, anche se hanno poche speranze di potervi fare ritorno, a proposito del passato dicono che sono fieri di essere palestinesi, perché quelle sono le loro origini, ma sono cresciuti come siriani ed ora, a distanza di alcuni anni dal loro arrivo in Francia, si sentono parigini.
Nel mese di ottobre 2018 i Refugees of Rap hanno partecipato ad un laboratorio di musica rap in alcune scuole della Normandia: qui hanno incontrato diversi studenti e, attraverso la musica, sono riusciti ad entrare in contatto con loro e a far loro conoscere il loro travagliato passato. La musica è stato il veicolo principale di questo scambio: difficilmente degli adolescenti potrebbero interessarsi a tematiche quali la guerra, l’esilio, la vita dei rifugiati. Inizialmente gli studenti erano intimiditi, ma poi si sono lasciati coinvolgere nella scrittura e nell’interpretazione dei brani da loro stessi composti. I due fratelli sono rimasti soddisfatti dell’esperienza fatta nelle scuole del nord della Francia e credono fermamente che la musica sia in grado di avvicinare le persone e di connettere l’energia e i talenti dei più giovani.
Carmen Morello