Rating Italia: Un’analisi approfondita delle valutazioni effettuate dalle agenzie di rating internazionali sul debito italiano rivela un quadro complesso e in costante evoluzione. Mentre le tre principali agenzie, ovvero S&P, Fitch e Moody’s, svolgono il delicato compito di giudicare la capacità dell’Italia di onorare i propri impegni finanziari, l’intera nazione tiene il fiato sospeso, consapevole dell’enorme importanza di queste valutazioni per la sua stabilità economica e finanziaria.
Le agenzie di rating, quelle come S&P, Fitch e Moody’s, sono entità indipendenti che svolgono un ruolo vitale nell’analisi della capacità delle società di onorare i loro debiti. Quando si tratta di valutare il debito degli Stati, che sono in assoluto i debitori principali, queste agenzie esaminano attentamente e classificano i titoli del debito in base alla capacità dell’emittente di rispettare i propri impegni entro scadenze prefissate.
L’approccio seguito da queste tre agenzie di rating è qualitativo e coinvolge esperti che lavorano diligentemente per valutare una vasta gamma di informazioni. Non si tratta di un processo automatico, né è vincolato a uno schema rigido. L’obiettivo è assegnare un punteggio basato su una scala di valori alfabetici, che varia da “AAA”, il massimo grado di solvibilità, a “D”, che identifica uno stato di insolvenza. Moody’s, tuttavia, utilizza una scala leggermente diversa, con il rating più basso stabilito a “C”.
Il 20 ottobre, Standard & Poor’s ha annunciato l’avvio di una fase di valutazione del debito italiano, seguita da Fitch Investors Service il 10 novembre e da Moody’s sette giorni dopo. Questa serie di valutazioni è fondamentale per determinare l’affidabilità finanziaria dell’Italia.
In passato, sia Standard & Poor’s che Fitch avevano confermato il rating italiano a “BBB” con prospettive stabili nel corso di aprile e maggio. Tuttavia, Moody’s aveva scelto di non aggiornare il rating, mantenendo l’Italia a “Baa3” con prospettive negative. Un eventuale declassamento dell’Italia in questa categoria potrebbe rappresentare un colpo per la sua stabilità finanziaria.
L’ultima valutazione effettuata poche ore fa da S&P ha confermato il rating “BBB” per l’Italia con prospettive stabili. Questa decisione è motivata dalla previsione di un consolidamento di bilancio più lento rispetto alle aspettative, dovuto in parte all’incremento degli interessi sul debito pubblico e all’imminente impulso economico derivante dai fondi dell’Unione Europea. L’agenzia ha anche sottolineato l’alto debito pubblico dell’Italia e la sua sensibilità alle condizioni di mercato.
Per quanto riguarda la crescita economica italiana, S&P prevede una decelerazione nel 2023 e nel 2024, con un recupero stimato sopra l’1% del PIL italiano nel 2025. Quest’anno, si prevede una crescita dell’0,9%, leggermente superiore all’obiettivo del governo dell’0,8%, seguita da una crescita dell’0,7% l’anno successivo e dell’1,3% nel 2025.
Tuttavia, il consolidamento di bilancio sarà più lento del previsto a causa della revisione degli obiettivi di deficit del governo. S&P stima un deficit pari al 5,5% del PIL nel 2023, considerando anche le spese aggiuntive derivanti dagli incentivi del superbonus.
Le agenzie di rating svolgono un ruolo critico nel determinare la stabilità economia e finanziaria di un paese come l’Italia. Le loro valutazioni influenzano direttamente la fiducia degli investitori e possono avere un impatto significativo sulla capacità di un paese di gestire il proprio debito e sostenere la crescita economica. La situazione attuale dell’Italia riflette una prospettiva sfidante ma anche l’opportunità di implementare politiche economiche prudenti per affrontare le sfide future.