Discriminazione razziale ed intolleranza anche difronte alla propria salute.
Andi Nganso è originario del Camerun, vive in Italia da 12 anni, ha studiato medicina in Germania poi in Italia ove è medico presso l’ambulatorio della guardia medica di Cantù in provincia di Como nel quale ha subito questo atto di discriminazione razziale.
In precedenza aveva lavorato nel centro di accoglienza di Bresso in provincia di Milano e prima ancora in quello di Lampedusa.
Egli racconta che gli capita di accorgersi che i pazienti dimostrino un disagio o addirittura incertezza nel farsi visitare da un medico di colore, a volte con una scusa lasciano l’ambulatorio. Una volta una bimba che stava visitando gli disse che lo trovava molto gentile a dispetto di ciò che le dicevano i propri genitori, ossia di non parlare con gli uomini neri. Questo tipo reazione però ancora non l’aveva subita.
Una signora recatasi all’ambulatorio della guardia medica, trovandosi davanti un medico nero gli ha esclamato:
Non mi faccio toccare da un medico negro!
ed è fuggita via.
La reazione del dottor Andi Nganso è stata quella di pubblicare un post su face book ove sfoga la sua rabbia scrivendo:
Non ti fai toccare da un medico “negro”? Io ti ringrazio. Ho 15 minuti per bermi un caffè.
Se anche di fronte a problematiche di salute la gente arriva a scappare davanti “all’uomo nero” vuol dire che il degrado civile aumenta invece che diminuire.
Se in primis la classe politica è la prima ad esprimersi con frasi razziste come quelle di Fontana sindaco di Varese candidato alle elezioni per la regione Lombardia sarà sempre più difficile superare pregiudizi, tabù e discriminazioni. Persino i libri di testo scolastici riportano frasi razziste e genitori denunciano l’oltraggio per l’assegno di compiti scomodi in quanto rivolti ad intervistare un immigrato https: http://\\www.ultimavoce.it/scuola-trieste-intervista-immigrato/ .
Di questo passo non capiremo mai che le società multirazziali sono le più ricche sono tutti gli aspetti.
Raffaella Presutto