Chi era la “Fornarina”?
Completamente nuda se non fosse per un velo trasparente che le copre il ventre, in diagonale e con gli occhi rivolti verso lo spettatore: è la Fornarina, la donna ritratta da Raffaello intorno al 1518-19. È una delle poche tele firmate dall’autore, in questo caso troviamo la scritta “Raphael Urbinas” sul bracciale che cinge il braccio della donna. Ci sono diverse interpretazioni sull’identità della donna ,il cui volto ricorre più volte nelle opere dell’Urbinate, ma secondo una delle più accreditate sarebbe Margherita Luti, figlia di Francesco Fornaio – ecco qui spiegato il soprannome – che un giorno ha catturato il cuore dell’artista, affacciandosi dolcemente dalla sua finestra. Da quel momento Raffaello non riuscì a dimenticare quel volto e quegli occhi scuri, che ricorrono ancora ne “La velata”, stavolta in abiti nuziali, e nella celebre Madonna Sistina.
L’iniziativa “Raffaello da vicino” consiste in studi ad alta tecnologia sulla tela
Il 28 gennaio si inaugurano tre giorni di studi sul famoso ritratto di Raffaello a Palazzo Barberini, prima che la tela lasci il luogo di conservazione per il Quirinale, in vista della mostra sull’artista che aprirà il 5 marzo in occasione dei 500 anni dalla morte dell’artista. Ogni mattina di questi tre giorni è previsto un incontro alle 11.00 con i curatori e i restauratori del museo, che guideranno i visitatori alla scoperta di questo misterioso ritratto. In particolare, il primo giorno sarà effettuata un’acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D del dipinto, ovvero una ripresa ad altissima risoluzione attraverso l’unione di più macrofotografie di dettagli di uno stesso soggetto, che consentirà ingrandimenti di gran lunga superiori rispetto a quelli concepibili dalla vista umana, con una massima resa di colori, toni, dettagli, nitidezza e illuminazione. Si ricaverà in questo modo un modello 3D utile a rivelare lo stato di conservazione effettivo dell’opera nonché a diffondere e valorizzare l’immagine di Raffaello. Il secondo e terzo giorno saranno dedicati ad una campagna di scansione macro della fluorescenza dei raggi X, che forniranno immagini ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti.
Francesca Santoro