La Cassazione ha autorizzato il referendum per l’abrogazione totale della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. L’Ufficio centrale della Suprema Corte ha confermato, nella giornata di oggi, la legittimità della richiesta, stabilendo che il quesito può procedere. La decisione sul referendum per l’abrogazione dell’Autonomia Differenziata arriva in seguito al pronunciamento della Corte Costituzionale, che aveva già dichiarato illegittime alcune disposizioni del testo legislativo. Il prossimo passo sarà la valutazione della Consulta sull’ammissibilità complessiva del referendum, prevista per gennaio.
La sentenza della Corte di Cassazione
Giovedì mattina la Corte di Cassazione ha validato la richiesta di referendum per l’aborgazione dell’Autonomia Differenziata, anche conosciuta come Legge Calderoli, cioè un provvedimento legislativo che punterebbe a trasmettere e dare maggiore autonomia alle Regioni di tutte quelle aree di competenza che, tecnicamente, sono gestite dallo Stato.
Ad oggi si aspetta la decisione della Corte Costituzionale che entro il 20 gennaio del prossimo anno dovrà confermarne la legittimità, procedendo così alla pratica del referendum. In caso di esito positivo, il referendum per l’abrogazione dell’Autonomia Differenziata si svolgerebbe tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2025.
La Consulta, lo scorso dicembre, aveva accolto parzialmente i ricorsi di quattro Regioni, sottolineando che “il regionalismo risponde a un’esigenza insopprimibile della nostra società”, ma ribadendo che la competenza esclusiva su determinate materie spetta al Parlamento. Settori cruciali come ambiente, energia, trasporti e commercio estero, secondo la Corte, devono rimanere sotto la gestione centrale dello Stato, per garantire l’unitarietà del sistema e la parità tra i territori.
L’importanza del referendum per l’abrogazione dell’Autonomia Differenziata
Il referendum, sostenuto da forze di opposizione, sindacati e associazioni civiche, rappresenta un’occasione per fermare una riforma che molti ritengono divisiva. Angelo Bonelli, deputato di Europa Verde, ha sottolineato come la legge Calderoli incrementi le disuguaglianze territoriali e minacci l’unità nazionale. “Sanità, scuola e infrastrutture non possono essere frammentate”, ha dichiarato Bonelli, criticando il tentativo del governo di ostacolare il referendum.
Reazioni dal fronte sindacale e politico
Ivana Veronese, vicepresidente del Comitato nazionale contro l’autonomia differenziata, ha accolto con soddisfazione la decisione della Cassazione. Si è ricordato poi come la Corte di Cassazione abbia eliminato i quesiti di abrogazione parziale per concentrare l’attenzione sulla cancellazione totale della legge. Queste pronunce sono avvenute infatti prima di oggi, quando la Corte aveva chiaramente affermato che parte del testo della riforma poteva essere considerato addirittura illegittimo, in quanto istituzionale.
Anche il Movimento 5 Stelle, attraverso i propri rappresentanti, ha esultato per quella che è, a tutti gli effetti, una nuova bocciatura per il governo e la maggioranza.
Dal Partito Democratico, Elly Schlein ha parlato di una notizia positiva per l’Italia, invitando il governo a fermarsi e a riflettere sulle implicazioni di una riforma che rischia di minare i diritti fondamentali dei cittadini.
Le criticità dell’autonomia differenziata
La legge Calderoli ha sollevato ampie critiche per il rischio di creare un’Italia a due velocità, con profonde disparità tra Regioni. La frammentazione di settori strategici come sanità, istruzione e trasporti viene percepita come una minaccia all’uguaglianza dei cittadini e all’efficienza del sistema pubblico. Secondo i detrattori, l’autonomia differenziata potrebbe portare a un indebolimento del ruolo centrale dello Stato, favorendo interessi di parte a scapito della coesione sociale.
La già dannosa Riforma del Titolo V del 2001 ha iniziato un tortuoso cammino per le regioni più periferiche e meno industrializzate, come quelle del Mezzogiorno, in cui la mano d’opera tende ad emigrare – sia internamente che oltre il confine italiano – oppure dove i lavori richiesti sono tutti a bassa qualifica e specializzazione.
Il testo dell’Autonomia Differenziata non prevede poi l’esistenza di alcuna forma di “diritto”, né in forma scritta né tantomeno in forma pratica, effettiva: esistono solo misure e livelli di prestazione che devono essere raggiunti, definendo così una logica sempre più classista tra Nord e Sud.
Il percorso verso il referendum
L’ordinanza della Cassazione sul referendum per l’abrogazione dell’Autonomia Differenziata, composta da circa 30 pagine, ha ribadito la validità del quesito referendario per l’abrogazione totale della legge. Tuttavia, la parola definitiva spetta ora alla Corte Costituzionale.
Se la Consulta darà il via libera, i cittadini avranno l’opportunità di esprimersi su una riforma che ha diviso il Paese. Il dibattito sul tema resta acceso, con schieramenti politici contrapposti e una forte mobilitazione della società civile.
In un momento storico in cui le disuguaglianze territoriali sono al centro del dibattito pubblico, il referendum rappresenta un banco di prova per il futuro dell’Italia e per il modello di governance che il Paese intende adottare.