Sì all’annessione della Guyana Esequiba da parte del Venezuela, è questo il risultato che è emerso dal referendum voluto dal presidente Nicolas Maduro. Oltre il 95% dei votanti si è dichiarato favorevole alla creazione di uno stato venezuelano nell’area ricca di petrolio, che però compone più della metà dello stato della Guyana. Anche se il referendum non è vincolante, la tensione con gli altri paesi dell’area, in primis la Guyana, si è alzata, portando ad alcuni dispiegamenti di militari nelle zone di confine.
Il Venezuela dice Sì all’annessione della Guyana Esequiba
Si apre un nuovo capitolo nella diatriba tra Venezuela e Guyana per il controllo della regione della Guyana Esequiba, territorio che da oltre 180 anni i due stati si contendono. Senza scendere troppo nei dettagli, secondo Caracas l’area le sarebbe stata sottratta in passato e quindi le spetterebbe di diritto, mentre la Guyana ovviamente contesta tutto e si oppone. L’interesse verso la regione è motivato dalla scoperta, avvenuta nel 2015, di ricchi giacimenti minerari e soprattutto di petrolio, che sarebbero di grande importanza per entrambi gli stati. Ecco allora che il 3 dicembre è arrivata una svolta.
In Venezuela è stato indetto un referendum consultativo per sostenere l’annessione della regione e trasformarla in uno stato federale, volendo strapparla una volta per tutte alla Guyana. La vittoria del “sì” è stata a dir poco schiacciante: su circa 20 milioni di aventi diritto al voto, più di 10 milioni si sono recati alle urne (anche se alcune fonti parlano di numeri “gonfiati” dal governo, con un’affluenza reale di soli 2 milioni di persone) e il 95% di questi si è espresso a favore dell’annessione. Un voto che lascia soddisfatto il presidente Nicolas Maduro, che si è espresso così dopo il conteggio dei voti: “Oggi, il popolo ha parlato forte e chiaro e stiamo per iniziare una nuova fase potente, perché portiamo il mandato del popolo, portiamo la voce del popolo“.
Il referendum probabilmente è un tentativo di Maduro di racimolare consensi e di distrarre l’opinione pubblica in vista delle elezioni presidenziali del 2024; il Venezuela è infatti teatro di una gravissima crisi economica e sociale ed è flagellato dall’inflazione più alta del mondo e da una massiccia fuga di cervelli. Di conseguenza il referendum può essere uno strumento molto utile per aumentare il patriottismo e far unire il paese intorno al presidente, sempre contestato.
Anche se il referendum aveva solo valore consultativo e non vincolante, il presidente Maduro ha di fatto ottenuto legalmente un’opinione favorevole, e quindi una legittimazione da parte del popolo, a rivendicare la sovranità venezuelana sul territorio della Guyana Esequiba; regione che però costituisce circa 2/3 dello stato della Guyana. Di conseguenza appare chiaro come la questione non sia affatto terminata con il voto del 3 dicembre.
Tensioni e spostamenti militari dopo il voto
Il risultato favorevole del referendum ha ovviamente attirato l’attenzione non solo della Guyana, diretta interessata, ma anche degli altri paesi dell’area. Il referendum di fatto è un metodo per decidere autonomamente come risolvere la disputa sulla Guyana Esequiba, ignorando e rifiutando la mediazione delle Nazioni Unite. La tensione tra il Venezuela e gli stati limitrofi è quindi aumentata, portando ad un dispiegamento di militari sulle zone di confine da parte di Guyana e Brasile, al fine di scoraggiare un qualsivoglia intervento armato per annettere la regione oggetto di disputa.
Lo scoppio di un conflitto sudamericano per il controllo della Guyana Esequiba non sembra essere un’ipotesi concreta, in quanto porterebbe ad una crisi regionale importante e difficile da gestire per il Venezuela, che già deve occuparsi delle varie crisi interne. D’altro canto l’annessione di un territorio ricco di risorse come quello in questione darebbe sicuramente ossigeno alle casse venezuelane e permetterebbe all’economia del paese di riprendersi almeno un poco. Non è facile prevedere che linea d’azione adotterà il presidente Mauro, se l’annessione si verificherà o meno e nel caso in quale modo; certo è che il destino dello stato del Venezuela è sempre più in balia delle scelte di un dittatore a tutti gli effetti.
Marco Andreoli