Razionamento dell’acqua a Bogotà: El Niño mette in ginocchio la Colombia

razionamento dell'acqua a Bogotà, Colombia

Bogotá, la fiorente capitale colombiana nota per le sue abbondanti risorse idriche, si trova ora ad affrontare una sfida senza precedenti: una grave crisi idrica. L’11 aprile sono entrate in vigore misure di razionamento dell’acqua a Bogotà a causa di una siccità devastante, resa ancora più critica dal fenomeno climatico del Niño. Il fenomeno climatico de El Niño ha portato ad un abbassamento del livello dell’acqua senza precedenti, mettendo in ginocchio la vita di circa dieci milioni di cittadini che vivono nella capitale colombiana.

Le autorità stanno ora cercando di risolvere un problema troppo grande e sempre più incontrollabile: intanto, per mitigare la crisi e rendere il meno violento possibile l’impatto della siccità, la capitale è stata divisa in nove aree che si alterneranno nella fornitura dell’acqua. Sono escluse, dal razionamento dell’acqua a Bogotà, scuole e ospedali. 

L’emergenza idrica arriva anche in Colombia: misure di razionamento dell’acqua a Bogotà

La capitale colombiana, solitamente ben fornita di risorse idriche, si trova ora ad affrontare una grave crisi idrica. L’11 aprile sono state introdotte misure di razionamento dell’acqua a Bogotà a causa di una siccità senza precedenti, aggravata dal fenomeno climatico del Niño. Questa emergenza mette in luce le sfide che molte città in America Latina stanno affrontando a causa della scarsità d’acqua.

Menzioniamo l’America Centrale e Latina, in particolare, perché la Colombia non è sicuramente la prima vittima de El Niño: un altro grave dramma – ambientale, civile e sopratutto economico – è sicuramente la secca nel canale di Panama, persistente ormai da mesi e dovuta proprio allo shock climatico del Niño. Questo pericoloso fenomeno climatico infatti sta divorando le acque dei fiumi, del mare e dei canali e causa dei problemi al traffico commerciale, oltre che alla vita quotidiana delle persone.

Situazione attuale: carenze idriche e razionamento dell’acqua a Bogotà

La siccità ha colpito duramente l’area metropolitana di Bogotá, che conta tra gli otto e i dieci milioni di abitanti. La città è stata divisa in nove settori, ognuno dei quali subirà interruzioni nell’approvvigionamento idrico ogni dieci giorni. Queste interruzioni sono già in corso, con il primo settore che ha sperimentato una sospensione del servizio idrico per ventiquattro ore il 11 aprile. Le successive interruzioni colpiranno gli altri settori, con alcune eccezioni previste per ospedali e scuole.



La fornitura di acqua della capitale colombiana dipende fortemente dal bacino idrico di Chuza, che fornisce a più della metà dei cittadini acqua per uso quotidiano. Al momento, ha toccato il livello minimo di capacità idriche negli ultimi 40 anni – circa il 17%. Il sindaco di Bogotà ha inoltre dichiarato che i livelli oggi riscontrabili sono, addirittura, al di sotto delle più pessimistiche proiezioni che le autorità avevano fatto all’inizio del 2024.

Cause della crisi idrica

La principale causa di questa emergenza è la mancanza di piogge sufficienti per rifornire adeguatamente le riserve idriche della città. La situazione è stata aggravata dal fenomeno climatico El Niño, che ha portato a un notevole riscaldamento delle acque superficiali nel Pacifico meridionale. Questo ha influenzato il clima regionale, riducendo le precipitazioni e causando un esaurimento delle risorse idriche.

Le politiche adottate per far fronte alla crisi idrica sono state quelle dei tagli. L’obiettivo è, ancora oggi, quello di ridurre la domanda idrica il più possibile. Ma con le piogge sempre meno frequenti e il caldo asfissiante ed afoso, la situazione è andata sempre più a deteriorare e anche la pratica del razionamento dell’acqua a Bogotà sta risultando fallace. 

Impatto del razionamento dell’acqua a Bogotà su La Calera e altre comunità

La crisi idrica non riguarda solo Bogotá, ma anche comunità circostanti come La Calera. Questo comune, con i suoi 36mila abitanti, ha sperimentato interruzioni nell’approvvigionamento idrico sin dalla fine di febbraio. La dipendenza dalle gole di San Lorenzo, che forniscono la maggior parte dell’acqua al comune, ha reso la situazione ancora più critica.

Il razionamento dell’acqua a Bogotà è stato diviso in base alla formazione idrica del sottosuolo. Usme è l’unica parte della città che ha un autonomo sistema di approvvigionamento, e che quindi non dipende dalle decisioni del sindaco della capitale.

Risposta delle autorità e appelli alla cittadinanza

Il sindaco di Bogotá, Carlos Galán, ha dichiarato che la situazione è “critica” e ha chiesto alla popolazione di adottare misure per ridurre i consumi d’acqua. Ha raccomandato di fare docce brevi e di utilizzare la lavatrice solo a pieno carico. Inoltre, le istituzioni come scuole e ospedali avranno accesso a serbatoi d’acqua messi a disposizione dal governo locale.

Secondo l’Azienda Idrica degli Acquedotti e delle Fogne di Bogotà, il 58% dell’acqua – in situazioni normali – viene usata per l’igiene personale, il 23% per la cucina, il 10% per i servizi igienici e il restante 9% per le pulizie della casa. Da questi dati, le autorità hanno nuovamente incoraggiato i cittadini a fare, a loro volta, un razionamento dell’acqua: usare poco le lavatrici, chiudere i rubinetti, limitare le docce. 

Le misure di razionamento dell’acqua a Bogotà rimarranno in vigore finché le riserve idriche non torneranno a livelli accettabili. Tuttavia, il governo sta anche lavorando per affrontare le cause strutturali della crisi idrica. Sforzi sono in corso per aumentare i livelli di stoccaggio nel sistema Chingaza, una risorsa vitale che fornisce il 70% dell’acqua della città. Questo include l’adozione di politiche di conservazione e la ricerca di soluzioni a lungo termine per garantire la sicurezza idrica di Bogotá e delle comunità circostanti.

Lucrezia Agliani

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