Rapporto tossicodipendenze: nel 2022 oltre 129mila assistiti

Rapporto tossicodipendenze

Il Rapporto tossicodipendenze 2022, reso pubblico nei primi giorni di quest’anno, offre un quadro abbastanza dettagliato del fenomeno della tossicodipendenza in Italia. Sono oltre 129mila gli individui che hanno ricevuto assistenza dai servizi pubblici, su un totale di circa 250mila contatti; di questi la maggior parte risulta essere di genere maschile, mentre la droga più utilizzata dagli assistiti risulta essere l’eroina. Rimangono tantissimi ma non precisamente quantificabili i casi di tossicodipendenza che non ricevono assistenza pubblica.

I dati del Rapporto tossicodipendenze 2022




Illustrare nel dettaglio i principali dati sull’utenza, le attività e il personale dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche in Italia“, questo è lo scopo del Rapporto tossicodipendenze, l’indagine relativa al mondo dell’uso di stupefacenti stilata annualmente dal Ministero della Salute. La ricerca, svolta con i dati rilevati attraverso il SIND (Sistema Informativo Nazionale per le Dipendenze), offre una panoramica molto dettagliata sull’uso di sostanze stupefacenti nel nostro paese, oltre che un monitoraggio completo per quanto riguarda le attività dei centri di assistenza e degli interventi socio-sanitari degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Pochi giorni fa è stato pubblicato il Rapporto tossicodipendenze 2022, andiamo ad analizzarne dunque i dati più rilevanti.

Nel 2022 i Servizi pubblici per le Dipendenze (Ser. D) attivi in Italia erano 573 e potevano contare su un personale dipendete di quasi 6000 individui, a cui poi si aggiungono le figure professionali, quali infermieri (i quali costituiscono la maggior parte del personale specializzato), medici, psicologi e assistenti sociali.

In totale i Servizi pubblici hanno assistito oltre 129mila soggetti dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope (su un totale di contatti ammontante a circa 242mila individui); il 91% era di nazionalità italiana, l’86% era di genere maschile (con un rapporto femmina-maschio 1 a 6), mentre i nuovi utenti dei centri di assistenza sono stati circa 17mila. La fascia di età più presa in carico è stata quella compresa tra i 35 e i 54 anni, ma i nuovi utenti dei Ser. D sono sempre più giovani essendo soggetti tra i 20 e i 44 anni.

La sostanza più usata dai pazienti assistiti risultava (e risulta anche oggi) essere l’eroina, mentre i nuovi utenti tendono di più all’uso (e soprattutto all’abuso) di sostanze non oppiacee ma stimolanti, in primis la cocaina; quest’ultima è la sostanza che negli ultimi anni ha visto crescere maggiormente il suo tasso di abuso e di conseguenze le richieste di assistenza per disintossicarsi da essa. Riguardo all’assistenza per uso primario cannabis invece si è registrato un trend in decrescita, con questa che viene sempre più spesso usata come droga “secondaria”.

Il costo della tossicodipendenza

Il Rapporto tossicodipendenze 2022 fotografa benissimo come la dipendenza da sostanze stupefacenti abbia non solo un costoumano” ma anche un costo economico per la società. Oltre a danneggiare gravemente la salute e la psiche del soggetto utilizzatore e a colpire collateralmente le persone vicine ad esso, la tossicodipendenza pesa ovviamente anche sul Servizio Sanitario Nazionale. Il Rapporto tossicodipendenze stima che il costo complessivo per l’assistenza territoriale nel 2022 sia stato di circa 1.200.000 euro, di cui più della metà è dovuto al costo dell’assistenza negli ambulatori e nelle strutture di pronto soccorso.

Ovviamente il peso economico della dipendenza da droghe non è minimamente paragonabile a quello umano, molto più tragico e dannoso per il singolo. È bene però riflettere anche su questo aspetto quando si parla di tossicodipendenza e soprattutto di riforme e tagli al SSN; un minore afflusso di fondi significa meno medici e personale sanitario, di conseguenza anche meno assistenza o aiuto meno adeguato per i tossicodipendenti. Normalmente ci si interessa solamente della dipendenza in quanto è un problema diffuso e grave, ma è giusto anche salvaguardare le strutture che permettono il recupero e la cura dei vari soggetti che hanno bisogno di disintossicarsi.

Marco Andreoli

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