Rapporto globale sulle crisi alimentari 2023: “la situazione è scoraggiante”

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FSIN (Food Security Information Network) e Global Network Against Food Crises hanno pubblicato il rapporto globale sulle crisi alimentari 2023 mettendo in luce una situazione drammatica e in costante peggioramento. L’obiettivo numero 2 di Agenda 2030 dell’ONU è ben lontano dall’essere raggiunto.

Il rapporto globale sulle crisi alimentari in estrema sintesi

258 milioni di persone distribuite in 58 Paesi vivono in una situazione di acuta insicurezza alimentare e il dato è in aumento per il quarto anno consecutivo: nel 2021 erano 193 milioni in 53 Paesi. Il 40% di queste persone, inoltre, è concentrato in soli 5 Stati: Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Afghanistan, Nigeria e Yemen.

La situazione è scoraggiante. Interventi immediati e precoci possono ridurre le carenze alimentari e proteggere beni e mezzi di sussistenza a un costo inferiore rispetto a una risposta umanitaria tardiva. Tuttavia, troppo spesso la comunità internazionale aspetta una classificazione di carestia (fase 5) prima di stanziare fondi. A questo punto la vita e il futuro delle persone sono già andati perduti, i mezzi di sussistenza sono crollati e le reti sociali sono state interrotte con impatti deleteri sulla vita di una generazione non ancora nata.

Le fasi dell’insicurezza alimentare

Prima di proseguire, è necessaria una premessa: il rapporto si basa su 5 livelli di insicurezza alimentare.

  1. Minimo
  2. Stress: le persone fanno fatica a reperire risorse alimentari ma, attuando strategie di adattamento, riescono a rispondere alle proprie necessità.
  3. Crisi: le persone presentano malnutrizione acuta elevata o esaurimento veloce dei mezzi di sussistenza.

Le crisi alimentari si verificano quando i tassi di insicurezza alimentare acuta e malnutrizione crescono bruscamente aumentando la necessità di assistenza alimentare di emergenza. Una crisi alimentare è generalmente innescata da uno o più shock che colpiscono uno o più dei pilastri della sicurezza alimentare: disponibilità di cibo, accesso al cibo o stabilità alimentare.

  1. Emergenza: le persone presentano malnutrizione acuta molto elevata o soffrono la perdita dei mezzi di sussistenza.
  2. Catastrofe o carestia: le persone soffrono un’estrema mancanza di cibo. Sono evidenti fame, morte, indigenza e malnutrizione acuta estremamente critica. Almeno 7 Stati rientrano in questa categoria: Somalia, Sud Sudan, Yemen, Afghanistan, Haiti, Nigeria e Burkina Faso.

Secondo il rapporto globale sulle crisi alimentari è bene iniziare a intervenire già dalla fase 3, senza aspettare ulteriormente. Questo sarebbe utile e fondamentale sia per le persone coinvolte, che così tornerebbero a provvedere autonomamente al proprio sostentamento alimentare (ritornando alla fase 2) e anche per le organizzazioni internazionali che, intervenendo precocemente, dovrebbero spendere meno denaro rispetto a un intervento tardivo.

I fattori scatenanti

Il rapporto globale sulle crisi alimentari individua 3 fattori principali che, ad oggi, acuiscono l’insicurezza alimentare nel mondo.

  1. Guerre e conflitti sono la causa principale di crisi alimentare per 19 Paesi (117 milioni di persone).
  2. Crisi economiche che coinvolgono 27 Paesi (83 milioni di persone).
  3. Eventi climatici estremi e catastrofi naturali che nel 2022 hanno colpito 12 Paesi (56 milioni di persone): la siccità in Africa, ad esempio, o le alluvioni in Asia.

Ovviamente questi fattori si intrecciano tra di loro andando a creare situazioni estremamente complesse e drammatiche.

Il caso della Siria è tristemente rappresentativo: la causa principale di insicurezza alimentare, secondo il rapporto sulle crisi alimentari, è la crisi economica con un’inflazione elevatissima e un potere d’acquisto insufficiente. Questo, però, è insieme causa e conseguenza della guerra che ha colpito (e sta colpendo) il Paese e, come se non bastasse, il Nord della Siria è stato duramente colpito dal catastrofico terremoto di febbraio.

Donne e bambini

L’Insicurezza alimentare ha ripercussioni su tutta la popolazione ma, ovviamente, donne e bambini sono più colpiti.

Sono 149 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni in condizione di malnutrizione cronica (fase 3), 35 milioni in condizione di malnutrizione acuta (fase 4), 9 milioni in condizione di malnutrizione acuta grave che rischiano la vita (fase 5). Il numero di donne in gravidanza e allattamento che soffrono di malnutrizione, invece, è aumentata del 25% in 2 anni raggiungendo quasi 7 milioni.

Unicef, Save the Children, Amnesty International, Emergency e tutte le organizzazioni internazionali che si occupano di bambini, diritti e soccorsi umanitari sono concordi nel dire che la situazione è ben lungi dal migliorare. Con le recenti guerre scoppiate in Ucraina e in Sudan, poi, tutti i rapporti del prossimo anno non potranno che essere ancora più desolanti.

Ma nonostante tutto non ci si può arrendere. Catherine Russell, direttrice generale Unicef, dichiara:

La situazione non è senza speranze: negli ultimi 20 anni, c’è stata una fortissima riduzione della malnutrizione nei bambini in tutti i paesi e le regioni, con un decremento del numero di bambini con malnutrizione cronica di 55 milioni, o più di un terzo, dal 2020. Questi risultati dimostrano che possiamo affrontare l’insicurezza alimentare e nutrizionale globale attraverso un’azione collettiva e risorse sufficienti.

Però bisogna intervenire in fretta, come è esplicitamente scritto nel rapporto globale sulle crisi alimentari 2023, e agire prima che sia troppo tardi.

Gli sfollati

Come è ovvio, l’insicurezza alimentare obbliga le persone ad abbandonare le proprie case e a cercare altrove condizioni di vita migliori. Il legame tra sfollati e crisi alimentare è evidente: gli sfollati sono infatti oltre 103 milioni, di cui più della metà sono interni, distribuiti in 25 Paesi che soffrono grave insicurezza alimentare.

Le prospettive

Il rapporto globale sulle crisi alimentari non vede possibilità di miglioramento all’orizzonte. Nei primi mesi del 2023, infatti, sono subentrati nuovi fattori di peggioramento nel quadro d’insieme:

In tanta desolazione un raggio di sole

L’unica nota positiva, per ora, è un parziale miglioramento delle condizioni del Sud America dove i raccolti del 2022 sono stati ottimi e, quindi, l’estrema carestia si sta attenuando. Ma anche qui, crisi economica, inflazione e scarso potere d’acquisto minano quotidianamente la sicurezza alimentare.

Come dimostra il rapporto di quest’anno, la posta in gioco della crisi alimentare e nutrizionale globale diventa ogni giorno più alta. Ma ci mostra anche dove i bisogni sono più acuti e quali azioni sono necessarie per lasciare la crisi definitivamente al passato. Milioni di vite sono in bilico, quindi diamoci da fare… Non c’è davvero tempo da perdere.

Catherine Russell

Arianna Ferioli

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