Il contratto di governo fa discutere persino nella maggioranza giallo-verde. Il dl introduce il reddito di cittadinanza e la cosiddetta quota 100 per l’accesso alla pensione anticipata.
A oggi è pronto e dorrebbe, nelle prossime ore, arrivare alla versione definitiva per essere approvato, poi, durante la settimana.
A partire da aprile si potrà andare in pensione se si sono raggiunti, a fine 2018, almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Inoltre, chi è in certe condizioni di povertà, potrà chiedere il reddito di cittadinanza ma a patto di firmare un accordo per il lavoro che impone l’impegno alla formazione e alla ricerca di attività lavorative, e alla conseguente accettazione di eventuali proposte di lavoro congrue.
Il governo stima una spesa, per i 9 mesi del 2019, ossia a partire da aprile, di 6,11 miliardi di euro per un milione e 375mila famiglie, di cui un terzo composto da single. Per un intero anno, la somma ammonterebbe invece a 8.14 miliardi. L’assegno potrebbe arrivare sino a 1.330 euro.
L’iter da seguire è questo:
- Il potenziale beneficiario dovrà presentare domanda presso Poste Italiane attraverso il modello telematico;
- Poste Italiane passerà il modello all’Inps che verificherà il possesso dei requisiti;
- L’Inps invierà all’interessato una lettera a casa con l’esito;
- Entro 30 gg, in caso di esito positivo, l’interessato dovrà recarsi all’ufficio postale per ritirare la card già carica del corrispettivo rispettivo alla propria situazione;
- Entro il 30 gg, il beneficiario dovrà recarsi presso un centro per l’impegno per stipulare un patto di lavoro con cui si impegnerà a cercare attivamente un lavoro;
- I comuni o i loro enti operativi dovranno convocare il beneficiario per lo svolgimento delle otto ore di servizi di pubblica utilità;
- Le imprese, assumendo un beneficiario, otterranno uno sgravio contributivo dalle 5 alle 18 mensilità;
- Il beneficiario potrà rifiutare sino a un massimo di tre offerte di lavoro, pena la perdita del sussidio;
- Dopo 18 mesi, se le condizioni sussistono, sarà previsto un tagliando con la proroga per altri 18 mesi
Il reddito potrà essere richiesto anche dagli stranieri purché in possesso del permesso di lungo soggiorno e residenti in Italia da almeno 10 anni.
La norma mostra certo alcune criticità, che lambiscono un possibile disimpegno al lavoro anche se il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia, dichiara di ‘voler rilanciare l’occupazione’. Già motivo ripetuto dai grillini nelle vecchie elezioni, il reddito di cittadinanza dovrebbe essere gestito, come si evince da quanto scritto sin ora, dai centri per l’impiego, i quali, manifestamente, vertono in situazioni di forte disagio e disorganizzazione.
In mancanza di un testo di legge, ad ogni modo, l’unico percorso possibile è quello di seguirne gli sviluppi e mantenere un certo spirito critico rispetto a ciò che il governo mette in atto.
Flavia Innocenzi
Ma perchè questi luoghi comuni del “disimpegno al lavoro”. E se lo dice Confindustria poi, massima affidabilità, gli stessi che parlavano di apocalisse in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale. Ma andiamo. Il reddito a chi sta sul divano non viene dato e i centri per l’impiego verranno riformati!
La posizione a riguardo può essere diversa, ma la speranza no… I centri verranno riformati, la gente non starà sul divano e il dispendio economico non ci farà “sanguinare”… abbiamo le stesse speranze!