“Non sono all’altezza”
Così ha lasciato scritto un ragazzo di 15 anni ai genitori prima di togliersi la vita il 19 aprile. Un modo per scusarsi di quello che era, considerandosi inferiore alle aspettative dei genitori, molto noti in città. Non andava bene a scuola e probabilmente questo gli pesava troppo, tanto che ha deciso di suicidarsi, gettandosi nel vuoto dal quarto piano. Ha posto così fine alla sua giovane vita, lasciando poche parole scritte su un foglietto posato sul tavolo per spiegare il suo gesto.
Ha aspettato che i genitori uscissero di casa, situata in centro a Mantova, è andato sul balcone, ha scavalcato la ringhiera e si è lasciato cadere, compiendo un volo di 12 metri. I vicini, allertati dal rumore, hanno chiamato i soccorsi, che sono subito giunti sul luogo. Il ragazzo è stato portato in fin di vita all’ospedale Carlo Poma di Mantova, dove si è spento un’ora dopo. Il 15enne era figlio unico e frequentava il secondo anno in un liceo cittadino, senza ottimi risultati, al punto che l’ultimo brutto voto l’ha spinto a compiere il gesto estremo.
L’ossessione della prestazione perfetta
La vergogna di non essere perfetti può condurre al suicidio. Per lo stesso motivo Giada de Filippo si è tolta la vita a Napoli il giorno in cui avrebbe dovuto sostenere la testi, lanciandosi dal tetto dell’università. Aveva invitato il fidanzato, gli amici e i parenti alla discussione, ma in realtà le mancavano ancora degli esami e non aveva avuto il coraggio di dirlo. Per entrambi valgono le parole di Guido Saraceni, professore universitario, perché l’università, come la scuola
non è una gara, non serve per dare soddisfazione alle persone che ci circondano, non è una affannosa corsa ad ostacoli verso il lavoro. Studiare significa seguire la propria intima vocazione. Il percorso di studi pone lo studente davanti a se stesso. Cerchiamo di spiegarlo bene ai nostri ragazzi. Liberiamoli una volta per tutte dall’ossessione della prestazione perfetta, della competizione infinita, della vittoria ad ogni costo. Lasciamoli liberi di essere se stessi e di sbagliare. Questo è il più bel dono che possono ricevere. Il gesto d’amore che può letteralmente salvarne la vita.
Camilla Gaggero