La missione SES-10 non avrebbe avuto nulla di straordinario in se, la SpaceX del vulcanico e geniale Elon Musk ha messo in orbita un satellite per telecomunicazioni operato dalla società SES che fornirà TV e internet a vari paesi in America Latina, quello che rende l’impresa storica è che apre l’era dei razzi riutilizzabili, infatti il vettore era già stato utilizzato in una precedente missione ad aprile dello scorso anno e alla fine di quella missione era tornato a terra atterrando in verticale su una nave drone (delle piattaforme automatizzate) della SpaceX.
Non il primo razzo riutilizzabile, ma il primo che inaugura l’era dei razzi riutilizzabili
Quelli di SpaceX non sono stati gli unici a far decollare e poi atterrare un razzo, lo ha già fatto la Blue Origin di Jeff Bezos il fondatore di Amazon, per ben cinque volte, la grossa differenza è che quelli erano voli suborbitali puramente dimostrativi, queste sono missioni commerciali in orbita. Con questa sono nove volte che SpaceX riesce a far atterrare con successo il primo stadio di uno dei suoi razzi Falcon 9, sei volte sono atterrati nell’oceano e sei sulla terraferma. L’obiettivo di Musk sarebbe farli atterrare tutti sulla terraferma, ma se il razzo consuma troppo carburante nell’ascesa (ovviamente dipende principalmente dal carico che porta in orbita) non sempre è possibile scegliere liberamente dove atterrerà. Poter riutilizzare i razzi abbassa enormemente i costi ed infatti quelli della SES erano quasi più entusiasti di quella della SpaceX e dicono che tutto il settore industriale legato allo spazio sta guardando a questi sviluppi. Nel comunicato stampa relativo alla messa in orbita, dopo i dati del loro satellite si leggono le parole del CEO (amministratore delegato per dirlo all’italiana) Gwynne Shotwell “siamo elettrizzati dall’aver conseguito con successo il lancio di un Falcon 9 che aveva già volato. Questa è una pietra miliare storica nella strada verso una rapida e completa riusabilità“.
Alcuni dati tecnici, seppur secondari rispetto all’importanza dell’evento, il Falcon 9 è partito dal Kennedy Space Center in Florida, alle 22:27 ora di Greenwich del 30 marzo. Il satellite trasportato pesa 5.282 kg e doveva essere lanciato in un orbita ellittica tra i 218 e i 35.400 km, ora manovrerà con i suoi mezzi per circa un mese per andare a posizionarsi nella sua orbita definitiva geostazionaria a 35.800 km.
Fonte immagine: www.kennedyspacecenter.com
Roberto Todini