“Quanti neri! Fate lavorare gli italiani” – Razzismo all’osteria di Don Gallo

Critiche ai gestori della “Lanterna” di Genova, fondata da Don Gallo, a causa del colore della pelle dei camerieri. Non era mai successo, sintomo che qualcosa sta cambiando?

Non è passata neanche una settimana da quando è balzata alle cronache la notizia dell’albergatore di Cervia e già ci troviamo a dover affrontare e sopportare un altro caso di discriminazione nel lavoro. Il motivo stavolta è l’opposto. Non è la mancata assunzione a fare da causa scatenante, bensì l’assunzione avvenuta a discapito degli italiani a sentire molti dei clienti passati per l’osteria “A’ Lanterna“.

A rendere ancora più intollerabile la situazione è il fatto che questa discriminazione avvenga davanti alla faccia di Don Gallo la cui foto è, per l’appunto, esposta sulle pareti. “A’ lanterna” è infatti un’impresa sociale nata a Genova nel 1981 da un’idea del prete di “sinistra” per recuperare le persone svantaggiate attraverso il lavoro.

In questa locanda ci lavorano 12 persone di cui 5 provenienti dall’Africa, scappati dalla fame e dalla guerra del loro paese. Tutti loro stanno aspettando da un anno e mezzo una risposta alla loro richiesta d’asilo.

Tutti i camerieri che servono ai tavoli indossano una maglietta rossa con la scritta “dimmi chi escludi e ti dirò chi sei“. Scritta che deve essere passata inosservata oppure, peggio, non capita da alcuni clienti della locanda. La riflessione e la comprensione stanno diventando una virtù per pochi e sicuramente non la si trova in persone che temono culture a loro sconosciute.




I populismi hanno raggiunto purtroppo anche queste mura e neanche la bontà praticata e professata da Don Gallo riesce ad ammansire certa “rabbia” che fuori da “A’ Lanterna” stanno seminando talune persone.

Infatti da alcune settimane il locale si è visto bersagliato, su Google e Tripadvisor, da recensioni a sfondo discriminante.

Quanti neri, perché non fate lavorare gli italiani bisognosi?”

Gente che ha si apprezzato la qualità della cucina ma che la cosa che non è riuscita a digerire era il colore di chi li ha serviti e non il cibo. Non mancano anche le classiche battutine “sull’abbronzatura” del personale, battuta sdoganata da un discutibile presidente del consiglio passato. Insomma, niente da ridire sul servizio in sè ma su coloro che lo effettuano.

Sabato scorso sono arrivati marito, moglie e due bambini, da Bari.Sono venuti a pagare il conto e mi dicono: “Ma a Genova di italiani non ce ne sono più?”.  Io gli ho risposto, “guardi sono genovese, di Sestri, il mio collega qui a fianco è di Bolzaneto

È il racconto di Maura Poletti che lavora da più di un anno alla “Lanterna“. Oltre le recensioni sul web anche il malcontento palesato sul luogo.

Questa è una novità degli ultimi mesi. Mai nessuno dei clienti passati nel locale di Don Gallo aveva trovato “inadatte” le origini dei camerieri. Questo può avere un solo motivo come causa scatenante. Le parole dei politicanti atte ad aumentare il terrore, la paura e l’intolleranza verso lo straniero.

Il continuo invitare in TV e dare spazio a persone in cui invece andrebbe tolta la parola. Non è una questione di “negare la democrazia“. Democrazia è esprimere la propria idea. Veicolare il mezzo TV per diffondere messaggi di odio, non a nulla a che vedere con l’espressione democratica delle proprie idee. Andare in dirette televisive con la maglietta “Ruspe in azione“, e permettere che queste vengano indossate, è incitamento alla violenza. Dall’altra parte dello schermo ci potrebbero essere, e ci sono, menti più malleabili che si convincono che passare con la ruspa su delle persone sia cosa buona e giusta nonché una difesa dei propri confini.

Un’onda d’odio e di induzione alla paura e alla violenza che riscuote politicamente successo e garantisce voti. Motivo per cui anche la “sinistra“, o quel che ne resta, ha pensato bene nelle ultime settimane di seguire questa scia e di allinearsi agli slogan tanto cari alla destra. “Aiutiamoli a casa loro“, tra un esplosione e l’altra magari. Per non parlare della chiusura e dell’ostracismo attuato in questi giorni contro le ONG.

Quelli che dividono le persone in base alla loro nazionalità non sono benvenute”

Questo il motto della “A’ Lanterna” e dovrebbe essere lo slogan di qualsiasi paese civile come si augura possa essere, o meglio. tornare a essere l’Italia.

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