“Può la chiesa spingere una donna ad abortire?” Questo è il titolo del servizio andato in onda ieri sera su Italia1, il programma che l’ha trasmesso è quello de LeIene. Un servizio durato quattordici munuti, poco meno di un quarto d’ora, ma è stato sufficiente a denunciare lo schifo umano in cui versa la Chiesa cattolica, o per lo meno, alcuni suoi esponenti. Teatro di questo drammatico episodio è il comune di San Vincenzo La Costa, in provincia di Cosenza, i fatti denunciati risalgono a qualche anno fa e ciò che è successo è proprio questo: una ragazza resta incinta di un prete e si vede costretta ad abortire.
Rimanere incinta e poi abortire su richiesta del prete e del vescovo
La protagonista di quest’orrenda storia è una ragazza di nome Francesca, rimasta incinta di un prete con cui aveva avuto una relazione. Lei era una parrocchiana da poco maggiorenne, lui, don Giuseppe Leone, un prete di Cosenza, da poco giunto in quel paese del cosentino. Ecco com’è andata la storia:
“… Mi faceva apprezzamenti, diceva che somigliavo ad un’attrice e una domenica dopo la messa mi ha baciata… Io lo guardavo mentre diceva messa ma mi accorgevo che non era quello che voleva, mi diceva che per me avrebbe lasciato tutto e così gli regalai anche la mia verginità… La nostra relazione durò pochi mesi perché mi accorsi di essere rimasta incinta: lui era con me quando ho fatto il test di gravidanza e dopo pochi giorni era già diventato aggressivo nei toni e nelle parole, mi aveva già lasciato da sola al mio destino e mi aveva intimato di andare dal vescovo. Nunnari mi disse che ero una sbandata e che se avessi detto solo una parola di quello che era accaduto avrei dato un duro colpo alla chiesa perché queste cose non dovevano uscire fuori. E mi mise davanti ad una scelta: se avessi deciso di tenere il bambino non mi avrebbero aiutato e mi avrebbero fatto partire ed andare lontano, se invece avessi deciso di abortire mi avrebbe aiutata: in pratica mi costringeva ad abortire…“.
Ad intervistarla è stata la “iena” Valeria Castellano, che, non credendo a quanto appena sentito, le ha chiesto: “Il vescovo ti ha detto di abortire?”. E Francesca ha risposto: “Sì, non sono degni di Dio, non sono veri…”. Poi, l’aborto da sola, senza nessuno accanto, in compagnia di cinque prostitute: “Dopo aver abortito, sono caduta in una profonda depressione: ero devastata, ho pensato più volte al suicidio. Per me è stato un inferno, da allora la mia vita è cambiata.“
Uomini di Chiesa e ministri di Dio?
Leggendo questa testimonianza, non si può non rimanere interdetti ed increduli. Un prete s’innamora di una ragazza e, fin qui, nulla di sensazionale, è già successo diverse volte in passato; ma il vero scandalo è che, dopo aver scoperto della gravidanza, non le ha dato nessun conforto, anzi si è mostrato aggressivo nei confronti dell’infelice Francesca, che si è ritrovata abbandonata a se stessa ed isolata da tutti. Un prete maiale e senza attributi che delega la decisione sul da farsi ad un vescovo disumano. E hanno pure la faccia tosta di farsi chiamare “uomini di Chiesa” e “ministri di Dio”? Ma con quale coraggio celebrano messa e amministrano i sacramenti loro che, per primi, dovrebbero deporre gli abiti talari e mettersi una mano sulle loro luride coscienze? Dove stanno il perdono e la carità cristiani? Dov’è l’amore per il prossimo predicato da Gesù? Per fortuna, in mezzo a tanto marciume, una piccola luce di speranza c’è: un prete di una parrocchia vicina a quella di don Giuseppe, che ha assistito a questa tragica storia. Lui stesso denuncia:
“… Il nodo è al palazzo: una ragazza va per cercare conforto, spera di trovare un padre e invece trova un giudice che la condanna a morte, macché giudice, un maiale.. Uomo di chiesa? Uomo di merda!”
