Tutto è pronto per dare il via alla fase due del Reddito di Cittadinanza, meno di un beneficiario su tre dovrà cercare lavoro.
Questo è quanto si apprende dal Ministero del Lavoro che ha rilasciato le stime per la fase due del Reddito di Cittadinanza.Reddito di cittadinanza, quattro mesi dopo nessuna assunzione
A partire dal 2 settembre 2019 inizieranno le prime convocazione da centri per l’impiego per siglare i Patti di lavoro. A distanza di cinque mesi dal rilascio delle prime card comincia a sbloccarsi l’impasse denunciato da Dario Montanaro, presidente dell’associazione dei consulenti del lavoro,
Reddito di Cittadinanza fase due
La seconda fase del Reddito di Cittadinanza arriva con un notevole ritardo, se si pensa che gli aventi diritto avrebbero dovuto ricevere la prima convocazione entro 30 giorni dal riconoscimento del beneficio.
Qualcosa pare essersi bloccato e già da domani inizieranno le prime chiamate, a ricordare l’appuntamento è l’Anpal Servizi che ha divulgati i dati rilasciati dal Ministero del Lavoro inerenti alle persone occupabili.
Potranno essere chiamati non solo gli intestatari del bonus ma anche i componenti del nucleo famigliare non occupati e non inquadrati in un percorso di studi.
Le regioni maggiormente interessate
Stando alle stime rilasciate dal Ministero del Lavoro la fase due del Reddito di Cittadinanza interesserà maggiormente le regioni del Sud Italia.
Pare infatti che la maggior parte dei cittadini da avviare nei percorsi di lavoro risieda nel meridione e in dettaglio: il 65% dei beneficiari proviene da Campagna, Calabria, Sicilia e Puglia.
Gli obblighi dei beneficiari
Nonostante gli enormi ritardi nel dare il alla seconda fase non è ancora pronto un vero e proprio Patto di lavoro e per tal ragione si continuerà a seguire le norme del patto di servizio che interessa già gli iscritti nelle liste di disoccupazione.
I beneficiari del RDC dovranno collaborare con gli operatori ” redazione del bilancio delle competenze e rispettare gli impegni previsti nel Patto per il lavoro”. In cosa consistono questi impegni?
Innanzitutto l’obbligo di accettare almeno un’offerta di lavoro congrua su tre, l’offerta per essere ritenuta congrua deve seguire tre principi.
Il primo è quello della coerenza tra le esperienze e le competenze dell’avente diritto e il lavoro offerto; c’è poi da considerare la distanza del luogo di lavoro e i tempi di trasferimento mediante i mezzi pubblici; la durata dello stato di disoccupazione.
La questione della lontananza
Il più flessibile dei tre principi è sicuramente quello della lontananza, variabile a seconda dei mesi di fruizione de beneficio.
La prima offerta di lavoro sarà ritenuta congrua se collocata entro cento chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario.
Con la seconda offerta i chilometri diventano duecentocinquanta mentre la terza chiamata ha l’unico requisito di rientrare nei confini del territorio nazionale.
Emanuela Ceccarelli