Il Reddito di inclusione 2018, è il nuovo sussidio universale nazionale contro la povertà delle famiglie che risiedono in Italia ed entrerà in vigore al posto del SIA, sostegno inclusione attiva, a partire dal 1° gennaio 2018.
Il REI, approvato con il Ddl povertà disegno di legge recanti norme per il contrasto alla povertà e per il riordino dei servizi sociali prevede l’introduzione del cd. reddito di inclusione attiva, ossia, un contributo economico fino a 485 euro al mese per le famiglie più numerose.
Il nuovo reddito di inclusione 2018 non sarà però un regalo o un bonus una tantum, infatti, il mantenimento del sostegno al reddito sarà vincolato e condizionato ad un accordo tra il cittadino ed gli enti locali, basato sull’impegno a seguire un progetto personalizzato che miri a far uscire l’intero nucleo familiare dalla situazione disagiata e che preveda tra le altre cose, anche il mandare i figli a scuola ed accettare lavori o seguire corsi per un’eventuale formazione professionale.
In data 14 aprile 2017, firmato dal Premier Paolo Gentiloni e l’Alleanza contro la povertà, lo storico Memorandum reddito di inclusione sociale.
La presentazione della domanda reddito di inclusione 2018 e l’erogazione del contributo, sono vincolati al possesso dei requisiti necessari.
Il nuovo piano nazionale contro la povertà si caratterizza, quindi è una misura universale, un reddito di inclusione che non sarà però riservato solo ad alcune categorie di persone ma a tutti i cittadini poveri.
Con la nuova legge delega, il Governo, ha dovuto quindi:introdurre la nuova misura nazionale di contrasto della povertà, per garantire a tutti i cittadini un tenore di vita dignitoso e favorire l’inclusione sociale attraverso il cd. REI reddito di inclusione sociale per quanti, in possesso dei requisiti di reddito ISEE ed altri, presenteranno la domanda per ottenere un bonus fino a 500 euro al mese.
Per quanto riguarda il reddito Isee, infatti, al fine di non renderlo l’unico requisito per accedere al Reddito Inclusione sociale (Reis), la nuova misura terrà conto anche del reddito disponibile, in modo tale da consentire l’accesso anche da parte di quelle persone che pur possedendo la casa di abitazione versa comunque in uno stato di povertà.
La soglia ISEE per accedere al Reddito di inclusione, quindi passa dagli attuali 3.000 euro previsti dal SIA, a 6.000 euro di reddito ISEE.
Riguardo l’importo del reddito di inclusione sociale 2018, sarà calcolato sulla differenza tra il reddito disponibile e la soglia di riferimento ISR, ossia, la componente reddituale dell’Isee che tiene conto della scala di equivalenza. In base a ciò, il contributo economico REIS, dovrà coprire il 70% della differenza così calcolata che comunque non potrà essere inferiore all’importo dell’assegno sociale che per il 2017 è pari a 448,07.
Dal suddetto importo, vanno inoltre sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’assegno di accompagnamento.
Al fine di evitare che reddito di inclusione si trasformi in un disincentivo alla ricerca di un’occupazione stabile, il Ministero del Lavoro, è a lavoro per mettere in atto meccanismi per i quali il Reis, possa essere erogato anche nel caso in cui vi sia un aumento del reddito al di sopra della soglia di accesso al beneficio.
Il reddito di inclusione 2018 avrà una durata di 18 mesi. Passati 6 mesi dall’ultima mensilità è possibile chiedere il rinnovo per ulteriori 12 mesi.
Con la pubblicazione del D.Lgs. 15 settembre 2017, n. 147 in Gazzetta Ufficiale è stato istituto ed attuato il reddito di inclusione 2018 a partire dal 1° dicembre 2017 è già possibile richiederlo presentando l’apposita domanda. L’erogazione del contributo economico spettante, partirà da gennaio 2018.
Il cittadino, infatti, percettore dell’assegno di povertà sarà obbligato a sottoscrivere un accordo personalizzato ed hoc con il Comune basato su impegni ben precisi, come:Mandare i figli a scuola e mantenere una performance scolastica adeguata;Tutelare la salute dei ragazzi e dei bambini;Impegnarsi nella ricerca attiva di un’occupazione, per velocizzare così il reinserimento delle persone disoccupate ed inoccupate della famiglia.
Il progetto REI, pertanto vede la collaborazione tra:Comuni: che hanno il compito di erogare il sussidio universale in associazione ad un accordo personalizzato con il cittadino;INPS: che è l’ente pubblico che si occupa di attuare il piano e mettere a disposizione i propri servizi telematici per ricevere e trasmettere ai vari organi, la domanda reddito inclusione attiva da parte dei cittadini;Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha il compito di vigilare e verificare l’efficacia del nuovo sussidio universale contro la povertà con l’effettiva integrazione sociale della famiglia;Poste italiane: che ha il compito di emettere la Carta REI, ossia, la carta elettronica sulla quale l’Inps carica l’importo del REI spettante;
Servizi sociali e Centro per l’Impiego: hanno il compito di valutare la situazione economica, sociale e lavorativa delle famiglia richiedente il REI e di redigere il cd. patto REI che la famiglia è obbligata ad osservare, pena la revoca del beneficio e l’applicazione delle sanzioni REI 2018.
In base a ciò, il contributo economico REI, dovrà coprire il 70% della differenza così calcolata che comunque non potrà essere inferiore all’importo dell’assegno sociale che per il 2017 è pari a 448,07.
Dal suddetto importo, vanno inoltre sottratte le somme percepite dalle altre misure assistenziali percepite dal nucleo familiare, ad eccezione dell’assegno di accompagnamento:presenza di un componente di età inferiore a 18 anni;presenza di una donna in stato di gravidanza accertato;presenza di disabili in famiglia e di un genitore come tutore;presenza di almeno un lavoratore in stato di disoccupazione di età inferiore a 55 anni che sia stato licenziato a seguito licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, ed abbia cessato, da almeno 3 mesi, di beneficiare dell’indennità di disoccupazione o che non abbia diritto ad alcuna prestazione per mancanza di requisiti purché in stato di disoccupazione da almeno 3 mesi;Basso ISEE.
Inoltre, il patrimonio immobiliare non dovrà superare i 20.000 euro al netto dell’abitazione principale e il patrimonio mobiliare non deve superare i 10.000 euro.
Il reddito di inclusione non spetta quando un qualsiasi componente del nucleo familiare, fruisce della NASpI 2018 o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.
Ed è, altresì, escluso se nei due anni precedenti la domanda hanno acquistato un’auto, moto o barche.
Le domande pervenute sono già centinaia.
Ci si chiede se questo sia il metodo più giusto per aiutare le famiglie in difficoltà o se si sia un’altra italianata che andrà a favorire le tasche dei più furbi.
Anna Rahinò