Rapporto Censis 2023, emerge un’Italia impaurita e “sonnambula”

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Dal Rapporto Censis 2023, il 57esimo rapporto, emerge un’Italia impaurita, che vede in tutto un’emergenza, ma anche “sonnambula”, ovvero che non si muove restando cieca di fronte ai presagi. Il rapporto annuale del Censis la chiama “ipertrofia emotiva”.

L’Ipertrofia emotiva del Rapporto Censis 2023

Il Rapporto Censis 2023 è un rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese, che interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase congiunturale che stiamo vivendo. Quest’anno emerge quella che è stata chiamata “ipertrofia emotiva”.

Gli italiani infatti vedono in tutto un’emergenza, e, di conseguenza, nulla lo è veramente. Infatti, l’84% degli italiani è impaurito di fronte al clima, il 73,4% teme per il futuro del Paese, il 73% è convinto che per colpa degli sconvolgimenti globali arriveranno sempre più migranti in Italia e non sapremo come gestirli. Il 53% teme il collasso finanziario dello Stato, il 60% ha paura dell’esplosione di un conflitto globale. Sono tutti dati che fanno emergere degli italiani impauriti dal presente e dal futuro. Questo non li porta, però, a muoversi, a contrastare questi fenomeni. Anzi, gli italiani vengono chiamati “sonnambuli”, ovvero sprofondati in un sonno che li rende “ciechi davanti ai presagi”.

Dal rapporto emerge un Italia che fa fatica ad avviare un nuovo ciclo, e che cerca di sostituire il modello di sviluppo costruito dagli anni ’60 con un nuovo modello che però è “confuso”. Emerge una società italiana che trascina i piedi “tra vitalità disperse e un confronto pubblico giocato su emozioni di brevissima durata”.

I dati

Uno dei dati più rilevanti messi in evidenza dal Rapporto Censis 2023 è quello che riguarda la flessione demografica. Per esempio, nel 2040 le coppie con figli diminuiranno fino a rappresentare il 25,8% del totale. Nel 2050 l’Italia perderà complessivamente 4,5 milioni di residenti, ovvero la somma di due città come Roma e Milano.

Avverrà anche un cambiamento generazionale, infatti gli anziani nel 2050 saranno 4,6 milioni in più, rappresentando il 34,5% della popolazione totale. Mentre i giovani tra i 18 e i 34 anni saranno poco più di 8 milioni, appena il 15,2% della popolazione. Inoltre, il 57,3% degli italiani pensa che i giovani, oltre ad essere pochi, sono anche la generazione maggiormente penalizzata.

Emerge un dato positivo per quanto riguarda l’occupazione. Infatti, tra il 2021 e il 2022 si è registrato il 2,4% in più nel tasso di occupazione, nel primo semestre del 2023 si sono contati quasi 23 milioni e 500 mila, il dato più elevato di sempre. Nonostante questo, però, lamenta carenza di manodopera e figure professionali e rimane indietro rispetto alla media del tasso di disoccupazione in Europa.

C’è un settore del Paese in cui la società non è “sonnambula”, quello dei diritti civili. Infatti il 74% degli italiani è favorevole all’eutanasia. Il 70,3% dice si all’adozione per single e il 54,3% per le coppie omosessuali. Il 65,6% si schiera a favore del matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso e ben il 72,5 % a favore dello ius soli. È un settore che evidenzia lo scollamento tra paese reale e politica. Infatti, sono tutti temi che il Parlamento ignora o affossa.

Luisa Campazzo

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