Ray-Ban Stories: è finalmente arrivato il momento degli Smart Glasses?

Ray-Ban Stories

Dopo due settimane dall’uscita dei nuovi Ray-Ban Stories, nati dalla collaborazione tra  Facebook e il gruppo EssilorLuxottica, emergono le prime impressioni sull’occhiale smart che punta a diventare leader di categoria. Dopo gli smart watch, sarà finalmente giunto per loro il momento di rivoluzionare il mercato dei wearables device?

Ray-Ban Stories: caratteristiche e funzionalità

Mark Zuckerberg e Rocco Basilico, Chief Wearables Officer di EssilorLuxottica, presentano i nuovi smart glasses in un video pubblicato sul canale youTube di Facebook il 10 settembre 2021. I Ray-Ban Stories riprendono i modelli Wayfarer e Wayfarer Large, Ray-Ban Round e Meteor, ma hanno al loro interno un processore Snapdragon leggerissimo. Sono disponibili in 6 diverse colorazioni con un prezzo in Italia a partire da 320,00€.

Caratteristiche Tecniche

Gli smart glasses di Facebook hanno all’interno della montatura piccoli altoparlanti, sensori touch che permettono di azionare i comandi, tre microfoni e un paio di fotocamere alle estremità delle due lenti. La pagina dedicata al prodotto sul sito Ray-Ban offre una panoramica delle informazioni tecniche:

  • ACQUISIZIONE DI IMMAGINI: 2592x1944px
  • ACQUISIZIONE DI VIDEO:Minimo 1184x 1184px @30fps
  • SISTEMA AUDIO: 2x Micro Speaker
  • MICROFONO: Array Audio A 3 Microfoni
  • MEMORIA: 500+ Foto O 30+ 30s Video
  • WIFI: 802.11 Ac, 2.45/5 Ghz

A colpire è da subito l’assenza di qualunque tipo di display integrato, al posto del quale si trovano regolari lenti Ray-Ban, disponibili anche in versione polarizzata o graduata. 

Funzionalità

Aprendo la confezione, gli utenti sono invitati a scaricare Facebook View, il sistema operativo realizzato esclusivamente per gli occhiali smart, che permette di  importare e modificare le acquisizioni, creare e condividere contenuti e gestire le impostazioni. L’app è disponibile sia per iOS che per Android.

Pensati soprattutto per registrare piccoli video di 30 secondi, i Ray-Ban Stories lasciano libere le mani e permettono di catturare momenti di vita quotidiana da protagonisti. Non è realtà virtuale, ma ha comunque la caratteristica di essere in qualche senso immersiva.  Oltre ai video, con i Ray-Ban Stories si può scattare anche foto, semplicemente premendo un piccolo pulsante sopra la stanghetta destra.

La riproduzione audio, già vista nei Frames di Bose, vede la sua caratteristica distintiva nell’interfaccia. La stanghetta destra dei Ray-Ban Stories presenta infatti una superficie touch attraverso cui, con una serie di tocchi differenti, è possibile intervenire sulla riproduzione e sulle chiamate direttamente dall’occhiale, senza la necessità di usare lo smartphone.

Il microfono integrato permette l’acquisizione del suono durante la ripresa video,  di effettuare e ricevere chiamate, ma anche di attivare, previo consenso, il Facebook Assistant. È possibile azionare, infatti, ogni funzione anche attraverso un semplice comando vocale.

Ray-Ban Stories: le prime impressioni

Escono le prime video-recensioni sul prodotto che sembra voglia emulare gli Spectacles di Snapchat. In realtà le differenze sono diverse, tanto nelle funzionalità, quanto nel target a cui si rivolgono. Facebook ha scelto un brand come Ray-Band, comunicando da subito la forte aspirazione a creare un prodotto di tendenza, rivolto ad un target medio spendente, ma non inacessibile ai più. La qualità delle telecamere, passa in secondo piano rispetto a confort e design, l’interfaccia smart è perfettamente integrata e quasi invisibile. In TechDale, il canale YouTube di Jacopo D’Alesio, durante il suo unboxing, si mostra il primo test con il prodotto. Avete mai provato a fare delle stories su un monopattino elettrico? Nonostante qualche limite, sembra che la libertà di azione sia impagabile.

Se da una parte Facebook esclude per un attimo la realtà aumentata, dall’altra Snapchat ha appena annunciato l’uscita dei suoi nuovi smart glasses in cui è possibile vivere un’esperienza davvero immersiva tra contenuti reali e digitalmente aumentati. Al momento però, così come si legge sul loro sito, “I nuovi Spectacles non sono in vendita. Sono pensati per gli autori che vogliono superare i limiti delle esperienze AR immersive.”

Sembra quindi che i due colossi digital stiano in realtà giocando due partite diverse nel mercato dei wearables device. Di certo, sembra che dopo tutti i tentativi e i prototipi creati, a partire dai primi Google Glass, sia arrivato davvero un momento prolifico per una nuova rivoluzione nella fruizione e creazione dei contenuti digitali.

E la privacy?

Quello di Zuckerberg è stato, senz’altro, un passo coraggioso, soprattutto dopo i problemi in materia di acquisizione e gestione di dati personali. I Ray-Ban Stories sono dispositivi connessi in rete, con telecamere e microfoni, pensati per offrire agli altri il nostro punto di vista. Il senso allarmante di invasione della privacy è stato fronteggiato dai produttori, predisponendo un sensore luminoso sulla montatura che indica quando gli occhiali stanno eseguendo una foto o un video. È possibile inoltre disattivare ogni funzionalità smart, spegnendo il device attraverso il pulsante on/off presente all’interno della montatura. Sembra, quindi, di poter avere il pieno controllo del dispositivo.

Rassicurante no?

Lucrezia Bassani

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