Raid della polizia a Manila: soccorsi migliaia di lavoratori costretti a praticare truffe online

Raid della polizia a Manila

Nel corso della settimana è stato organizzato un massiccio raid della polizia a Manila, in cui sono stati salvati più di 3000 lavoratori (provenienti da Cina, Filippine, Vietnam, Indonesia e altri Paesi) che erano stati rapiti per effettuare truffe online su siti di giochi fraudolenti e altre attività simili.

Il raid della polizia a Manila, il numero di vittime salvate

Negli ultimi tempi la preoccupazione internazionale è cresciuta per quanto riguarda le truffe online operate in alcune regioni asiatiche. Durante questa settimana la polizia filippina è riuscita a portare in salvo più di 3000 persone in un raid svoltosi in uno stabilimento a sud di Manila: si tratta di lavoratori vittime di tratta di esseri umani per essere stati costretti a lavorare su delle truffe online.

Le persone coinvolte sono di diverse nazionalità: risultano principalmente cinesi, filippini, vietnamiti, indonesiani ma anche persone di svariati altri Paesi. Ciò che li accomuna in queste vicende è che tutti hanno trovato l’attività tramite annunci online su Facebook per lavorare nelle Filippine come “assistenti di gioco online” per un casinò. Secondo questi annunci, avrebbero ricevuto vitto e alloggio gratis, con un compenso al mese tra i 24 000 e 40 000 pesos filippini (quindi tra i 397 e 662 euro).

La realtà per le vittime si è rivelata ben diversa una volta recatisi sul posto di lavoro: dopo che gli sono stati sottratti i passaporti, sono state costrette a lavorare fino a 18 ore al giorno per contattare clienti ignari in Europa, Stati Uniti e Canada. Per la precisione, il loro lavoro consisteva nel proporre lucrosi investimenti in cripto valute o acquisti di case o autovetture agli individui, attirandoli anche in false relazioni sentimentali online.

Condizioni lavorative e diffusione delle attività

Le condizioni lavorative all’interno di questo ambiente rasentavano lo schiavismo vero e proprio: ogni trasgressione alle regole era punita con pesanti detrazioni dal compenso e addirittura veniva loro imposto di restare all’interno dell’area di lavoro anche dopo la fine dei turni per dormire in apposite camerate.

Sono ancora in corso le indagini sulla possibilità che a operare nella tratta di esseri umani vi sia un’ampia rete di organizzazioni diverse tra di loro. Non si tratta infatti del primo caso recente individuato nelle Filippine: un mese fa ne era stato scoperto uno del tutto simile, in cui le autorità avevano trovato più di mille persone di diverse nazionalità asiatiche tenute prigioniere e costrette a praticare frodi su internet. Uscendo dalle Filippine, sono stati documentati altri importanti hub di queste attività anche in Cambogia e in Myanmar: in questi casi, i gruppi criminali godono di connessioni di alto livello o sono legati a interessi che hanno finora impedito un intervento radicale, nonostante l’ampia diffusione e notorietà del fenomeno.

Un problema sotto gli occhi di tutti

Come accennato prima, rappresentanti politici e organizzazioni hanno cominciato già da tempo a preoccuparsi delle attività di truffe online, non solo per l’ovvia illegalità di queste truffe ma anche per le condizioni pessime delle vittime che vengono rapite per lavorare in questi ambienti. Il raid della polizia a Manila è stato infatti possibile grazie alla denuncia dell’ambasciata indonesiana nella capitale filippina che aveva ricevuto richieste di soccorso dai propri cittadini.

Per fare un ulteriore esempio, già ad aprile la senatrice filippina Risa Hontiveros aveva portato all’attenzione del Parlamento i cosiddetti “call centre dell’inganno” attivi nelle Paese, ricordando tra le altre le pressioni internazionali affinché il governo intervenga con decisione nello smantellare queste attività illegali.

La speranza quindi è che l’ultimo raid della polizia a Manila diventi un trampolino di lancio per sensibilizzare ancor di più l’opinione pubblica e la classe politica, in modo che chi ha interesse a fermare questo tipo di attività dannose, in cui le vittime di tratta vengono sottoposte a raggiri e costrette a sottostare alle direttive di organizzazioni dedite al racket e ad altre forme di criminalità, riesca ad agire nel modo più rapido e incisivo possibile.

Mattia Tamberi

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