Rapimenti in Nigeria: oltre 500 studenti sequestrati nell’ultima settimana

Da inizio anno quasi 4000 persone, soprattutto giovani studenti, sono state rapite in Nigeria. Sfruttando la debolezza del governo centrale diversi gruppi armati stanno utilizzando i rapimenti come strumento per arricchirsi e controllare il territorio

Nel cuore dell’Africa occidentale, la Nigeria, una delle nazioni più popolose e influenti del continente, si trova ad affrontare la crescente crisi dei rapimenti di studenti. Questi atti di violenza hanno gettato ulteriormente il paese nell’abisso dell’insicurezza, alimentando paure e incertezze tra la popolazione suscitando preoccupazione a livello internazionale.

Il business dei rapimenti in Nigeria

I rapimenti in Nigeria non sono una novità, ma negli ultimi anni hanno assunto una scala preoccupante. Diversi gruppi armati stanno sfruttando la forte instabilità politica all’interno del paese per controllare in maniera sempre più stringente il territorio. In questo senso i rapimenti rappresentano una considerevole fonte di guadagno per queste formazioni, nonché una strategia per reclutare baby soldati.

Vengono presi di mira gli edifici scolastici perché risultano dei facili bersagli, le scuole si trovano spesso in luoghi isolati lontani dai grandi centri urbani.

Da quanto riportato dalle testimonianze il modus operandi dei rapitori risulta essere sempre lo stesso, gli edifici vengono assaltati da uomini armati a bordo di furgoni e motociclette. Dopo aver sparato qualche colpo in aria per intimidazione, gli studenti vengono caricati sui mezzi e portati via nel giro di pochi minuti.

Chi c’è dietro i rapimenti in Nigeria

Quella dei rapimenti è stata una fonte di guadagno molto utilizzata dalla principale formazione terroristica della Nigeria: Boko Haram. Il caso più eclatante è stato nel 2014, quando il gruppo terroristico è stato responsabile del rapimento di 276 studentesse a Chibok nello stato del Borno, parte nord-occidentale del paese.

Negli ultimi anni la formazione jihadista si è indebolita e ha allentato il controllo sulla parte settentrionale del paese; tuttavia, le violenze contro la popolazione civile non sono diminuite.

Diverse bande armate hanno sfruttato il vuoto di potere per cercare di stringere la propria morsa sulla zona. Sono sorti diversi gruppi islamisti nati da scissioni intere a Boko Haram come lo Stato islamico dell’Africa Occidentale (Iswap) e Ansaru (Avanguardia per la Protezione dei Musulmani); ai quali si aggiungono numerose gang criminali che imitano le strategie e le tecniche di guadagno attraverso i rapimenti utilizzate dai jihadisti.

I numeri dell’emergenza

Secondo l’Associated Press, lo scorso anno sono state rapite più di 3.500 persone in tutta la Nigeria.

La parte nord-occidentale del paese continua ad essere quella più martoriata. Il 6 marzo circa 200 persone sono state rapite in un campo sfollati nello stato del Borno, il giorno successivo 287 studenti sono stati sequestrati da una scuola a Kuriga. L’ultimo rapimento di massa è avvenuto sabato 9 marzo, 15 bambini sono stati sequestrati da una scuola nella città di Gada, sempre nel Borno.

I dati restituiscono la scioccante cifra di oltre 500 rapimenti in Nigeria nel giro di 7 giorni e 3964 da inizio anno.

lo stato del Borno
Lo stato del Borno nella parte nord-occidentale del paese

La Situazione Politica in Nigeria

Con i suoi 213 milioni di abitanti la Nigeria è il paese più popoloso del continente africano, nonché la più grande economia dell’Africa centrale.

Questo colosso demografico (e potenzialmente anche economico), così come molti altri paesi dell’area subsahariana, si trova da anni in un contesto politico complesso e tumultuoso. Il paese è stato tormentato da instabilità politica, corruzione diffusa, tensioni etniche e soprattutto religiose (la popolazione è al 53% musulmana, la restante parte è in prevalenza cristiana)

La Nigeria è una repubblica federale presidenziale, dove il potere è diviso tra il governo federale e gli stati. Questa divisione amministrativa è tra le principali cause della debolezza del governo centrale di Abuja, ha infatti favorito l’emergere di signori della guerra locali e di gruppi criminali che hanno preso il controllo di alcuni territori.

In particolare, nella parte nord del paese, il già citato gruppo terroristico affiliato all’ISIS, Boko Haram, ha tentato di istaurare un califfato islamico sul modello di quello mediorientale istaurato tra Siria e Iraq, entrando in pieno conflitto con l’esercito regolare del paese.

Il sanguinoso conflitto che ne è scaturito, mai pienamente concluso, ha lasciato sul campo oltre 40.000 vittime tra soldati, miliziani e soprattutto civili.Le disastrose conseguenze politiche e sociali degli scontri continuano ad avere conseguenze tragiche nel paese.

In particolare, la situazione della sicurezza è quanto mai precaria e critica. La Nigeria deve affrontare numerose problematiche, tra cui il conflitto tra pastori e agricoltori, la pirateria legata al furto di petrolio, diversi movimenti separatisti e le continue insurrezioni jihadiste di Boko Haram e associati.

In questo complesso quadro i rapimenti in Nigeria continuano ad essere un business fruttuoso a cui debole governo nigeriano non è in grado di dare una risposta adeguata.

Le contromisure del governo al problema dei rapimenti in Nigeria

Nel 2022, l’allora presidente Muhammadu Buhari ha varato una legge che rende illegale il pagamento dei riscatti, reato punibile fino a 15 anni di reclusione, e introduce la pena di morte per i rapitori in caso di decesso del rapito.

La misura del governo riuscì a far diminuire i rapimenti in Nigeria solo per un breve periodo. Oggi il paese deve fare nuovamente i conti con il problema dei sequestri di massa.

L’attuale presidente Bola Tinubu, eletto lo scorso maggio con la promessa di porre fine alla diffusa violenza, ha dichiarato di voler porre fine al problema dei rapimenti in Nigeria e, in seguito al sequestro avvenuto a Kuriga, ha annunciato l’avvio di operazioni condotte delle forze speciali dell’esercito per individuare i rapitori e i giovani rapiti.

 

Alessio Ricciuto

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