Un’ondata di raid israeliani ha colpito il sud del Libano, provocando la morte di almeno cinque persone, tra cui il sindaco della città di Nabatiyeh. Gli attacchi, iniziati nelle prime ore del mattino, hanno preso di mira il municipio e altre infrastrutture della città, situata in una delle zone più sensibili e contese della regione. La situazione ha rapidamente degenerato, portando a un bilancio di vittime destinato a crescere e a una crescente tensione tra Israele e il movimento Hezbollah.
Una città sotto assedio
Il governatore della regione di Nabatiyeh, Howaida Turk, ha confermato l’entità della devastazione subita dalla città. “Al momento, 11 attacchi hanno colpito principalmente Nabatiyeh ma anche i suoi dintorni“, ha dichiarato Turk, sottolineando come i bombardamenti abbiano causato danni estesi non solo alle strutture civili, ma anche alle infrastrutture strategiche della città. Alcuni rapporti, come quello del quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, parlano di un totale di “una quindicina di raid” che hanno colpito Nabatiyeh e le aree limitrofe, causando il caos tra la popolazione e la distruzione di edifici pubblici e privati.
I raid israeliani hanno preso di mira una serie di obiettivi ritenuti strategici. L’esercito israeliano, attraverso un comunicato ufficiale, ha confermato di aver colpito “decine di obiettivi terroristici di Hezbollah“. Tra questi, sono stati distrutti tunnel sotterranei e infrastrutture segrete utilizzate dalle Forze Radwan, l’unità d’élite di Hezbollah operante nel sud del Libano. Secondo l’IDF (Israel Defense Forces), queste operazioni sono parte di un più ampio sforzo volto a smantellare le capacità militari di Hezbollah nella regione e a prevenire futuri attacchi contro Israele.
La risposta israeliana: colpire le infrastrutture di Hezbollah
Israele ha giustificato l’attacco a Nabatiyeh come un’operazione necessaria per contrastare la crescente presenza militare di Hezbollah lungo la sua frontiera settentrionale. Le Forze Radwan di Hezbollah sono state identificate come uno dei principali strumenti con cui il gruppo paramilitare sciita progetta di condurre operazioni offensive contro Israele. Le operazioni israeliane, in particolare quelle che riguardano la distruzione di infrastrutture sotterranee, sono state condotte per ridurre la mobilità e la capacità di approvvigionamento logistico di Hezbollah nel sud del Libano.
Il portavoce dell’IDF ha dichiarato che gli attacchi sono stati progettati per ridurre la capacità offensiva di Hezbollah nella regione, mirando specificamente ai tunnel sotterranei utilizzati dai militanti per muoversi e nascondere armi ed equipaggiamenti. “Questi tunnel rappresentano una minaccia diretta per la sicurezza di Israele“, ha affermato il portavoce, sottolineando come l’operazione abbia avuto successo nello smantellare una parte significativa della rete sotterranea di Hezbollah nel sud del Libano.
Le conseguenze umanitarie e politiche
Gli attacchi aerei hanno però avuto pesanti conseguenze umanitarie. Tra le vittime vi è il sindaco di Nabatiyeh, che stava coordinando le operazioni di emergenza per proteggere i civili quando è stato ucciso. Altre quattro persone hanno perso la vita, mentre numerose altre sono rimaste ferite. Le forze di sicurezza e i servizi sanitari locali sono stati immediatamente mobilitati per affrontare l’emergenza, ma l’entità dei danni e l’alto numero di feriti hanno messo a dura prova la capacità delle strutture mediche della zona.
Le reazioni politiche agli attacchi non si sono fatte attendere. Il governo libanese ha condannato duramente l’azione israeliana, definendola una violazione della sovranità del Libano e un atto di aggressione ingiustificato contro civili innocenti. Hezbollah, attraverso i suoi canali ufficiali, ha promesso ritorsioni, alimentando il timore di una nuova escalation militare tra le due parti. Il movimento sciita ha denunciato gli attacchi come parte di una “strategia di intimidazione“ da parte di Israele, mirata a destabilizzare la regione e a rafforzare il controllo israeliano sulla frontiera.
Un conflitto in continua evoluzione
Gli attacchi aerei a Nabatiyeh rappresentano solo l’ultima rappresaglia israeliana nel nella regione meridionale del Libano. Le operazioni militari israeliane nel sud del Libano non sono nuove, ma hanno conosciuto una recrudescenza negli ultimi mesi, in risposta a quella che Israele percepisce come una crescente minaccia proveniente dal gruppo sciita libanese.
Hezbollah, sostenuto dall’Iran e dalla Siria, rappresenta una delle principali forze paramilitari anti-israeliane nella regione. Il gruppo è ben armato e ha una forte influenza politica in Libano, dove è considerato da alcuni come un baluardo contro l’occupazione israeliana. Tuttavia, il suo coinvolgimento nei conflitti in Siria e la sua stretta alleanza con Teheran hanno ulteriormente complicato le relazioni con Israele, che considera Hezbollah una minaccia diretta alla sua sicurezza nazionale.
Verso una nuova escalation?
La situazione in Libano meridionale resta estremamente volatile. L‘operazione israeliana a Nabatiyeh potrebbe essere solo l’inizio di una nuova fase di scontri tra Israele e Hezbollah, con il rischio di trascinare l’intero Libano in un conflitto più ampio. Le tensioni tra Israele e Hezbollah sono alimentate non solo dalla rivalità storica tra le due parti, ma anche dalla crescente influenza dell’Iran nella regione e dal ruolo di Hezbollah come principale alleato di Teheran.
Il raid a Nabatiyeh ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale. La comunità internazionale, e in particolare le Nazioni Unite, ha chiesto moderazione e il rispetto degli accordi di cessate il fuoco in vigore nella regione dal 2006, dopo la guerra tra Israele e Hezbollah. Tuttavia, con entrambe le parti determinate a difendere i propri interessi strategici, il rischio di una nuova escalation militare appare sempre più concreto.