Rapporto Onu: Corea del Nord avanti col programma nucleare

rapporto onu

La Corea del Nord non ha fermato il suo programma nucleare e missilistico”. Lo denuncia un rapporto di esperti indipendenti commissionato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che in questi mesi hanno monitorato l’attività di Pyongyang.

Qualche giorno fa l’accusa dell’intelligence statunitense che – in base alle immagini satellitari di una fabbrica a Sanumdong, alla periferia della capitale Pyongyang – accusava il regime nord-coreano dello sviluppo di un nuovo missile balistico.

Trasferimenti di petrolio e tentativi di vendita di armi

Nel rapporto non viene segnalata soltanto la mancata interruzione del programma missilistico e nucleare, ma anche un notevole aumento di violazioni delle sanzioni Onu come il contrabbando di prodotti petroliferi e la vendita di armi ed equipaggiamento militare, attraverso intermediari stranieri, a Libia, Sudan e Yemen.

Il documento ufficiale

Nel documento ufficiale, preparato dagli esperti, si legge: “La Corea del Nord non ha fermato i suoi programmi nucleari e missilistici e continua a sfidare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza attraverso un massiccio incremento di trasferimenti da nave a nave di prodotti petroliferi, come di carbone nel 2018”.




La dichiarazione del segretario di Stato USA Mike Pompeo

La prima reazione statunitense a questo rapporto Onu è stata la dichiarazione del segretario di Stato USA Mike Pompeo: “Gli Stati Uniti non accetteranno alcun comportamento che dovesse risultare in una riduzione della pressione esercitata su Pyongyang affinché il regime abbandoni il nucleare”, invitando Russia, Cina e altri Paesi a controllare le violazioni delle sanzioni di Pyongyang e agire di conseguenza. Tuttavia, “gli Usa ritengono che la Russia abbia violato le sanzioni Onu permettendo la formazione di joint venture con società nordcoreane”, conclude Pompeo.

Un passo in avanti e poi dieci indietro

La Corea del Nord si è dimostrata più aperta ad eventuali collaborazioni con la Corea del Sud a partire dalle Olimpiadi invernali dello scorso febbraio, in cui atleti nord-coreani e sud-coreani hanno sfilato insieme e la sorella del leader nord-coreano Kim Yo-jong e il presidente della Corea del Sud Moon Jae-in si strinsero la mano. All’inizio di maggio la Corea del Nord cambia il suo fuso orario, passando a quello della Corea del Sud. Infine, l’incontro tra Kim Jong-un e Donald Trump al vertice di Singapore lo scorso 12 giugno, in cui molti osservatori, di vari orientamenti politici sostenevano che l’evento fosse infruttuoso e di natura politica e propagandistica.

La denuncia nel rapporto Onu sembra confermare i timori di quanti sostenevano che gli impegni presi dal leader coreano in quel vertice fossero troppo generici: non si stabilirono date e modalità di denuclearizzazione, e cosa si intendesse esattamente per “denuclearizzazione”: interruzione allo sviluppo degli armamenti? Solo stoccaggio di quelli esistenti? O smantellamento degli impianti?

In realtà, pochi avevano creduto alle promesse di Kim Jong-un in quel summit di Singapore. Tuttavia, a quanti avevano sperato in una effettiva denuclearizzazione della penisola coreana, il rapporto Onu di oggi sembra dire “Cosa vi aspettavate dal leader di una delle peggiori dittature del mondo?”

Domenico Di Maura

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