Reddito per gli immigrati? Pasquale Tridico sfida la destra

Reddito per i migranti

Negli ultimi giorni, Pasquale Tridico, economista e presidente dell’Inps, ha rilasciato un’intervista al giornale La Stampa, sollevando un nuvolone di critiche e gli amari pensieri della destra italiana.

Non si parla solo di reddito per gli immigrati

L’intervista a La Stampa del presidente tocca innumerevoli questioni, dove si è discusso di possibili interventi a sostegno dell’occupazione e della crescita di uno Stato e non solo del reddito per gli immigrati.
Ha ricordato come le donne, durante questa crisi economica, abbiano pagato un prezzo molto alto e suggerisce “un esonero contributivo di tre anni per coloro che rientrano in azienda dopo la maternità”.
Si è parlato anche degli studenti e di un possibile riscatto gratuito della laurea attraverso una copertura figurativa dei contributi per incentivare i giovani allo studio e alla formazione personale.
Tridico inoltre pone l’accento sul fronte delle pensioni e sulla proroga del blocco dei licenziamenti stabilita dal governo.
Un’intervista, dunque, ricca di contenuti che sembra però essersi cristallizzata su un unico e catastrofico punto per i politici di destra: l’immigrazione.

Cosa ha proposto Pasquale Tridico?

«Il reddito di cittadinanza è un argine importante contro la povertà assoluta che è aumentata con il Covid, raggiunge 3 milioni di persone e l’importo medio è di 550 euro. Ora sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati»

Continua poi, rincarando così la dose di malumori mattutini:

«Il reddito prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni, mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo. Quanto alle famiglie numerose, occorre aumentare il sussidio in base ai componenti del nucleo, oggi al massimo si arriva a 1.330 euro. O si cambia la scala di equivalenza, oppure si potrebbe agire sul contributo da 280 euro legato all’affitto. L’idea sarebbe di modularlo in base al numero dei familiari per raggiungere maggiore equità».

Ma siamo impazziti? Abbiamo proprio perso il lume della ragione!
In un’unica intervista, il presidente dell’Inps ha parlato di immigrazione, del reddito di cittadinanza concesso agli stranieri e della mastodontica attesa di dieci anni (unici in Europa); ma questa è una catastrofe mondiale!
Insomma, c’è stato proprio un mix micidiale per gli esponenti della destra tra cui Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Ylenja Lucasselli e Maurizio Gasparri.
La leader di Fratelli d’Italia incalza immediatamente la scempia proposta su Facebook:

«Siamo al delirio più totale! Il presidente dell’Inps Tridico, tanto voluto dai 5Stelle, richiede risorse in più per finanziare il reddito di cittadinanza a tutti gli immigrati, ritenendo il requisito di almeno 10 anni di cittadinanza un’esagerazione. Il tutto mentre le attività chiudono e i cittadini sono totalmente insoddisfatti delle briciole stanziate dal Dl Sostegni»

L’incapacità dei politici si riversa su nemici invisibili

Quindi, capiamo bene: se il presidente dell’Inps Pasquale Tridico afferma una frase del tipo “estendiamo il reddito di cittadinanza anche agli immigrati”, insorgono da tutti i lati una miriade di opposizioni nazionalistiche che cavalcano l’onda mediatica stereotipata e semplificata del “prima gli italiani!!!, Ma perché non diciamo che l’Italia è il paese dei balocchi per questa gente qui?! Ma vogliamo darci una svegliata? Perché pensate prima agli immigrati quando c’è gente che non riesce più a campare?”

Le polemiche come slogan prefabbricati

Quindi ciò significa che un’intervista, dove sono trattate varie questioni tra cui il fenomeno dell’immigrazione, è una cospirazione contro il Paese? Contro la povera gente nata in Italia?
Eccolo il punto, lo intravediamo!
La guerra tra poveri è un pozzo senza fondo, dove i politici scavano e rosicchiano le pareti. Pasquale Tridico ha affermato un’idea che non è realtà, e con ogni probabilità non lo diventerà mai. Pasquale Tridico non è di certo un paladino della giustizia e, quasi sicuramente, l’idea di estendere il reddito di cittadinanza agli immigrati non è risolutiva per la povertà dilagante di questi ultimi.
Eppure, le sue parole diventano espedienti, cavalli al galoppo per fomentare e depistare il cittadino verso problemi che non esistono nella misura in cui vengono raccontati.
Maurizio Gasparri così definisce la questione:

“Dopo i numerosi flop della sua gestione, che abbiamo denunciato con puntualità e che ancora producono effetti nefasti, adesso l’ineffabile lottizzato grillino Tridico propone di dare il reddito di cittadinanza agli immigrati. Un vero e proprio spot per l’arrivo di clandestini”

Certo, ci manca solo che il tutto prenda la piega di un’invasione futura da parte degli immigrati. Un’invasione che distruggerà gli equilibri sottilissimi dell’Italia, dove tutto è dato allo straniero e per noi non resta niente.
Interessante come nella società del multitasking, sia impossibile per certi vertici politici prestare attenzione a più questioni contemporaneamente. Uno sforzo faticoso.




Il reddito per gli immigrati o lo Ius Soli sono impensabili

Se si parla dello Ius Soli, che concederebbe la cittadinanza ad un bambino di origine straniere nato in Italia, è un’eresia immane. Se si parla -appena e neanche con così tanta cognizione- del totale disimpegno che il Governo ha assunto nei confronti degli immigrati, allora si sta attentando al bene del popolo vero. Quello italiano.
Confini, limiti, parole sputate tra i denti. Non ne vediamo la fine, anche se il cantautore Brunori Sas ce lo aveva già detto un po’ di tempo fa in uno di quei ritornelli che affondano il cuore e pure la speranza di analisi critiche migliori.

E tu, tu che pensavi
Che fosse tutta acqua passata
Che questa tragica misera storia
Non si sarebbe più ripetuta
Tu che credevi nel progresso
E nei sorrisi di Mandela
Tu che pensavi che dopo l’inverno sarebbe arrivata una primavera
E invece no
E invece no.

Maria Pia Sgariglia

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