Mentre in questi giorni il dibattito sull’approvazione del DDL ZAN si fa sempre più acceso, arriva come ogni anno la Rainbow Map: il rapporto sui diritti delle persone LGBTQ+ . Ad occuparsene è l’organizzazione non governativa ILGA Europe. Ovvero l’unione di circa 600 organizzazioni in 54 paesi tra Europa e Asia centrale che ambisce a promuovere un cambiamento politico, sociale e legale verso il completo rispetto dei diritti umani.
Pubblicata nella giornata internazionale contro l’omobitransfobia, la Rainbow Map 2021 prende in considerazione 49 paesi tra cui, ovviamente, anche l’Italia. Ai paesi presi in esame viene dato un voto in percentuale compreso tra lo 0% (che indica gravi discriminazioni e violazioni dei diritti umani) ed il100% (pieno rispetto dei diritti umani). Sei sono i criteri osservati per stilare la classifica: “Equality and non-discrimination”, “Family”, “Hate crime and hate speech”, “Legal gender recognition and bodily integrity”, “Civil society space” e “Asylum”.
Nessun cambiamento positivo, l’Italia rimane ancorata al 35esimo posto
Da quanto emerge, il quadro mostra una situazione di sostanziale ed omogeneo stallo. Anche a causa delle difficoltà dovute al Covid-19, non si evince alcun miglioramento evidente in materia di diritti LGBTQ+. Nessun cambiamento positivo degno di nota, quindi, segna la Rainbow Map 2021.
Nonostante l’impegno profuso, nessun paese fa significativi passi in avanti nel riconoscimento delle famiglie arcobaleno. Ad eccezione dell’Islanda, inoltre, non è stato segnalato nessun progresso a favore delle persone intersessuali e transgender.
Un’amara stasi relega l’Italia solo al 35esimo posto su 49 paesi, tra Lituania e Moldavia, con un punteggio di 22,33%.
A confermare la sua prima posizione è invece Malta, con l’ottimo punteggio del 93,78%. Al secondo posto il Belgio con un punteggio di 74,24%. Al terzo posto Lussemburgo con un punteggio di 71,95%. Seguono Portogallo, Norvegia, Finlandia, Svezia, Spagna, Danimarca e Regno Unito.
Le ultime posizioni della classifica restano invariate con Armenia (7,49%), Turchia (3,83%) ed infine Azerbaijan (2,33%).
Non stupisce la posizione della Polonia. All’ultimo posto fra i paesi membri dell’Unione Europea e a solo otto posizioni di scarto dall’Italia.
Un quadro certamente poco rassicurante per il nostro paese. D’altro canto nel 2021, in Italia, il 62% delle persone LGBT+ evita di stringere la mano o dare un bacio in pubblico per paura di subire offese o violenza. Ma finché alcuni saranno più infastiditi da una carezza o da un bacio invece che da dati come questi, non potremo stupirci di rimanere relegati al fondo.
Carola Varano