Raggi: a Roma rinominate strade intitolate ai protagonisti delle leggi razziali

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La Raggi decide di rinominare tutte le strade dedicate a personaggi-simbolo del Manifesto della Razza

Durante l’intervista al regista di Quando scoprimmo di non essere più italiani, la Raggi svela il progetto che coinvolgerà l’intera Capitale

Nel lontano (ma neanche troppo) 1938, il Manifesto della razza inneggiava ai valori della purezza e della “pulizia”. Criteri alla base delle leggi razziali poi ripudiate al termine della guerra, resistono ancora oggi in molte se non tutte le città italiane attraverso i nomi dei protagonisti del Manifesto. La Raggi dice basta. A Roma, piazza pulita!

“Che Roma sia d’esempio!”





Una Roma che decide finalmente di sbarazzarsi di tutti quei nomi che hanno contribuito alla creazione del Manifesto, è una Capitale in via di rinnovamento.

Abbiamo già avviato le procedure e le verifiche per far sì di rinominare tutte quelle strade e piazze della Capitale che sono state intitolate a coloro che sottoscrissero il Manifesto della razza. Dobbiamo cancellare queste cicatrici indelebili che rappresentano una vergogna per il nostro Paese. Questo può essere anche un esempio per tanti altri comuni che, come Roma, si trovano ad avere strade intitolate e questi personaggi.





Con queste parole, riportate da La Stampa, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha dichiarato di voler modificare la toponomastica della Capitale.




La Raggi ha dichiarato che la decisione è stata presa per rafforzare i valori dell’antifascismo. Ha dichiarato inoltre che violenza e discriminazione non verranno tollerate oltre.

Resta da capire se bastino le parole di una donna, sindaca ma pur sempre umana, a far sì che scompaia la violenza e il razzismo. Se ciò bastasse, occorrerebbe distribuire megafoni per le vie delle città.

Stop alla violenza“, “Stop alla discriminazione“, “Con chi è diverso, non contro“. Quante volte si sentono ogni giorno slogan del genere? Finora nessun cambiamento epocale si è verificato.

Si spera che questo cambiamento toponomastico possa essere gemito di un cambiamento decisamente più grande.

Maria Giovanna Campagna
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