Enghelab. Una parola che ti riempie la bocca e anche il cuore. Viene dal persiano e significa “rivoluzione”. E dallo scorso dicembre 2017, sono proprio le ragazze della strada Enghelab, a Teheran, che hanno messo in moto una rivoluzione che spaventa il regime iraniano.
Ragazze della strada Enghelab: come tutto ebbe inizio
Abbiamo già parlato di come in Iran lo scorso dicembre siano iniziate delle proteste (tutt’ora in corso) che vogliono il rovesciamento del regime guidato dal presidente Rouhani, appoggiato dai mullah e benedetto dalla guida spirituale Khamenei.
C’è stato però qualcos’altro che ha iniziato a spaventare chi è al potere: era il 28 dicembre 2017, Vida Movahed salì su di una cabina, si tolse l’hijab e lo sventolò come bandiera al vento. La ragazza, 31enne madre di una bimba di 19 mesi, fu condotta in carcere. La sua figura fu avvolta subito dal mistero: non se ne conosceva il nome e perfino il carcere in cui venne tradotta non fu reso noto.
Vida, con il suo gesto, ha dato il via ad una reazione a catena che ha visto altre ragazze salire su quella cabina e togliersi l’hijab. Queste donne coraggio vengono chiamate ragazze della strada Enghelab. Perché è lì che tutto ebbe inizio.
Il coraggioso gesto di Vida ha dato il via non solo ad una catena che si è sparsa in tutto l’Iran, ha anche portato all’attenzione internazionale il problema della violazione dei diritti umani in corso in Iran. Ricordiamo che in Iran l’uso dell’hijab è obbligatorio dal 1979, anno della Rivoluzione islamica.
L’attivista iraniana Masih Alinejad, che vive in esilio, ha dato il via alle campagne “My Stealthy Freedom” e “White Wednesdays”. Entrambe le campagne vedono protagoniste le donne che, dove possono, si fanno fotografare senza l’hijab.
È proprio a questa campagna che le ragazze della strada Enghelab si rifanno. Se però le proteste sono iniziate in sordina, ben presto la risonanza mediatica e internazionale che stanno avendo, ha iniziato a far paura.
Piena di significato è la foto che ritrae un poliziotto mentre spinge una ragazza giù da quella cabina. Gli arresti e tutto quello che ne consegue non sono stati sufficienti a dissuadere le ragazze della strada Enghelab a salire sulla cabina. Come ha reagito allora il regime?
Non fermerete le ragazze della strada Enghelab
Puoi imprigionare i loro corpi, cercare di spaventarle e persino minacciarle di morte. L’hai già fatto, lo stai ancora facendo. Ma, mio caro regime iraniano, le ragazze della strada Enghelab saranno sempre un passo davanti a te.
Arrestatele tutte, le ragazze della strada Enghelab. Le loro idee non si fermeranno.
Lorena Bellano