È uscito il nuovo Rapporto Copernicus OMM (Organizzazione Meteorologica Mondiale): Lo stato europeo del clima 2023. Il nostro continente registra un innalzamento delle temperature molto più rapido rispetto ad altre aree del mondo. E il 2023 è stato particolarmente drammatico, diviso tra inondazioni e forti ondate di calore.
Rapporto Copernicus OMM 2023
“Nel 2023, gli impatti dei cambiamenti climatici hanno continuato a manifestarsi in tutta Europa, con milioni di persone colpite da eventi meteorologici estremi, rendendo prioritario lo sviluppo di misure di mitigazione e adattamento. A tal fine, la comprensione delle tendenze climatiche è fondamentale.”
Secondo il rapporto Copernicus OMM, il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato: per ben 11 mesi, infatti, le temperature sono state superiori alla media. Anche i mari non se la sono passata meglio: per tutto l’anno, infatti, la temperatura della superficie dei mari europei è stata la più alta mai registrata, con un picco a giugno 2023 quando:
“L’Oceano Atlantico a ovest dell’Irlanda e intorno al Regno Unito è stato colpito da un’ondata di calore marino classificata come “estrema” e in alcune aree “oltre l’estremo”, con temperature marine superficiali fino a 5°C sopra la media”
L’Europa è il continente che si sta riscaldando più velocemente ed è investita da un aumento delle temperature pari a circa il doppio della media globale. I 10 anni più caldi di sempre sono concentrati tra il 2007 e oggi, e i 3 più caldi in assoluto sono stati negli ultimi 4 anni.
E che dire delle precipitazioni? Stando ai dati forniti dal rapporto Copernicus OMM, in Europa ha piovuto il 7% in più rispetto alla media, con flussi fluviali “eccezionalmente elevati” (soprattutto nel mese di dicembre). Più di un terzo della rete fluviale europea, inoltre, ha superato i livelli di sicurezza esondando e procurando danni a persone e ambiente senza precedenti, colpendo più di un milione e mezzo di persone in tutta Europa.
Inoltre, lo si è detto spesso negli ultimi inverni: ormai non nevica più, e i dati del rapporto Copernicus OMM lo dimostrano. Buona parte dell’Europa, infatti, ha registrato un bassissimo numero di giornate di neve. A essere particolarmente colpite sono state l’Europa centrale e le Alpi, dove i ghiacciai hanno perso il 10% del loro valore residuo.
La situazione, in generale, è sempre più grave:
“Nel 2023, l’Europa è stata testimone del più grande incendio mai registrato, di uno degli anni più piovosi, di gravi ondate di calore marino e di devastanti inondazioni diffuse. Le temperature continuano ad aumentare, rendendo i nostri dati sempre più fondamentali per prepararsi agli impatti del cambiamento climatico”.
Carlo Buontempo, Direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus
Cambiamento climatico e impatti sulla salute
C’è altro che potrebbe andare male? Che domande, certo che sì. Stando al rapporto Copernicus OMM, infatti, la salute pubblica è messa a dura prova soprattutto nei periodi di “stress da calore”, dove per “stress da calore” si intende la misura di come il corpo umano risponde alle alte temperature associate ad altre variabili tra cui umidità e vento. L’esposizione prolungata allo stress da calore ha dirette conseguenze sulla salute delle persone e, purtroppo, negli ultimi 20 anni si è registrato un aumento del 30% della mortalità legata al caldo.
Oltre al caldo, poi, sono morte 63 persone a causa di tempeste, 44 a causa di inondazioni e 44 a causa di incendi. Gli eventi climatici estremi, infatti, sono sempre più frequenti e sempre più distruttivi.
Il momento clou per il clima europeo: l’estate 2023
Se ci soffermiamo sulla sola estate 2023, il rapporto Copernicus OMM fotografa momenti altalenanti che, a ben guardare, sono il riassunto, in pochi mesi, dell’intero anno. Infatti, mentre a giugno, il nord Europa stava andando a fuoco, vincendo a mani basse il titolo di mese più caldo di sempre, le zone mediterranee sono state investite da perturbazioni e piogge sopra la media. A luglio e agosto, invece, questo schema si è praticamente invertito: il nord Europa è tornato ad essere piovoso, il sud, invece, è stato investito da ondate di calore senza precedenti.
Alzi la mano chi ha paura di scoprire cosa ci aspetta per l’estate 2024…
Cos’altro?
Fermi! Prima di interrompere la lettura di questo articolo solo perché è un elenco di brutte notizie, aspettate un attimo. Non tutto il 2023 è da buttare. Per gli amanti del green e delle buone notizie, infatti, il rapporto Copernicus OMM ha un’ultima perla da offrire:
“Nel 2023, in Europa, la percentuale di produzione effettiva di elettricità da fonti rinnovabili è stata record, con il 43%, rispetto al 36% del 2022. Per il secondo anno consecutivo, la produzione di energia da fonti rinnovabili ha superato quella da combustibili fossili inquinanti”.
Niente male, vero? La fonte di maggior successo è stata l’eolico grazie soprattutto all’aumento dell’attività temporalesca tra ottobre e dicembre. Tutto sommato, non tutti i mali vengono per nuocere! Grazie all’aumento delle precipitazioni e alla portata dei fiumi, invece, anche la produzione di energia idroelettrica fluviale è stata superiore alla media. E che dire del fotovoltaico? Qui il continente si divide: nel soleggiato sud la produzione è stata ben superiore alla media. Al contrario, invece, nella piovosa Europa nord-occidentale e centrale.
Rapporto Copernicus OMM: un appello
A seguito della quantità di dati forniti dal rapporto Copernicus OMM, l’organizzazione meteorologica mondiale lascia una preziosa dichiarazione: “Poiché il tempo, il clima e il ciclo dell’acqua non conoscono confini nazionali, la cooperazione internazionale su scala globale è essenziale.”
“La crisi climatica è la sfida più grande della nostra generazione. Il costo della climate action può sembrare alto, ma il costo dell’inazione è molto più alto. Come dimostra questo rapporto, dobbiamo sfruttare la scienza per fornire soluzioni per il bene della società“.
Celeste Saulo, Segretario Generale OMM