Ramses II, L’origine divina del faraone e il legame con la Bibbia

ramses ii

Ramses II, detto “Ramses il grande” è probabilmente il faraone più famoso della storia egizia. Sedette sull’affascinante trono delle rive del Nilo per quasi 70 anni, segnando a tal punto il suo periodo da regnante da far passare ai posteri quegli anni come epoca ramesseide. E’ ricordato, oltre che per le sue politiche espansionistiche, per l’immensa eredità culturale  giunta sino ai giorni nostri. A lui si deve la costruzione di numerosi templi – tra i quali quello di Abu Simbel e di Luxor – e di innumerevoli opere d’arte, tanto da essere il faraone più presente nelle collezioni d’arte egizia di tutto il mondo. Non sorprende, dunque, che sulla vita del grande sovrano si siano nel tempo tramandate diverse leggende.




L’origine divina

L’origine divina dei regnanti è un tema ricorrente nell’antichità. Ramses II non fa eccezione, come numerosi faraoni prima di lui. Figlio di Seti I, che salì al trono solo dopo la nascita del figlio, e di Tuia, fu Ramses stesso, per solidificare la sua posizione, ad attribuirsi origini divine. Venne acclamato come figlio di Amon. La storia delle origini  del faraone, riconosciuto a questo punto lui stesso come semidio, venne ritrovata sulle pareti di una cappella dedicata alla madre Tuia, dove la donna viene raffigurata in compagnia del dio.  Altre raffigurazioni dell’epoca, invece, raffigurano Ramses come figlio di Ptah. Con un faraone di origine divina, anche Tuia, di conseguenza, pur non avendo origini regali venne idolatrata e omaggiata con opere e monumenti come mai nessuna regina madre prima di allora.

Il faraone della Bibbia

La leggenda più famosa riguardante Ramses II viene però dall’Antico Testamento. Eusebio di Cesarea fu il primo, infatti, a riconoscere in Ramses II il Faraone al quale nell’Esodo Mosè chiese la liberazione del popolo ebraico. Nella Bibbia infatti viene citata la città di Ramses. Molti la ricondussero a Pi-Ramses, fondata da Seti e scelta da Ramses come capitale del proprio regno. Una tesi da molti combattuta.

Nei testi antichi secondo gli studiosi della Bibbia non viene infatti fatta menzione di eventuali catastrofi naturali che possano ricondurre alle piaghe citate nel testo sacro in epoca ramasseide. Né il faraone si ritiene essere morto sulle rive del Mar Rosso. Le tempistiche degli eventi raccontati nella Bibbia inoltre non sembrano coincidere con la linea temporale storica. La tribù degli “Habiru” infatti scomparve dalle fonti egizie solo con Ramses IV. Nonostante ciò nella cultura di massa Ramses viene ancora considerato come il faraone che si oppose a Mosè.

Beatrice Canzedda

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