La risposta di Nunnari
Valeria Castellano si è recata dal vescovo Nunnari per chiedergli cos’avesse da dire a riguardo. Ecco le sue parole:
“Il rapporto c’è stato. Che cosa dovevamo fare? Dire al prete di sposarla? Nella vita quando si fanno degli errori, poi si pagano…“ Ma il vero problema è stato l’aborto e lui replica: “… il prete si è confessato, ha chiesto perdono ed è ritornato a fare il prete.” Così come se nulla fosse, ad aver pagato le conseguenze di questa vicenda è stata solo Francesca, la sua vita è stata distrutta e ha tentato di suicidarsi, dopo essere caduta nel baratro della depressione. “È una storia che mi ha devastato, sono caduta nel vortice più orribile. Io mi stavo suicidando, senza mangiare, senza dormire e senza bere. Mi hanno abbandonato tutti…”.
Un epilogo ancor più drammatico
Dopo aver intervistato il prete, Valeria Castellano e la sua operatrice Giulia Mascaro sono state aggredite proprio fuori dalla chiesa dalla famiglia del sacerdote, i familiari hanno anche cercato di sottrarre loro la telecamera. A seguito della lite, il prete si è dimesso e ora spetta all’attuale vescovo di Cosenza Nolè fare chiarezza ed intervenire nei confronti del prete e del vescovo emerito Nunnari. Tramite una nota diffusa dal’Arcidiocesi, si è venuto a sapere che:
“Contemporaneamente mons. Nolè ha nominato amministratore parrocchiale della Parrocchia di San Vincenzo La Costa don Francesco Castiglione. Mons. Nolè oltre a condannare ogni forma di violenza, fisica, verbale e morale, esprime solidarietà e vicinanza al Parroco, ai suoi genitori e a tutta la Comunità di San Vincenzo, duramente provati dalla deplorevole vicenda, e invita tutti, in comunione con il nuovo Amministratore parrocchiale, a nutrire sentimenti di pace, di perdono e di riconciliazione, per ritrovare la serenità del cuore, necessaria a costruire la Chiesa di Dio quale ‘Casa e Scuola di comunione'”.
Solidarietà al parroco? Ma non sarebbe meglio esprimere solidarietà per la povera sventurata che è finita con un essere così indegno? Purtroppo nella Chiesa cattolica vige un’omertà che non lascia spazio a nessuna concessione: guai anche solo ad insinuare che un servo della Chiesa possa essere implicato in uno scandalo, che sia di molestie e abusi su minori (si vedano gli innumerevoli casi di preti pedofili) o di rapporti con una o più donne della propria parrocchia. La Chiesa si preoccupa tanto di questioni e sottigliezze teologiche, quali la somministrazione dell’eucarestia ai divorziati risposati, da non vedere i peccati commessi dai suoi stessi ministri, anzi peggio ancora, pur vedendoli e pur essendone a conoscenza, fa di tutto per insabbiarli. Perché quest’ipocrisia e questo mostrare due facce? Speriamo davvero che Papa Francesco possa cambiare queste ‘storture’ e ripulire l’istituzione che guida e rappresenta.
Tornando al caso di Francesca, nel frattempo c’è stata una svolta: sono partite le denunce nei confronti del prete e della sua famiglia, per l’aggressione alle due inviate de LeIene, il parroco e la sua famiglia non hanno scampo: ci sono le registrazioni delle macchine da presa a testimoniare le percosse ricevute dalle giornaliste.
La Calabria che non vorresti raccontare, ma che purtroppo esiste, così ha commentato la iena Valeria (originaria proprio della zona di Cosenza), quanto accaduto. L’unica speranza è raccontare per poter smuovere qualcosa.
Carmen Morello