Conte e lo spettro della crisi
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato che l’Italia è in recessione.
Altro che boom economico annunciato qualche settimana fa dal Ministro dell’Economia Di Maio. L’Italia ha fatto il botto è vero, ma in questo caso non è una bella notizia.
Il quadro generale non è affatto rassicurante e l’Istat ha appena confermato il dato. L’economia italiana ha avuto un’ulteriore contrazione dello 0,2%.
Il peggior risultato degli ultimi 5 anni, infatti solo nel 2013 si era raggiunto un livello così basso.
Si chiama recessione tecnica ma cosa significa veramente?
Si tratta dell’esatto opposto della crescita economica, dello sviluppo di un paese. Ricchezza, consumi, produzione di beni e servizi: tutto è fermo al palo.
Gli imprenditori non investono, le aziende non producono e di conseguenza la disoccupazione aumenta. I giovani, soprattutto al Sud, non lavorano oppure sono costretti ad andare all’estero, le famiglie non spendono perché il costo della vita inevitabilmente aumenta.
L’esecutivo giallo-verde rassicura però sul fatto che a fine anno ci sarà un recupero, ma la verità intanto è che vi è il rischio concreto di una manovra correttiva in primavera che potrebbe riportare sul tavolo del nuovo governo vecchie soluzioni: riduzione delle esenzioni sanitarie e taglio delle detrazioni fiscali.
Gli interventi messi in campo finora, Quota 100 e reddito di cittadinanza, difficilmente potranno far risalire la china al nostro paese.
Di cosa ha bisogno l’Italia?
L’Italia ha bisogno di investimenti importanti e di rimettere in moto un sistema economico di domanda e offerta di beni e servizi che da troppo tempo non funziona più.
Il governo del cambiamento ha un’enorme responsabilità e non può permettersi di sbagliare alimentando ulteriormente il livello di sfiducia e di rabbia dei cittadini.
Trovare il giusto equilibrio tra riduzione dei tassi di interesse, così da stimolare l’offerta di denaro delle banche alle imprese per far crescere investimenti e produzione e un aumento della spesa pubblica per riavviare l’economia, non è semplice.
Attualmente i tassi di interesse sono già molto bassi e dopo l’ultima legge di bilancio il governo ha margini ridottissimi di ulteriore spesa che anzi va tagliata per disinnescare le temutissime “clausole di salvaguardia“.
Ce la farà l’Italia a ripartire?
Federica Nobilio